17 Dicembre – L’ICAO rilascia il rapporto IBIS sui bird strikes segnalati dal 2001 al 2007
L’ICAO ha recentemente pubblicato
il rapporto IBIS (ICAO Birdstrike Information System) relativamente agli impatti segnalati dal 2001 al 2007. L’Organizzazione riferisce che sono stati segnalati 42.508 impatti da parte di (soli) 51 Paesi; gli impatti si sono verificati tuttavia in 154 paesi diversi e ciò lascia intendere il fatto che due paesi su tre non segnalano gli impatti avvenuti sul proprio territorio.
E’ lecito quindi presumere che il numero totale degli impatti riportati sia largamente inferiore al reale, come del resto era già noto; si calcola infatti che il numero degli impatti conosciuti sia circa il 20% di quelli effettivi. Il rapporto indica poi nel 64% del totale gli impatti avvenuti di giorno, mentre 1l 24% si verifica durante la notte; rilevante è il 96% degli impatti che si verifica su o nelle vicinanze degli aeroporti, con il 54% nelle fasi di avvicinamento e corsa di decelerazione (tale dato corrisponde sostanzialmente a quanto rilevato nel nostro Paese). Il rapporto contiene inoltre molte altre ed interessanti chiavi di lettura del fenomeno.
11 Dicembre – Seminario di formazione
La Embry Riddle Aeronautical University (ERAU), in collaborazione con l’aeroporto internazionale di Atene, organizza dal
16 al 18 Marzo 2010 un Seminario di formazione per la gestione della fauna selvatica negli aeroporti. I corsi saranno tenuti da docenti che hanno avuto diretta esperienza con il controllo della fauna selvatica nel particolare ambiente aeroportuale. Il corso consiste in due giorni e mezzo di lezioni in aula e di una mezza giornata di applicazioni pratiche presso l’aeroporto di Atene.
Per ulteriori informazioni
cliccare qui.
4 Dicembre - Eventi rilevanti del mese di Novembre 2009
Parecchi sono gli eventi rilevanti occorsi nel mese, almeno due dei quali molto preoccupanti. Ci riferiamo ai casi di Phoenix (2/11) e di Kansas City (14/11). Entrambi sono occorsi in quota, fuori dagli aeroporti, e sollecitano pertanto strategie di remote sensing, che in America sono peraltro già in fase avanzata. Nel primo caso si sono avuti problemi di pressurizzazione per un grosso foro nella fusoliera di un MD80, nel secondo sono stati coinvolti entrambi i motori di un A319. In ambedue i casi le sospettate sono sempre le oche canadesi, specie peraltro presente anche in Nord Europa. Da questa parte dell’Atlantico il caso di San Sebastian (10/11) ha sollevato le forti proteste e preoccupazioni della locale associazione piloti: per aeroporti in situazioni ambientali così al limite (l’aeroporto è circondato dall’acqua) occorrerebbero impegno e risorse eccezionali, che non sembrano essere impiegate. Chi invece le risorse le investe, come Vancouver, si trova ugualmente esposto a ben due casi (5 e 16/11) di impatti multipli al decollo, che in un caso hanno determinato riattaccate a catena di altri aerei in finale. Di Brescia si è già parlato diffusamente nelle news, mentre ancora si devono purtroppo rilevare impatti con mammiferi sulla pista, segnali evidenti di scarsa manutenzione delle recinzioni; stavolta (3/11) è andato distrutto un aeroplano nell’aeroporto di una capitale africana (non in una remota striscia nella jungla!) senza fortunatamente danni alle persone.
- 1 Novembre
loc. sconosciuta, Brussels Airline A330, trovati segni di bird strike dopo l’atterraggio del volo proveniente da Dakar;
- 1 Novembre
Porto, Ryanair B737, costretto a dirottare per la presenza di cani in pista;
- 1 Novembre
Zurigo, Swiss A320, a metà tratta rientra a Zurigo per vibrazioni a un motore ed a terra si scoprono tracce di un bird strike;
- 2 Novembre
Phoenix, Delta MD80, impatto con uno stormo di uccelli a 11.000 ft. dopo il decollo; aperto un foro nella parte destra con problemi di pressurizzazione; rientro immediato a Phoenix;
- 3 Novembre
Harare, Air Zimbabwe MA60 (Xian), impatta un facocero in decollo notturno e riporta danni rilevantissimi uscendo di pista;
- 5 Novembre
Vancouver, Air Canada B767, impatta con uno stormo di uccelli al decollo lasciando più di 50 carcasse sulla pista; il volo è proseguito regolarmente;
- 10 Novembre
San Sebastian, Air Nostrum Dash 8-300, in atterraggio impatta con uno stormo di un centinaio di gabbiani; ritrovate 46 carcasse sulla pista, danni sostanziali all’aereo; 13 Novembre, Darwin, Virgin Blue B737, rientra a Darwin dopo il decollo per un bird strike con ingestione nel motore destro;
- 14 Novembre
Kansas City, Frontier A319, impatto con uno stormo di uccelli a 4000 ft. con ingestione in entrambi i motori, uno viene spento e l’aereo rientra a Kansas City;
- 16 Novembre
Vancouver, Jazz CRJ100, decollo interrotto per bird strike multiplo; trovati in pista più di 40 piccoli uccelli morti;
- 17 Novembre
Kolkata, Jetlite B737, sospetto bird strike al decollo poi confermato dalla compagnia; rientro all’aeroporto di partenza;
- 19 Novembre
Brescia, Ryanair B737, impatta in atterraggio uno stormo di gabbiani alcuni dei quali vengono ingeriti da un motore; i gabbiani sono assifìdui frequentatori di una vicina discarica;
- 25 Novembre
Moncton, Morningstar B727, impatta con uno stormo di gabbiani in atterraggio; aereo danneggiato;
- 26 Novembre
Miami, American Airlines B757, impatto con uccelli attraversando 10.000 ft. rientra a Miami con danni minori;
- 29 Novembre
China West Air Boeing 737-300, flight PN-6105 from Chongqing, impatta un volatile in avvicinamento, qualche danno;
- 30 Novembre
Rio de Janeiro TAM A320, tra 500 e 1000 ft. impatta con un volatile che viene risucchiato in un motore e rientra all’aeroporto di partenza;
25 Novembre 2009 – Un altro impatto multiplo in atterraggio, questa volta a Brescia Montichiari
Secondo quanto riportato dalla stampa locale, nel pomeriggio del giorno 19 Novembre un a/m B737 della Ryanair proveniente da Alghero ha impattato uno stormo di gabbiani che abitualmente gravitano sulla vicina discarica A2A; una dozzina di uccelli sarebbero stati risucchiati in un motore. L’incidente non ha fortunatamente causato problemi alla manovra di atterraggio (diversamente da quanto accaduto ad uno stesso aereo a Ciampino un anno fa), ma ha determinato danni al motore stesso che hanno impedito la successiva ripartenza dell’aeromobile.
Non vengono riportate altre notizie e pertanto non si è in grado di conoscere il punto esatto dell’impatto, se siano state rinvenute carcasse sulla pista, la specie esatta dei laridi ecc….
Gli effetti attrattivi per gli uccelli di una discarica di rifiuti solidi urbani e le loro implicazioni sulla sicurezza dei voli sono ben noti, trattati e discussi a livello mondiale. La stessa ENAC ha recentemente emesso una propria informativa tecnica sulla messa in opera di nuovi impianti in prossimità degli aeroporti. E per le discariche già esistenti? A prescindere dall’essere vecchie o nuove, le discariche devono rimanere lontane dagli aeroporti almeno 13 Km. secondo i dettami ICAO, e comunque ubicate in luoghi tali da non creare pericoli. Per quelle esistenti quindi non c’è altro rimedio che il loro spostamento d’autorità in altro sito.
Il legislatore ha pertanto opportunamente inserito un nuovo articolo (714) nel Codice della Navigazione, che di seguito riportiamo in stralcio:
“ L’ENAC ordina, con provvedimento motivato, che siano abbattuti gli ostacoli non compatibili con la sicurezza della navigazione aerea o eliminati i pericoli per la stessa. “
24 Novembre 2009 – Bird strike multiplo in atterraggio a San Sebastian
Il COPAC, Colegio Official de Pilotos de la Aviacion Comercial, in un proprio comunicato stampa ha denunciato un clamoroso caso di bird strike multiplo avvenuto il 10 Novembre sull’aeroporto di San Sebastian in Spagna, finora non riportato da alcun altro mezzo di informazione. Secondo l’associazione, un Dash 8- 300 di Air Nostrum, volo IB 8856, proveniente da Barcellona avrebbe impattato uno stormo di un centinaio di gabbiani durante l’atterraggio a San Sebastian lasciando ben 46 carcasse sulla pista. L’aereo ha completato l’atterraggio senza conseguenze ma risulterebbe aver ricevuto danni sostanziali.
Il volo IB 8856 arriva normalmente intorno alle 21,30, cioè nella completa oscurità. L’aeroporto di San Sebastian si trova all’interno di una piccola insenatura ed è praticamente circondato dal mare. L’associazione piloti precisa inoltre che solo l’abilità dei piloti ha impedito una catastrofe. (cfr:
http://www.copac.es/prensa/nota_prensa.asp?id=181 )
18 Novembre – Ancora un impatto con ingestione in entrambe i motori
Dopo il ben noto evento del 15 Gennaio 2009, quando un A320 fu costretto ad ammarare nel fiume Hudson a New Tork, un altro caso di impatto con ingestione di volatili in entrambe i motori si è verificato negli Stati Uniti. La sera del 14 Novembre 2009 un aeromobile A319 della Frontier in partenza da Kansas City ha impattato uno stormo di non meglio precisati uccelli (probabilmente oche canadesi migratrici) a circa 4000 ft. L’equipaggio è stato costretto a spegnere un motore ed a rientrare solo con l’altro che poi è risultato anch’esso danneggiato.
Secondo la stampa americana, a bordo si sarebbero avute scene di panico anche perché sembra che dal motore più danneggiato fuoriuscissero fiamme e che un forte odore di bruciato si fosse diffuso in cabina.
Entrambe le circostanze in realtà sono piuttosto usuali in caso di bird strike. L’aereo è felicemente rientrato a Kansas City nove minuti dopo.
La doppia ingestione, definita finora un evento molto raro e statisticamente trascurabile, sembra al contrario divenuta piuttosto frequente; in Italia si sono avuti ben due casi in dieci mesi, a Ciampino nel Novembre 2008 (B737 Ryanair) e a Trapani nel Settembre 2009 (anch’esso B737 Ryanair). Un terzo caso si era verificato a Fiumicino nel Luglio 2007 (B767 Delta).
Tuttavia mentre i casi americani si sono verificati ad una quota superiore a 3000 ft., quelli italiani sono avvenuti praticamente al livello del suolo ed all’interno degli aeroporti o nelle immediate vicinanze.
Eventi rilevanti di Ottobre 2009
Probabilmente ciascuno di questi eventi meriterebbe un’attenta analisi ed un commento; purtroppo il tempo e la mancanza di informazioni più dettagliate ci impedisce di farlo. Notiamo però che in un mese sono state riportate almeno 10 ingestioni delle quali una ad entrambe i motori (19 Ottobre, Irlanda); ricordiamo che fino a poche settimane alcune autorità aeronautiche sostenevano che l’ingestione di volatili in entrambe i motori (di un bimotore) è un evento rarissimo e statisticamente trascurabile. Purtroppo i fatti stanno dimostrando il contrario: cinque eventi in due anni (Burgas 2008, Roma Ciampino 2008, New York 2009, Knock 2009, Trapani 2009).
- 5 Ottobre
Westchester, Jetblu E190, impatto con uccelli scoperto ore dopo a terra;
- 6 Ottobre
Ajaccio, CCM A 319, interrompe il decollo ad alta velocità per ingestione di un uccello in un motore;
- 6 Ottobre
Los Angeles, Qantas B747, durante la salita iniziale un uccello colpisce il radome che viene danneggiato; rientro a LAX;
- 8 Ottobre
Eugene, Allegiant Airlines MD83, impatto con un grosso volatile in atterraggio; danni alle luci di atterraggio;
- 11 Ottobre
Fukuoka, JAL B 767, ingestione di un volatile nel motore destro durante la salita iniziale a circa 500 ft, rientro all’aeropoorto di partenza;
- 11 Ottobre
Rochester, Delta MD88, impatta al decollo con uno stormo di gabbiani e rientra in emergenza col motore sinistro in avaria;
- 12 Ottobre
Invercargill, Air Nelson DH8C, interrompe il decollo per urto dell’elica con un gabbiano;
- 13 Ottobre
Yellowknife, Canadian North B 737, bird strike al decollo, probabilmente con Zigoli delle nevi (Plectrophenax nivalis); problemi ad un motore e rientro in emergenza, motore sbarcato;
- 14 Ottobre
Ajaccio, CCM A 319, ingestione di un volatile in un motore subito dopo il decollo, rientro ad Ajaccio, tre fan blades danneggiate;
- 14 Ottobre
Ginevra, British Airways A 319, impatto durante la salita iniziale e rientro in emergenza; nessun danno;
- 15 Ottobre
Dakar, Brussels Airlines A330, ingestione di volatile durante la fase di avvicinamento ; fan blades danenggiate;
- 19 Ottobre
Oslo, Norwgian Air Shuttle B737, impatto multiplo con anatre in avvicinamento, ingestione di almeno una in un motore;
- 19 Ottobre
Knock, bmibaby B737, impatto con uno stormo di uccelli in decollo, dirotta su Shannon; ingestione di uccelli in entrambe i motori, danni sostanziali in uno di essi, minori nell’altro;
- 19 Ottobre
Vancouver, Air Canada E190, colpisce uno stormo di grossi uccelli a circa 500 ft. dopo il decollo, rientro precauzionale;
- 19 Ottobre
Teheran, Bukovyna Aviation MD-83, un uccello viene risucchiato in un motore immediatamente dopo il decollo; rientro precauzionale ad un solo motore;
- 23 Ottobre
Mosca, Rossiya A319, un uccello viene risucchiato da un motore immediatamente dopo il decollo; rientro precauzionale ad un solo motore;
- 23 Ottobre
Addis Abeba, Ethiopian B757, interrompe il decollo dopo aver ingerito un uccello in un motore;
- 23 Ottobre
Flint, AirTran B737, dichiara emergenza dopo un bird strike in decollo a circa 1000 ft. e rientra all’atterraggio;
- 28 Ottobre
Sacramento, Soutwest B 737, il motore destro impatta con volatile all’atterraggio;
- 30 Ottobre
London City, Swiss Avro RJ100, impatta uno stormo di uccelli dopo il decollo prima dell’alba; dirotta su Stansted e riporta danni a due motori su quattro;
- 31 Ottobre
Minneapolis, Northwest B757, impatta uno stormo di colombi in decollo, rientra all’aeroporto di partenza ma tutte le piste sono ancora invase da uccelli che ritardano tutte le operazioni;
29 Ottobre 2009 - Relazione 2008 del BSCI - Osservazioni e commenti
Il Bird Strike Committee Italy, che, come si sa, è ora un organo dell’ENAC, ha diffuso la relazione annuale per il 2008 sullo stato degli aeroporti italiani. Nella premessa il Committee osserva come lo scorso anno si sia riscontrato un aumento delle segnalazioni da parte dei soggetti interessati ed un miglioramento della risposta dei gestori nell’ottemperare agli obblighi procedurali posti dalla normativa vigente. Tuttavia ritiene sia inconfutabile anche un incremento della presenza di uccelli in prossimità degli aeroporti che richiede una risposta in termini di interventi sulle fonti attrattive interne.
Il BSCI nota inoltre un incremento del numero delle segnalazioni (di impatti) anche a fronte di una diminuzione del numero di movimenti di aeromobili e nonostante dal punto di vista metodologico siano stati opportunamente inseriti nel conteggio i voli militari, di aviazione generale, e quelli “non tariffati” (leggi: scuola, Stato, Protezione Civile ecc...).
Gli impatti
Il numero totale degli impatti riportati è di 857, dei quali 646 (75,3%) sono avvenuti al disotto dei 300 ft. e 211 (24,7%) al di sopra. Rispetto all’anno precedente gli impatti complessivi sono aumentati del 21%, quelli sotto i 300 ft. del 18% e gli altri del 30%.
Eventi |
Diff. % fra 2007 e 2008
|
Impatti complessivi |
+ 21% |
Impatti sotto 300 ft. |
+ 18% |
Impatti sopra 300 ft. |
+ 30% |
Impatti con danni <300 ft. |
+ 29% |
Impatti multipli <300 ft. |
+ 57% |
Impatti con ingestione <300 ft. |
- 39% |
Impatti con effetti sul volo <300 ft. |
+ 22% |
Preoccupa in questa tabella l’incremento molto consistente degli impatti multipli, mentre in qualche modo consola relativamente la riduzione delle ingestioni di volatili nelle turbine, anche se in numero assoluto si sono verificati 11 eventi, quasi uno al mese.
Inoltre un quinto di tutti gli impatti sotto i 300 ft. hanno determinato conseguenze, quali ritardi, cancellazioni, riprotezioni, per tacere delle riparazioni spesso molto costose.
Il rateo annuo degli impatti complessivi su 10.000 movimenti (d’ora in avanti x/10K mvt.) passa dal 3,88 del 2007 al 4,91 del 2008, mentre lo stesso valore riportato agli impatti sotto i 300 ft. passa da 2,98 a 3,70. Sono valori oggettivamente alti, anche considerando che la soglia di attenzione posta dall’ENAC a 5/10K è piuttosto generosa.
Meno significativa appare la comparazione fra i valori italiani e quelli di altri paesi europei, dalla quale sembrerebbe arguirsi che i nostri sarebbero addirittura più bassi; infatti i nostri sono aggiornati al 2008 e gli altri variano dal 2000 al 2005. Se si guarda invece agli Stati Uniti, che presenta dati aggiornati al 2007, il rapporto fra il nostro (media triennale) 4,71 e il loro 1,72 appare illuminante.
Inoltre non conosciamo nel dettaglio i criteri seguiti dagli altri paesi per il calcolo, per cui tali comparazioni ci sembrano inutili, se non fuorvianti.
Fasi di volo in cui avvengono gli impatti
Resta confermato che le fasi di volo più soggette ad impatto sono la corsa di decelerazione (50% degli impatti) e la corsa di decollo (29%); sostanzialmente il 79 % degli impatti negli aeroporti italiani avviene al suolo.
Non è quindi chiaro perchè, trattando delle quote in cui gli impatti si verificano, la relazione indichi quelli avvenuti al livello del terreno solo al 65%.
Evoluzione temporale degli impatti
Come prevedibile, gli impatti si concentrano principalmente nel periodo estivo, ad eccezione dei gabbiani che presentano rischi anche in autunno, mentre il picco giornaliero si verifica nelle prime ore della mattina per poi calare gradatamente fino alla sera.
Tali riscontri, unitamente alla collocazione geografica degli aeroporti, dovrebbero essere molto utili ai gestori aeroportuali per calibrare le strategie di prevenzione e di allontanamento anche in funzione dei costi.
Parti degli aerei danneggiate
La relazione riporta una tabella analitica circa le parti degli aerei colpite; notiamo come prima cosa che il numero complessivo degli eventi dei quali viene riportato il punto di impatto è di 342; se lo paragoniamo al numero degli impatti totali (857), ricaviamo che del 60% degli impatti non conosciamo il punto preciso.
Tuttavia, rielaborando la tabella, si ricava che il 14% degli impatti (47 eventi su 342) ha coinvolto i motori dell’aeromobile. In 12 casi su 47 (26%) vi è stato un danneggiamento degli stessi, mentre in almeno 6 casi sui 12 eventi vi è stata la rottura del motore. I danneggiamenti dei motori costituiscono poi il 46% del totale delle parti danneggiate.
Le specie coinvolte
La relazione prosegue elencando le specie di uccelli più coinvolte negli impatti, riscontrando così che il primato appartiene ancora, e purtroppo, a quelle non identificate (34%), seguite da rondini/rondoni (18%), dai gabbiani (18%) e dai gheppi (16%).
Aggiungiamo che il peso corporeo delle rondini/rondoni è di circa 25/80 gr., il gabbiano può superare il chilo ed il gheppio pesa sui 200/300 gr. E’ pertanto evidente che in termini di pericolosità è il gabbiano a costituire il maggior problema. Notiamo ancora come nel 2008 non si siano riscontrari impatti con cornacchie, nonostante la loro presenza sia abbastanza comune sui nostri scali. Ciò conferma l’assunto che tale specie sia in grado di “imparare” regole di comportamento che la tengano lontana dalle aree aeroportuali più soggette ad impatti.
Notevoli, per quanto fortunatamente pochi, due impatti con cigni, che possono raggiungere anche i 15/20 kg. e creare notevoli problemi ad un aereo in volo, e ben 14 con aironi dal peso che può superare abbondantemente il kg. Non è dato conoscere le circostanze di tali eventi.
Considerando anche la collocazione geografica degli aeroporti in funzione del peso del volatile impattato, osserviamo che gli aeroporti costieri (a meno di 30 km. dal mare) presentano più elevati coefficienti di rischio di danneggiamenti, dovuto alla maggior presenza di gabbiani rispetto alle altre specie critiche.
Le ricerche naturalistiche
La normativa vigente pone questo onere al verificarsi di alcuni eventi previsti dalla circolare APT 01 A. Di seguito presentiamo una tabella riepilogativa dello stato delle ricerche naturalistiche.
Aeroporti considerati |
% |
Non hanno presentato la ricerca |
% |
Ricerca valutata non idonea |
% |
37 |
100 |
8 |
21.6 |
3 |
8.1 |
Si ricava pertanto che quasi un terzo degli aeroporti italiani (29,7%) non ha presentato alcuna ricerca o essa non è stata ritenuta idonea. Naturalmente qualcuno degli 8 aeroporti che non ha presentato la ricerca può essersi trovato sotto la soglia di attenzione di 5/10K mvt. o non ha riscontrato gli altri eventi previsti, cioè potrebbe non esservi tenuto, anche se, per conoscenza diretta, più della metà di quegli otto aeroporti hanno una situazione non idilliaca.
Il Piano di prevenzione
La ricerca individua la necessità che ciascun aeroporto si doti di uno specifico Piano di prevenzione. Questo è lo strumento operativo per condurre efficacemente la lotta contro l’avifauna sia in termini preventivi (es. gestione dell’habitat) che di allontanamento.
Aeroporti considerati |
% |
Piani non presentati |
% |
Piani approvati (su 27 presentati) |
% |
37 |
100 |
10 |
27
|
12 |
44 |
Cioè a dire che quasi un terzo degli aeroporti italiani non possiede uno specifico Piano di prevenzione e che più della metà dei Piani presentati all’ENAC non è stata ancora valutata dall’Ente o non è stata ritenuta da questo idonea.
Gli aeroporti
L’elencazione aeroporto per aeroporto fatta dal BSCI è piuttosto analitica e non consente una lettura generale e complessiva del fenomeno; abbiamo quindi tentato di elaborare i dati secondo criteri diversi che ci consentano di proporre chiavi di lettura maggiormente significative.
Un primo commento è di natura metodologica: come più volte enunciato, il numero degli impatti da solo non può essere utilizzato per una descrizione della gravità del fenomeno. Cento impatti con uccelli di pochi grammi non sono più gravi di 5 impatti multipli con oche canadesi di 8 chili. Tuttavia in assenza di una matrice di rischio per ciascun aeroporto (vedi News del 23.6.2009), non abbiamo alcuna altra metodologia di lavoro (e del resto neppure l’ENAC).
Abbiamo quindi evidenziato quanti aeroporti si trovavano nel 2008 al di sopra della soglia di attenzione fissata dalla norma a 5/10K mvt. e quanti si trovavano ad un livello immediatamente inferiore, cioè con x/10K da 4 a 5.
Aeroporti considerati |
% |
>5/10K |
% |
Da 4 a 5/10K |
% |
35 |
100 |
10 |
28.6
|
8 |
22.8 |
Mentre circa un terzo degli aeroporti italiani si trova al di sopra della soglia di attenzione legale, come detto già di per sè eccessivamente tollerante, se comprendiamo nel novero anche i casi con rateo leggermente inferiore, riscontriamo che oltre la metà (51,4%) degli aeroporti versa in una situazione che definiremmo preoccupante.
Inoltre a conferma che a qualcosa ricerche e piani servono, notiamo che dei dieci aeroporti sopra soglia, sei non dispongono nè di una ricerca nè di un piano, mentre degli 8 che si trovano un gradino più sotto, ben 7 non hanno visto per varie ragioni i propri piani approvati dall’ENAC.
La relazione annuale
Uno degli obblighi posti al gestore dalla APT 01 A è quello di predisporre ogni anno una relazione annuale sul fenomeno bird strike nel proprio aeroporto. La relazione è un pò il bilancio di un anno di attività ed è anche in genere la misura dell’attenzione che il gestore dedica al problema.
Su 35 aeroporti considerati solo 5 (14%) non hanno presentato la relazione annuale; purtroppo, e paradossalmente, due di essi sono aeroporti gestiti direttamente dall’ENAC.
La Bird Control Unit (BCU)
La solita circolare APT 01 A prevede che ogni aeroporto interessato si doti di una BCU, ovvero di un nucleo di personale più o meno specializzato incaricato di procedere, possibilmente senza altre incombenze, all’allontanamento degli uccelli , al monitoraggio ed alle ispezioni nelle aree operative.
Quattro aeroporti sui 35 considerati (11,4%) non risultano avere una BCU.
A conferma dell’utilità di tale strumento operativo ricordiamo che due dei quattro aeroporti in questione,
Trapani e Treviso, hanno ratei di impatto rispettivamente di 6,1 e di 18,3/10K mvt.
Le ispezioni nelle aree operative
Compito delle BCU è quello di effettuare le ispezioni nelle aree operative e, laddove presenti, scacciare i volatili avvalendosi dei mezzi di allontanamento di cui sono dotati.
Ma quante ispezioni vengono condotte giornalmente? La tabella sotto mostra i dati riferiti dagli stessi aeroporti.
Numero ispezioni giornaliere |
% |
|
|
Nessuna ispezione |
5,8 |
Da 1 a 6 |
39,7 |
Oltre 6 |
8,5 |
Ispezioni continue |
46,0 |
|
100 |
Sarebbe ovviamente incommentabile il fatto che il 6% degli aeroporti italiani non effettui alcuna ispezione pista; preferiamo pensare che si tratti di informazioni non trasmesse o di altri problemi di comunicazione e che in realtà qualche forma di controllo e osservazione esista. Consolante è invece quel dato del 46% di aeroporti (quasi la metà) che ha una struttura dedicata che opera a ciclo continuo.
Il trend dei ratei
Interessante può anche essere la verifica di quale sia l’andamento rispetto all’anno precedente del rateo x/10K mvt. Per tutti gli aeroporti.
Aeroporti considerati |
35(100%) |
|
|
Trend in aumento |
23 (65,7%) |
Trend in diminuzione |
11 (31,4%) |
Trend invariato |
1 (2,9%)
|
Si evidenzia così che due terzi degli aeroporti italiani ha un trend di impatti in crescita. Ma di quanto?
Trend in aumento |
23 aeroporti |
100 % |
Da 0,1 a 1,0 |
8 |
34.8 |
Da 1,0 a 3,0 |
11 |
47.8
|
Oltre 3,0 |
4 |
17.4 |
Come è agevole osservare, il 65% degli aeroporti con trend in aumento ha crescite piuttosto consistenti con valori da 1 a oltre 3.
I mezzi di allontanamento
La relazione illustra quindi la frequenza di impiego dei principali mezzi di allontanamento conosciuti, evidenziando come i metodi più diffusi siano di tipo acustico, ed in particolare i distress call, veicolari o mobili, per una percentuale che si aggira sul 30% del totale.
E’ una rilevazione oggettiva della situazione in essere che nulla però ci dice sull’efficacia degli stessi in generale, ed in quel dato ambiente in particolare, così come per nessuno degli altri mezzi presi in considerazione.
L’argomento deve essere affrontato in sede di monitoraggio annuale del piano di prevenzione di ciascun aeroporto ed è demandato a ciascuna società di gestione di proporre modifiche ed integrazioni al piano stesso qualora esso si fosse dimostrato inadeguato. Abbiamo visto in precedenza che il 51,4% degli aeroporti viaggia con ratei annui preoccupanti, sopra la soglia di attenzione o immediatamente sotto, e che ben il 65,7 degli aeroporti italiani presenta incrementi nel rateo degli impatti annui: ci aspettiamo che l’ENAC ne tragga le conseguenze anche in termini di valutazione dei sistemi impiegati.
Provenienza delle segnalazioni
Il BSCI rappresenta che il 42% delle segnalazioni di bird strike proviene dalla soc. Alitalia, il 13% dalla Ryanair e l’8% da AirOne. Per avere un’idea delle compagnie “virtuose” sarebbe stato opportuno conoscere anche la suddivisione percentuale dei voli.
Conclusioni
Innanzi tutto la relazione dell’ENAC, a nostro giudizio, è ben fatta e rappresenta uno strumento idoneo a comprendere la realtà del nostro Paese. Purtroppo risente ancora di una certa carenza di dati e di informazioni, che devono pervenire dagli aeroporti e dagli operatori.
Inoltre l’impostazione il più delle volte analitica, specie quando si parla degli aeroporti, non consente a prima vista una valutazione generale del fenomeno.
Ciò premesso, ciascuno può farsi una propria idea leggendo sia la relazione integrale che queste brevi note di commento.
La nostra idea, per chiamare le cose col loro nome, è che la situazione sia oggettivamente preoccupante, in specie negli aeroporti medio-piccoli; troppi sono gli aeroporti sopra soglia a dieci anni dalla prima emissione della circolare APT 01, e troppi quelli con ratei positivi di crescita degli impatti; troppi quelli senza adeguati mezzi di prevenzione e, temiamo, ancora molti senza una adeguata cultura della sicurezza per quello che riguarda il fenomeno dei bird strikes.
I recenti inconvenienti gravi del 2009 ci inducono a ritenere che le cose non stiano migliorando; li ricordiamo brevemente:
Firenze, 14 Luglio: impatto multiplo con ingestione di volatili nel motore dx;
Parma, 1 Agosto: impatto multiplo con ingestione di gabbiani nel motore sx;
Trapani, 5 ottobre: impatto multiplo al decollo con danneggiamento di entrambe i motori.
Non possiamo quindi che condividere le iniziative che l’ENAC intende intraprendere per fronteggiare il fenomeno, sacrosante a nostro avviso, e che elenca puntualmente al termine della relazione.
26 Ottobre – Pubblicata la Relazione annuale 2008 del Bird Strike Committee Italy
Sul sito internet dell’ENAC (
www.enac.gov.it) è stata pubblicata la Relazione Annuale 2008 del Bird Strike Committee Italy.
19 Ottobre 2009 – Si sta facendo abbastanza?
L’8 Ottobre scorso la FAA ha comunicato che i casi di grave runway incursion sono diminuiti del 50% nell’anno fiscale 2009 rispetto al corrispondente periodo del 2008. Una runway incursion si verifica allorché qualcosa o qualcuno entra in una pista senza autorizzazione; una incursion grave si ha quando si è sfiorata una collisione o vi è stato un potenziale rischio che ha richiesto un’azione correttiva immediata. E’ una notizia bella ed importante che premia il lavoro di anni, cospicui investimenti e dispiego di risorse in informazione, nuove procedure ed addestramento. Significa soprattutto che quando si vuole fermamente raggiungere un obbiettivo, i risultati alla fine si ottengono. Nel nostro campo, al contrario, dobbiamo rilevare una preoccupante stasi, nonostante il fenomeno bird strike sia in costante aumento, con alcuni casi anche clamorosi portati all’attenzione dell’opinione pubblica. Spesso ci capita di stimolare l’ENAC perchè dedichi maggiore attenzione al problema, ma, come vedremo, il panorama internazionale non è molto migliore.
A livello planetario le direttive per la prevenzione sono dettate dall’ICAO; l’ufficio competente è rimasto senza un direttore per molto tempo dopo il pensionamento del precedente, e solo di recente tale figura è stata nominata. Non vorremmo peraltro che il patrimonio di competenze ed esperienze precedentemente accumulato dovesse essere ricostruito praticamente da zero.
L’International Bird Strike Committee, massimo organo tecnico mondiale, è una associazione volontaria privata, composta da membri provenienti dalle più svariate organizzazioni; pur essendo presente ed attiva da anni, non riesce a risolvere le contraddizioni circa il proprio ruolo, i rapporti con l’ICAO e le amministrazioni dell’aviazione civile e degli aeroporti; quello che a nostro giudizio dovrebbe essere il consulente tecnico dell’ICAO e degli Stati rimanda di anno in anno la propria riorganizzazione e perfino l’elaborazione del proprio statuto, che dovrebbe finalmente vedere la luce nel 2010. Il suo sito internet è fermo al Giugno 2009, ma in quella data fu aggiornato solo per annunciare l’ultimo meeting poi tenutosi a York. In quella sede si decise di sostituire i Working Groups con dei Task Groups dei quali non si sa praticamente nulla e che non sono mai partiti. A livello di organizzazioni nazionali, la più importante di tutte, la FAA, aveva deciso di rendere riservati i dati degli impatti per non scontentare gli aeroporti, ed è stata costretta ad un rapido dietro front solo da una sollevazione popolare.
L’EASA non dispone di un esperto in bird strike e per il momento non intende disporne. L’Unione Europea non risulta si occupi di questo fenomeno, fatto salvo l’obbligo di comunicare gli eventi significativi per la sicurezza, inclusi i bird strikes, alle autorità nazionali. Insomma, il panorama non è dei migliori, e nonostante alcuni recenti eventi abbiano portato il problema all’attenzione del grande pubblico (in primis l’ammaraggio sull’Hudson), non si profila all’orizzonte un massiccio programma di iniziative ed investimenti per contrastare il fenomeno, quale invece si è visto in passato per altri problemi di sicurezza come il wind shear e le runway incursions, dalle quali eravamo appunto partiti.
5 Ottobre – NTSB emana nuove raccomandazioni per la prevenzione contro i bird strike
Il 4 Marzo 2008 un Cessna 500 Citation, circa due minuti dopo il decollo da Oklahoma City (PWA), precipitò e si distrusse al suolo a seguito di un impatto con uno stormo di pellicani bianchi americani (Pelecanus erythrorhynchos). Secondo l’Ente la causa probabile dell’incidente fu il danno sostenuto dalla struttura alare a seguito dell’impatto che determinò la perdita di controllo dell’aeromobile. Il National Trasportation Safety Board degli Stati Uniti ha perciò emesso a seguito dell’investigazione tecnica dieci nuove raccomandazioni, quattro delle quali riguardano espressamente il problema dei bird strike:
- Revisione dei requisiti di certificazione degli aeromobili:
Il NTSB ritiene che gli attuali standard di certificazione siano insufficienti in quanto non basati sui rischi effettivi legati ad un bird strike, visti gli attuali trend di crescita sia degli impatti stessi che della popolazione ornitica; inoltre tali standards consentono livelli di protezione inferiori per alcune strutture dello stesso aeroplano (attualmente i requisiti prevedono che il parabrezza ed altre strutture, incluse le ali, debbano resistere ad un impatto con un uccello del peso di 4 libbre, mentre l’impennaggio di coda deve sopportare un impatto con un volatile di 8 libbre).
- Ottemperanza degli aeroporti al requisito che impone una valutazione del rischio di impatto con fauna selvatica.
Il NTSB è preoccupato che per il fatto che alla FAA fosse sfuggito che l’aeroporto in questione non aveva prodotto un piano per la valutazione del rischio, considerando che lo stesso aeroporto è circondato da numerosi fattori attrattivi per la fauna e che la circostanza era nota alla FAA per aver approvato un analogo piano ad un aeroporto vicino.
- Linee guida informative per ciascun aeromobile,
a cura dei costruttori, per minimizzare la gravità degli effetti di un impatto con volatili. Poiché la gravità dei danni subiti dipende essenzialmente dall’energia cinetica applicata, ed essa è in funzione della massa dell’animale e della velocità dell’aereo, dovrà essere possibile per ciascun tipo di aeromobile prestabilire velocità, in funzione del peso del volatile, che risultino compatibili con gli standard di certificazione; sarà quindi possibile stabilire velocità minime di sicurezza in funzione del peso dell’aereo e del settaggio flap.
- Comunicazione all’autorità di tutti gli eventi di bird strike.
Il NTSB pone in rilievo il fatto che tali dati, incluse le specie coinvolte, sono essenziali per la valutazione del rischio e per la stessa prevenzione.
5 Ottobre 2009 – Bird strike multiplo a un B737 Ryanair a Trapani
Ancora un inconveniente grave ad un aeromobile Ryanair. L’ANSV ha aperto un’inchiesta tecnica per inconveniente grave occorso in data 29 settembre al Boeing 737/800 EI –DWD. Secondo quanto riportato dall’Agenzia, al momento del decollo per Charleroi il velivolo avrebbe impattato uno stormo di uccelli che avrebbero causato danni ad entrambe i motori. Alcune fonti locali riportano che l’aereo sarebbe atterrato immediatamente in emergenza sull’aeroporto di Trapani dopo l'impatto con uno stormo di colombacci (Columba palumbus) con ingestione di alcuni di essi ed il danneggiamento di alcune palette in entrambe i motori. Secondo gli ultimi rilevamenti ENAC risalenti al 2007, l’aeroporto di Trapani non ha mai inviato la relazione annuale relativa agli eventi di bird strike, prevista come obbligatoria dal Regolamento per la Costruzione e l’Esercizio degli Aeroporti; in base alla documentazione in possesso dell’Ente, tuttavia, a fronte di un numero di 8700 movimenti, vi sarebbero stati 27 eventi di bird strike con un rateo di 31 impatti ogni 10.000 movimenti. Ricordiamo che la soglia di “attenzione” in Italia scatta al raggiungimento dei 5/10.000. Inoltre di tutti i 27 impatti il 61 % delle specie coinvolte non è stato identificato.
Trapani Birgi è un aeroporto militare il cui comando aveva a suo tempo predisposto un dettagliato piano BASH (Bird Aircraft Strike Hazard), con una serie di prescrizioni sia di carattere ambientale preventivo che per l’allontanamento dei volatili. In assenza di una relazione da parte del gestore civile Airgest, non si è in grado di conoscere quali misure siano attualmente in essere per la prevenzione dei bird strike, anche se il rateo annuo degli impatti lascia intendere che esse, ammesso che esistano, non si sono rivelate efficaci, almeno fino al 2007. L’ENAC ricorda infatti che il trend di impatti è in crescita dal 2005, passando da un rateo di 10,2/10K a 21,9 nel 2006 ed infine a 31 nel 2007. Pare che al momento siano in corso trattative fra gestore privato e Aeronautica Militare per la predisposizione congiunta di misure preventive.
Ci asteniamo da ogni commento.
Ci aspettiamo invece che l’ENAC prenda al più presto le misure necessarie per riportare la situazione sotto controllo, anche perché, secondo alcune fonti, l’aeroporto di Trapani risulta essere stato appena certificato da parte dell’ENAC come “conforme” al proprio Regolamento.
Settembre 2009
- 2 Settembre
Rio de Janeiro, GOL B 737, bird strike al decollo, rientro all’aeroporto di partenza per ingestione volatile in un motore;
- 4 Settembre
Adelaide, Tiger Airways A320, decollo interrotto per impatto con stormo di Cacatua rosati (Eolophus roseicapillus) ed ingestione in un motore di almeno uno con danni ingenti;
- 4 Settembre
Recife, BA Cityflyer ERJ170, bird strike dopo il decollo e ritorno a Recife; danni al muso;
- 4 Settembre
Miyazaki, Skynet Asia B737, trovata ammaccatura sul flap destro dopo l’atterraggio dovuta a bird strike;
- 7 Settembre
Oita, ANA B 737, decollo interrotto ad alta velocità per ingestione uccello nel motore sinistro;
- 11 Settembre
Bangkok, Finnair MD 11, risucchia un volatile nel motore destro al decollo, rientro a Bangkok;
- 11 Settembre
Sanya, China Eastern B737, decollo interrotto ad alta velocità per impatto con uccelli su un ala; ammaccatura e squarcio sul bordo d’attacco;
- 12 Settembre
Mumbai, Air India A321, costretto al riattaccare per la presenza di un cane in pista;
- 17 Settembre
Sabiha Gokcen, Turkish Airlines B737, decollo interrotto per impatto di un volatile su un motore, nessun danno;
- 22 Settembre
Dalian, China Eastern B 737, ingestione di un volatile nel motore dx dopo il decollo, rientro a Dalian con un solo motore;
- 27 Settembre 2009
Dusseldorf, Germania B737, impatto con uno stormo di storni immediatamente dopo il decollo, ingestione di uccelli nel motore destro e rientro a Dusseldorf;
- 28 Settembre
Greenville, Air Wisconsin CRJ2,riporta un impatto con volatile a 14.000 ft., lievi danni ad un pannello sotto il parabrezza;
- 28 Settembre
Quingdao, China Eastern B 737, impatto con volatile durante l’avvicinamento;
- 29 Settembre
New York (La Guardia), Delta MD88, bird strike in finale, danni al muso;
- 29 Settembre
Trapani, Ryanair B737, impatto multiplo al decollo con danni ad entrambe i motori; atterraggio di emergenza a Trapani;
23 Settembre – Conferenza Bird Strike Committee Nord America
Come annunciato, BC & T ha partecipato con un proprio delegato alla Conferenza dei Bird Strike Committees del Nord America, che si è tenuta dal 14 al 17 Settembre 2009 nella splendida città canadese di Victoria (B.C.), sull’isola di Vancouver.
Al meeting hanno preso parte 260 delegati provenienti da 20 paesi. Complessivamente sono state svolte circa 40 presentazioni. La conferenza era articolata in otto sessioni: Risks and Strategies to Reduce Risks, Aircraft Design & Consequences, Population, Managent and the Courts, Radar Technology, Methodology, Habitat Management and Land Use, Wildlife Management, Raptor Relocation.
Come era prevedibile, poche sono state le presentazioni che non hanno menzionato il volo US Airways 1549 ammarato sull’Hudson il 15 Gennaio di quest’anno, segnale evidente di quanto questo evento abbia toccato alcuni nervi scoperti e messo in luce anche alcune lacune organizzative (in questo senso tutto il mondo è paese). Fra i molti interventi significativi ricordiamo quello di Paul Eschenfelder (USA), che ha illustrato la minore intensità dell’approccio alla questione bird strike da parte degli enti preposti, rispetto a problemi come wind shear, ceneri vulcaniche o deicing; o quello di Tom Kelly (Irlanda) sulla possibilità che il tipo di aeromobile possa influire sulle probabilità di impatto. Argomento molto dibattuto è stato anche l’utilizzo di radar per l’individuazione a distanza di stormi di uccelli sui sentieri di decollo e atterraggio. Gli italiani erano pochini ma hanno fatto la loro figura, anche se purtroppo non era presente alcuna delegazione istituzionale.

Valter Battistoni (
nella foto), delegato BC&T, ha presentato l’analisi di una sentenza in materia di bird strike, il c.d. processo Antonov di Genova, peraltro ampiamente documentato e commentato in questo stesso sito. La presentazione è stata particolarmente apprezzata e sono state richieste diverse copie delle slides (l’intervento è peraltro pubblicato integralmente on line agli atti del convegno).
Molto interessante, anche in vista di un utilizzo pratico, è stata la presentazione di ulteriori dati sui tempi di reazione e fuga degli uccelli all’apparire del “Falco Robot GBRS”™, esposta da Paolo Iori, Alessandro Montemaggiori (La Sapienza, Roma) e Esteban Fernandez Juricic (Purdue University, Indiana), che hanno raccolto ed elaborato i dati provenienti da mesi di sperimentazioni su discariche in USA e Europa. Il falco radiocomandato ha dimostrato di essere in grado di liberare completamente dai volatili una discarica in massimo 10 secondi, tempo eccezionale se si pensa al forte potere attrattivo che i rifiuti alimentari esercitano sugli uccelli. Negli aeroporti i tempi sono addirittura inferiori. Anche in questo caso l’apprezzamento è stato notevole e diverse sono state le richieste di contatto per possibili accordi commerciali. Ricordiamo che il “Falco Robot GBRS”, idea italiana e sviluppo italo-spagnolo, viene attualmente sperimentato dalla nostra Aeronautica Militare, mentre è già in uso in alcuni aeroporti del sud America. Curiosamente il dispositivo, che è stato definito come la novità più significativa degli ultimi vent’anni a livello mondiale, dopo alcuni test condotti con successo a Genova, e Fiumicino (quest’ultimo documentato anche in questo sito), non sembra interessare molto gli aeroporti civili italiani.
Dopo il convegno lo staff della Bird Raptor Internacional S.A., che cura la produzione e la commercializzazione del dispositivo si è trasferito nel vicino aeroporto di Seattle Tacoma per una serie di test, su invito dell’amministrazione dell’aeroporto. Per una più completa disamina degli interventi ed ulteriori notizie si rimanda al sito
www.birdstrikecanada.com.
3 Settembre – Un caso da meditare
L’Autorità Bulgara per l’investigazione degli incidenti aerei ha rilasciato la relazione finale su un evento occorso in data 3 Agosto 2008 sull’aeroporto di Burgas, che vale la pena di riportare e commentare.
Il fatto - Un A320 della BH Balkan Holidays decolla di primo mattino alla volta di East Midlands con 175 persone a bordo. Immediatamente dopo che le ruote del carrello principale si sono staccate dal suolo, ad un’altezza di circa 3 metri l’aereo impatta uno stormo di gabbiani reali, un certo numero dei quali viene risucchiato da entrambe i motori. Vengono inoltre riportati danni agli slats, a tutti i circuiti idraulici del carrello sinistro e alle luci di atterraggio. Nonostante le vibrazioni dei motori ben al di là dei limiti operativi, l’equipaggio riesce ad accelerare l’aeroplano ed a effettuare un atterraggio di emergenza per pista opposta a quella di decollo oltre il peso massimo previsto.
Le cause - L’Agenzia conclude la relazione indicando come probabili cause: a) una collisione con uccelli che ha causato danni all’aeromobile; b) un inefficace controllo della fauna avicola da parte dell’aeroporto di Burgas.
Fattori contributivi: 1) mancanza di un adeguato programma per la determinazione del rischio derivante dalla presenza di uccelli intorno all’aeroporto; 2) mancanza di strutture organizzative per la definizione di chiare responsabilità circa il controllo della fauna selvatica.
L’aeroporto di Burgas è molto vicino al lago Atanasov, che dà rifugio a più di 100 specie di uccelli, anche migratori. Inoltre dista poche centinaia di metri dalla costa del Mar Nero. La zona circostante l’aeroporto è intensivamente coltivata; sul prolungamento della pista di decollo vi era stata da poco una profonda aratura del terreno, che aveva creato una particolare attrattiva per i volatili in un punto in cui gli aerei passano ad un’altezza di 30/40 metri. Tutto intorno vengono coltivati girasoli che di per sé costituiscono una forte attrattiva per gli uccelli. Sul prolungamento della pista opposta, a circa 3 km. dalla soglia è ubicata una discarica di rifiuti solidi urbani, fuorilegge secondo la normativa locale, ma tuttavia operativa.
Dall’analisi dell’incidente emerge netta la considerazione che i bird strikes non possono essere definiti in assoluto casi fortuiti od eventi imprevedibili. Essi hanno quasi sempre una precisa origine e causa. Nel caso in questione si parte dall’ubicazione stessa dell’aeroporto, sito fra il mare, un lago e terreni agricoli intensamente coltivati, oltre che trovarsi nei pressi di importanti rotte migratorie. Segue l’organizzazione per la gestione del rischio, a partire dal risk assessment, e per le misure di prevenzione ed allontanamento, responsabilità a quanto pare suddivise fra tre enti aeroportuali, ed affidate a sei cannoni a gas, due dei quali inefficienti al momento dell’incidente. Infine la totale mancanza di controllo sull’intorno aeroportuale, fra usi agricoli e discariche abusive.
Quanti aeroporti italiani si trovano, più o meno, nella stessa condizione? Quanti progetti di nuovi aeroporti, o di espansione degli attuali, vengono portati avanti senza un adeguato studio naturalistico? Spesso ci si preoccupa più dell’impatto paesaggistico che della sicurezza aerea.
Quanti aeroporti non hanno sviluppato un risk assessment e, prima ancora, dove sono i criteri e le linee guida che l’Autorità aeronautica dovrebbe porre per una comune ed univoca valutazione del rischio in tutti gli aeroporti? Quanti aeroporti possono sostenere, provandolo con dati alla mano, di disporre di “un efficace controllo della fauna”? Quanti hanno adottato un solo sistema di allontanamento, e che accade quando questo per qualsivoglia ragione non funziona? In quanti aeroporti, specie in quelli minori, non si fa praticamente niente, confidando nella buona sorte? Quanti aeroporti italiani hanno segnalato all’ENAC condizioni di rischio esterne al sedime relativamente ai volatili e quali azioni vengono intraprese per la loro rimozione o controllo? Sui prolungamenti delle piste di quanti aeroporti italiani si continua ad arare il terreno ed a seminare quello che si vuole perfino a ridosso della recinzione? Casi fortuiti? Eventi imprevedibili? Malasorte? Non cerchiamo scuse.
3 Settembre – Eventi significativi del mese di Agosto 2009
Riportiamo come di consueto gli impatti significativi raccolti dalla stampa specializzata.
Segnaliamo come particolarmente rilevanti gli eventi dei giorni 1, 3, 5,8,16 23 relativi ad impatti con stormi di uccelli, ovvero la condizione più pericolosa per i danni che possono derivarne. Inoltre notevoli sono anche i casi verificatisi nei giorni 11, 17 (2 eventi), 23 e 30 a causa della necessità di interrompere il decollo ad alta velocità, condizione anch’essa critica. Addirittura nell’evento del 30 vi è stata l’interruzione del decollo dopo la rotazione.
- 1 Agosto
Parma, Windjet A319, impatta uno stormo di gabbiani al decollo con ingestione di un certo numero nel motore sinistro e rientra a Parma con un solo motore;
- 2 Agosto
Dhaka, Livingston A330, risucchia un volatile in un motore dopo il decollo e rientra all’aeroporto di partenza;
- 2 Agosto
Antalya, Belair B757, risucchia un volatile nel motore sinistro e rientra all’aeroporto di partenza;
- 3 Agosto
Derry, Ryanair B737, dirotta su Dublino dopo aver impattato uno stormo di uccelli, aeroplano sottoposto a controlli;
- 5 Agosto
Santa Barbara, Mesa Airlines CRJ2, impatto con stormo di oche in decollo, danni ad un’ala ed al muso;
- 5 Agosto
Presidente Prudente, GOL B 737, motore risucchia un avvoltoio, presumibilmente un Urubù;
- 7 Agosto
Saarbrucken, Luxair DH8D, impatto multiplo in avvicinamento
- 8 Agosto
Londra, Norwegian Air Shuttle B737, durante la salita impatta uno stormo di uccelli (cicogne) con ingestione di una nel motore sinistro;
- 9 Agosto
Raleigh Durham, Northwest A320, colpisce un uccello durante la corsa di decollo, qualche minuto dopo perde il motore sinistro e rientra all’aeroporto di partenza;
- 11 Agosto
Glasgow, British Airways A320, bird strike all’atterraggio, persa la copertura di una luce esterna;
- 11 Agosto
Frankfurt, Lufthansa B747, decollo interrotto ad alta velocità per ingestione volatili in un motore;
- 16 Agosto
Fargo, Linx DH8D, impatta con uno stormo di uccelli al decollo, rientra dopo aver consumato carburante per 30’;
- 16 Agosto
Paris, Cathay Pacific A340, a FL 310 decide di rientrare a Parigi per una ingestione di volatili;
- 17 Agosto
Copenhagen, Malev B737, ingsestione di un volatile nel motore destro e rientro all’aeroporto do partenza; tre fan blades danneggiate;
- 17 Agosto
Toronto, Air Canada A320, decollo interrotto ad alta velocità per impatto con un Falco Coda Rossa (Buteo jamaicensis);
- 17 Agosto
Charlotte, Republic E170, decollo interrotto ad alta velocità per impatto multiplo con stormo di oche con ingestione nel motore destro;
- 22 Agosto
Osaka, ANA B737, al decollo un volatile entra nel vano carrello anteriore e danneggia un condotto idraulico; il danno si manifesta in volo e costringe ad un dirottamento; 23 Agosto, Wilmington (NC), Atlantic Southeast CRJ2, decollo interrotto per impatto con più volatili;
- 23 Agosto
Mumbai, Cathay Pacific A 330, probabilmente durante l’avvicinamento un uccello colpisce il carrello sinistro e causa danni al sistema idraulico;
- 30 Agosto
Calgary, Air Canada A 320, interrompe il decollo dopo la rotazione e si ferma sulla pista a causa di un bird strike;
18 Agosto – Quale sistema anti-volatile “funziona” meglio?
Ancora una volta l’eccellente sito
www.aerohabitat.eu ci offre la possibilità di riflettere su uno dei temi più rilevanti nel campo della prevenzione anti-volatili. Prendendo lo spunto da un appalto degli aeroporti di Puglia per un servizio di allontanamento volatili tramite falconeria, il commentatore si chiede infatti se detto sistema sia davvero efficace, alla luce anche della normativa ENAC (Regolamento C.E.A. e circolare APT 01 A). La domanda posta è infatti: “
quale efficacia risolutiva assume il sistema di falconeria tra gli altri dissuasori di volatili?” almeno agli occhi dei dirigenti degli aeroporti pugliesi, tanto, aggiungeremmo, da essere oggetto di un appalto discretamente oneroso. A nostro parere la domanda è corretta ed opportuna, ma andrebbe idealmente preceduta da altre due:
1) esiste un sistema risolutivo di per sé? 2) come si valuta l’efficacia di un sistema di allontanamento?
Alla prima domanda la scienza e l’esperienza fino a oggi rispondono di no, non esiste, altrimenti il problema bird strike non avrebbe assunto l’ampiezza che conosciamo per la potenzialità di effetti dannosi che può provocare. Tutti i sistemi finora impiegati trovano resistenze basate principalmente sull’assuefazione, ovvero dopo un po’ gli uccelli smettono di considerarli una reale minaccia. Si opta quindi, in genere, per l’integrazione e l’alternanza di più sistemi in cui tuttavia la presenza umana sia il vero valore aggiunto di deterrenza.
La seconda domanda chiama in causa direttamente la sperimentazione sul campo. Un metodo può definirsi scientificamente efficace se è in grado di realizzare una diminuzione del numero degli impatti (o delle presenze di volatili) in un dato luogo, rispetto a rilevazioni di dati storici precedenti il suo impiego o successivi ad esso. Naturalmente i protocolli di impiego e di raccolta dati vanno rigorosamente ed oggettivamente predeterminati e ciò richiede un lungo e delicato lavoro di specialisti di vari settori, statistica, biologia, ecc… Fondamentale è poi il concetto che una sperimentazione condotta con i medesimi criteri deve poter riprodurre gli stessi risultati anche se gestita da altri ricercatori. Ogni altra valutazione non può che essere soggettiva quando non autocelebrativa; se allo stesso soggetto vengono affidati i compiti di allontanare i volatili e di misurare i risultati…beh, c’è da diffidare. A tutt’oggi questo tipo di sperimentazione è stata svolta su larga scala pochissime volte, tanto che risulta di fatto impossibile sostenere con dati alla mano che in generale un dispositivo è più efficace di altri. A ciò va aggiunto il fatto che ogni aeroporto è una realtà a sé e che ogni specie può reagire in maniera diversa allo stesso sistema.
Per venire infine alla falconeria, l’ENAC è stata piuttosto chiara in proposito; nel suo leaflet “Considerazioni sull’uso dei falchi negli aeroporti”, allegato alla circolare APT 01 A, dichiara esplicitamente che la falconeria va considerata né più né meno che uno dei diversi metodi che possono essere utilizzati nell’ambito della prevenzione…., la cui efficacia è legata alle specifiche condizioni ornitologiche-ambientali di ciascun aeroporto.” Tale affermazione, che condividiamo in pieno, trova uno dei suoi fondamenti nell’unica sperimentazione seria sull’uso dei falchi condotta all’aeroporto di New York una decina di anni fa e che non portò a risultati particolarmente brillanti e risolutivi. La nostra risposta alla domanda principale sarà dunque la seguente: finora non esiste alcuna prova che la falconeria applicata negli aeroporti abbia un’efficacia risolutiva nella prevenzione contro i bird strike.
In conclusione, la scelta di uno o più sistemi dovrebbe essere preceduta da una attenta analisi della situazione ambientale locale, da una valutazione dei dati storici dell’aeroporto e dallo studio dell’efficacia di quel dato sistema maturato in realtà similari. Questa fase preparatoria dovrebbe essere svolta da agenzie indipendenti rispetto ai produttori dei sistemi o ai fornitori dei servizi.
Infine, a proposito di falconeria e di scarsità di sperimentazioni, vorremmo citare quella, tuttora in corso, del c.d. Falco Robot GBRS”, un sofisticato aeromodello telecomandato in forma di astore (Accipiter gentilis) che concentra competenze biologiche e tecnologie robotiche e che altre volte è stato oggetto di analisi in questo sito (vedasi alla pagina “documenti”). C’è molta attesa per un’ulteriore serie di dati sui tempi di reazione dei volatili bersaglio che verranno presentati alla conferenza di Vancouver del BSC USA/Canada fra meno di un mese. Naturalmente B.C. & T. ci sarà.
La competente autorità belga ha rilasciato la relazione di inchiesta sull’incidente occorso il 25.5.2008 sull’aeroporto di Bruxelles ad un Boeing 747 200 di Kalitta Air. A seguito dell’ingestione di un gheppio (Falco tinnunculus) nel motore n. 3, l’aeroplano abortì il decollo e proseguì la sua corsa 300 mt. oltre il fine pista spaccandosi in tre tronconi. L’equipaggio subì fortunatamente solo danni fisici di scarsa entità.
La relazione evidenzia il fatto che il bird strike è stata una delle concause dell’incidente, anche se l’elemento determinante è stata la decisione di interrompere il decollo 12 nodi oltre la velocità V1. Tra le raccomandazioni emesse vi è l’invito a rafforzare la Bird Control Unit dell’aeroporto, almeno il responsabile della quale in particolare dovrebbe dedicarsi esclusivamente a questo compito. Inoltre viene evidenziato che l’addestramento del personale della BCU dovrebbe ricomprendere tutti gli aspetti relativi alla fauna selvatica in un contesto aeroportuale, piuttosto che al semplice possesso di una licenza di caccia, come finora avvenuto. Peraltro l’uso di mezzi letali per il controllo dei volatili risulta pesantemente condizionato dalla legge belga, così come l’abbattimento di specie protette, come quella oggetto dell’incidente. La relazione auspica perciò una deroga a tali normative.
Ricordiamo che l’impiego di una BCU dedicata esclusivamente alla prevenzione dei bird strike è anche una delle raccomandazioni dell’ANSV a seguito dell’incidente Delta a Fiumicino del 2007. Siamo inoltre del parere che all’interno di un aeroporto non dovrebbero circolare armi da fuoco, e che per prevenire i bird strike ci sia una quantità di altre cose da fare prima di imbracciare un fucile.
9 Luglio – ENAC risponde alle raccomandazioni ANSV dopo l’incidente di Fiumicino del 7.7.2007
L’ENAC risponde con una propria “Follow-up Action” alle raccomandazioni dell’ANSV seguite all’inchiesta tecnica per l’incidente del 7.7.2007 a Fiumicino, quando un B767 Delta impattò con uno stormo di gabbiani reali molti dei quali vennero risucchiati in entrambe i motori al momento del decollo. L’argomento è stato ampiamente trattato anche in questo sito (si vedano in Archivi 2009, 21 Aprile e 5 Maggio, le raccomandazioni dell’Agenzia).
Per quanto riguarda l’eliminazione degli elementi attrattivi, in particolare ristagni d’acqua all’interno ed all’esterno dell’aeroporto, l’Ente ha in previsione la pubblicazione di un documento relativo alle fonti di attrazione di volatili ed altra fauna selvatica. Tali linee guida identificheranno i praticabili metodi di mitigazione del rischio di bird strike od impatto con altra fauna selvatica all’interno ed in prossimità del sedime aeroportuale. Allo stesso tempo i gestori verranno sollecitati ad intervenire sulle fonti di attrazione presenti all’interno del sedime aeroportuale.
In merito al servizio di Bird Control Unit, l’ ENAC ribadirà ai gestori l’opportunità di prevedere, almeno sugli aeroporti principali, una BCU alla quale assegnare compiti esclusivi di controllo e di allontanamento volatili come peraltro già raccomandato dalla circolare APT-01 A. Noi preferiremmo che la parola “opportunità” venisse sostituita da “obbligo”. Circa la sollecitazione agli equipaggi affinchè allertino la TWR in caso di osservazione di avifauna sul campo, l’ENAC provvederà a sensibilizzare, attraverso il Bird Strike Committee Italy e le proprie strutture periferiche, gli Operatori affinché gli equipaggi segnalino tempestivamente al fornitore del servizio di traffico aereo attivo sull’aeroporto la presenza di uccelli od altra fauna selvatica .
Infine sull’adozione delle matrici di rischio per effettuare un corretto risk assessment, ENAC si farà a breve promotore di una proposta in tal senso in seno all’International Bird Strike Committee, al fine di giungere ad indici che vengano accettati a livello internazionale, in maniera tale da rendere confrontabili i dati scaturiti dai vari aeroporti. Su tutte le quattro raccomandazioni lo status attribuito alla pratica è quello di “aperto”, nel senso che le azioni necessarie per rispondere alle raccomandazioni non sono ancora state completate.
I commenti e qualche osservazione alle raccomandazioni ANSV sono stati esposti nei precedenti articoli citati, per cui è superfluo ripeterli in questa sede. Si resta ora in attesa di conoscere nel dettaglio i documenti che ENAC produrrà e le successive azioni poste in essere.
6 Luglio – Nuovo dispositivo elettronico.
Su un sito internet australiano leggiamo che la compagnia aerea Qantas avrebbe testato e successivamente adottato sulla sua flotta destinata al traffico nazionale un apparecchio elettronico, tra l’altro relativamente economico, che ridurrebbe in modo significativo la frequenza dei bird strike. Si tratta di un particolare accorgimento che rende le luci di atterraggio lampeggianti con una frequenza di 45 accensioni al minuto, più o meno come le luci di emergenza sulle auto. Il sistema permetterebbe una migliore visibilità alla distanza e darebbe più tempo agli uccelli per scansare il pericolo. Il sistema sarebbe stato sperimentato per un anno su alcuni Boeing 737 400 e 800 i quali, rispetto agli altri senza il dispositivo, avrebbero subito un calo dei bird strike fino al 66% per 1.000 partenze. Le statistiche avrebbero convinto Qantas ancora prima della fine dei test ad adottare il sistema sull’intera flotta dei 737 e dei Dash 8 (di Qantaslink). Senza scomodare W.Churchill, per il quale esistevano “lies, damned lies and statistics”, lo scarno comunicato non ci permette di valutare la bontà della metodologia di sperimentazione: di fatto non possiamo conoscere le differenze di impiego degli aeromobili con il dispositivo rispetto a quelli senza (diurno, notturno, aeroporti frequentati, fermi macchina ecc…), le modalità di registrazione dei dati, le fasi del volo in cui si sono verificati gli impatti, i ratei antecedenti e validi sull’intera flotta ecc… per cui preferiamo sospendere il giudizio.
Aggiungiamo solo che il sistema era già stato presentato nel 2005 al Meeting del Bird Strike Committee USA/Canada senza destare (sembra) particolare clamore. Per completezza di informazione, già uno studio del 2002 (Blackwell e Bernhardt, Efficacy of Aircraft Landing Lights in Stimulating Avoidance Behavior in Birds) aveva concluso che il sistema di luci lampeggianti appariva dapprima efficace solo con i Molotri neri (Molothrus ater), peraltro non con continuità; in seguito neanche questa specie sembrava più reagire in maniera significativa. Le altre specie oggetto del test (Oche canadesi, Storni, Gabbiani e Tortore americane) invece reagivano poco o per nulla agli stimoli lampeggianti.
Come di consueto, presentiamo gli impatti più significativi occorsi nel mese precedente; tra essi segnaliamo un impatto avvenuto in Italia, ed un altro che ancora una volta ha coinvolto l’aeroporto La Guardia di New York, già teatro dell’impatto che poi ha costretto un A320 ad ammarare nel fiune Hudson. Ma soprattutto appare di rilevante gravità l’evento dell’8 Giugno a Vancouver, che anche questa volta coinvolge le temibili oche canadesi.
I lettori di questo sito si saranno accorti che recentemente (21 Aprile e 15 Giugno) si è parlato di risk assessment mediante elaborazione di matrici di rischio. Ma che significa ?
All’inizio coloro che tentavano di definire un indice di pericolosità del fenomeno bird strike si limitavano al conteggio degli eventi occorsi in un determinato ambito (aeroporto) ed in un determinato periodo (anno). Un aeroporto con 10 impatti annui era così “più pericoloso” di uno con 9. Immediatamente ci si rese però conto che i valori assoluti non davano un’immagine fedele del fenomeno in quanto largamente influenzati dal traffico aereo; è infatti assai più probabile che un aeroporto molto trafficato abbia un numero più elevato di impatti di uno meno trafficato, a parità (ipotetica) di presenza di volatili. L’indice si arricchì quindi di una relazione con il numero dei movimenti annui, basandosi sulla formula “impatti/10.000 movimenti.
Ben presto ci si accorse che anche questo rateo non dava una visione soddisfacente in quanto ancora ci diceva poco sull’effettiva pericolosità: una cosa sono infatti n impatti/10K con passeri di pochi grammi, ed un’altra lo stesso rateo di impatti con gabbiani da un chilo. Occorreva dunque che le diverse circostanze, numero impatti, frequenza, peso volatile, impatti singoli o multipli ecc… venissero in qualche modo “pesate” per arrivare ad un indice di pericolosità attendibile. Ricordiamo che stabilire un indice di pericolosità è fondamentale, ad esempio, per l’adozione dei piani di prevenzione e nell’assegnazione delle relative risorse: l’aeroporto ove una o più specie costituiscano un rischio potenziale dovrebbe adeguare il proprio budget di conseguenza, sia per iniziativa autonoma che per intervento dell’autorità. Oggi alcuni aeroporti sui quali si sono verificati eventi anche eclatanti si giustificano asserendo di essere pur sempre sotto la fatidica soglia di 5/10K stabilita dall’ENAC come indice di attenzione ma, per le ragioni appena dette, tale indice non offre un quadro realistico della situazione.
La valutazione mediante matrice di rischio fornisce invece un quadro molto più adeguato. La matrice stabilisce soglie di rischio che richiedono interventi da parte dell’aeroporto per mitigare il rischio individuato. Un esempio classico di matrice di rischio standard applicata ai bird strike è il seguente, tratto da J.Allan et al. “The development of birdstrike risk assessment procedures, their use on airports, and the potential benefits to the aviation industry” del 2003 Si identificano dapprima, con i dati dell’aeroporto considerato, le specie di volatili che hanno più probabilità di causare danni ad un aeromobile (in genere una media sugli ultimi 5 anni):