Archivio 2009

17 Dicembre – L’ICAO rilascia il rapporto IBIS sui bird strikes segnalati dal 2001 al 2007
L’ICAO ha recentemente pubblicato il rapporto IBIS (ICAO Birdstrike Information System) relativamente agli impatti segnalati dal 2001 al 2007. L’Organizzazione riferisce che sono stati segnalati 42.508 impatti da parte di (soli) 51 Paesi; gli impatti si sono verificati tuttavia in 154 paesi diversi e ciò lascia intendere il fatto che due paesi su tre non segnalano gli impatti avvenuti sul proprio territorio.

E’ lecito quindi presumere che il numero totale degli impatti riportati sia largamente inferiore al reale, come del resto era già noto; si calcola infatti che il numero degli impatti conosciuti sia circa il 20% di quelli effettivi. Il rapporto indica poi nel 64% del totale gli impatti avvenuti di giorno, mentre 1l 24% si verifica durante la notte; rilevante è il 96% degli impatti che si verifica su o nelle vicinanze degli aeroporti, con il 54% nelle fasi di avvicinamento e corsa di decelerazione (tale dato corrisponde sostanzialmente a quanto rilevato nel nostro Paese). Il rapporto contiene inoltre molte altre ed interessanti chiavi di lettura del fenomeno.

 
11 Dicembre – Seminario di formazione
La Embry Riddle Aeronautical University (ERAU), in collaborazione con l’aeroporto internazionale di Atene, organizza dal 16 al 18 Marzo 2010 un Seminario di formazione per la gestione della fauna selvatica negli aeroporti. I corsi saranno tenuti da docenti che hanno avuto diretta esperienza con il controllo della fauna selvatica nel particolare ambiente aeroportuale. Il corso consiste in due giorni e mezzo di lezioni in aula e di una mezza giornata di applicazioni pratiche presso l’aeroporto di Atene.
Per ulteriori informazioni cliccare qui.

 
4 Dicembre - Eventi rilevanti del mese di Novembre 2009
Parecchi sono gli eventi rilevanti occorsi nel mese, almeno due dei quali molto preoccupanti. Ci riferiamo ai casi di Phoenix (2/11) e di Kansas City (14/11). Entrambi sono occorsi in quota, fuori dagli aeroporti, e sollecitano pertanto strategie di remote sensing, che in America sono peraltro già in fase avanzata. Nel primo caso si sono avuti problemi di pressurizzazione per un grosso foro nella fusoliera di un MD80, nel secondo sono stati coinvolti entrambi i motori di un A319. In ambedue i casi le sospettate sono sempre le oche canadesi, specie peraltro presente anche in Nord Europa. Da questa parte dell’Atlantico il caso di San Sebastian (10/11) ha sollevato le forti proteste e preoccupazioni della locale associazione piloti: per aeroporti in situazioni ambientali così al limite (l’aeroporto è circondato dall’acqua) occorrerebbero impegno e risorse eccezionali, che non sembrano essere impiegate. Chi invece le risorse le investe, come Vancouver, si trova ugualmente esposto a ben due casi (5 e 16/11) di impatti multipli al decollo, che in un caso hanno determinato riattaccate a catena di altri aerei in finale. Di Brescia si è già parlato diffusamente nelle news, mentre ancora si devono purtroppo rilevare impatti con mammiferi sulla pista, segnali evidenti di scarsa manutenzione delle recinzioni; stavolta (3/11) è andato distrutto un aeroplano nell’aeroporto di una capitale africana (non in una remota striscia nella jungla!) senza fortunatamente danni alle persone.
  • 1 Novembre
    loc. sconosciuta, Brussels Airline A330, trovati segni di bird strike dopo l’atterraggio del volo proveniente da Dakar;
  • 1 Novembre
    Porto, Ryanair B737, costretto a dirottare per la presenza di cani in pista;
  • 1 Novembre
    Zurigo, Swiss A320, a metà tratta rientra a Zurigo per vibrazioni a un motore ed a terra si scoprono tracce di un bird strike;
  • 2 Novembre
    Phoenix, Delta MD80, impatto con uno stormo di uccelli a 11.000 ft. dopo il decollo; aperto un foro nella parte destra con problemi di pressurizzazione; rientro immediato a Phoenix;
  • 3 Novembre
    Harare, Air Zimbabwe MA60 (Xian), impatta un facocero in decollo notturno e riporta danni rilevantissimi uscendo di pista;
  • 5 Novembre
    Vancouver, Air Canada B767, impatta con uno stormo di uccelli al decollo lasciando più di 50 carcasse sulla pista; il volo è proseguito regolarmente;
  • 10 Novembre
    San Sebastian, Air Nostrum Dash 8-300, in atterraggio impatta con uno stormo di un centinaio di gabbiani; ritrovate 46 carcasse sulla pista, danni sostanziali all’aereo; 13 Novembre, Darwin, Virgin Blue B737, rientra a Darwin dopo il decollo per un bird strike con ingestione nel motore destro;
  • 14 Novembre
    Kansas City, Frontier A319, impatto con uno stormo di uccelli a 4000 ft. con ingestione in entrambi i motori, uno viene spento e l’aereo rientra a Kansas City;
  • 16 Novembre
    Vancouver, Jazz CRJ100, decollo interrotto per bird strike multiplo; trovati in pista più di 40 piccoli uccelli morti;
  • 17 Novembre
    Kolkata, Jetlite B737, sospetto bird strike al decollo poi confermato dalla compagnia; rientro all’aeroporto di partenza;
  • 19 Novembre
    Brescia, Ryanair B737, impatta in atterraggio uno stormo di gabbiani alcuni dei quali vengono ingeriti da un motore; i gabbiani sono assifìdui frequentatori di una vicina discarica;
  • 25 Novembre
    Moncton, Morningstar B727, impatta con uno stormo di gabbiani in atterraggio; aereo danneggiato;
  • 26 Novembre
    Miami, American Airlines B757, impatto con uccelli attraversando 10.000 ft. rientra a Miami con danni minori;
  • 29 Novembre
    China West Air Boeing 737-300, flight PN-6105 from Chongqing, impatta un volatile in avvicinamento, qualche danno;
  • 30 Novembre
    Rio de Janeiro TAM A320, tra 500 e 1000 ft. impatta con un volatile che viene risucchiato in un motore e rientra all’aeroporto di partenza;

 
25 Novembre 2009 – Un altro impatto multiplo in atterraggio, questa volta a Brescia Montichiari
Secondo quanto riportato dalla stampa locale, nel pomeriggio del giorno 19 Novembre un a/m B737 della Ryanair proveniente da Alghero ha impattato uno stormo di gabbiani che abitualmente gravitano sulla vicina discarica A2A; una dozzina di uccelli sarebbero stati risucchiati in un motore. L’incidente non ha fortunatamente causato problemi alla manovra di atterraggio (diversamente da quanto accaduto ad uno stesso aereo a Ciampino un anno fa), ma ha determinato danni al motore stesso che hanno impedito la successiva ripartenza dell’aeromobile.

Non vengono riportate altre notizie e pertanto non si è in grado di conoscere il punto esatto dell’impatto, se siano state rinvenute carcasse sulla pista, la specie esatta dei laridi ecc….

Gli effetti attrattivi per gli uccelli di una discarica di rifiuti solidi urbani e le loro implicazioni sulla sicurezza dei voli sono ben noti, trattati e discussi a livello mondiale. La stessa ENAC ha recentemente emesso una propria informativa tecnica sulla messa in opera di nuovi impianti in prossimità degli aeroporti. E per le discariche già esistenti? A prescindere dall’essere vecchie o nuove, le discariche devono rimanere lontane dagli aeroporti almeno 13 Km. secondo i dettami ICAO, e comunque ubicate in luoghi tali da non creare pericoli. Per quelle esistenti quindi non c’è altro rimedio che il loro spostamento d’autorità in altro sito.

Il legislatore ha pertanto opportunamente inserito un nuovo articolo (714) nel Codice della Navigazione, che di seguito riportiamo in stralcio:

“ L’ENAC ordina, con provvedimento motivato, che siano abbattuti gli ostacoli non compatibili con la sicurezza della navigazione aerea o eliminati i pericoli per la stessa. “
 
24 Novembre 2009 – Bird strike multiplo in atterraggio a San Sebastian
Il COPAC, Colegio Official de Pilotos de la Aviacion Comercial, in un proprio comunicato stampa ha denunciato un clamoroso caso di bird strike multiplo avvenuto il 10 Novembre sull’aeroporto di San Sebastian in Spagna, finora non riportato da alcun altro mezzo di informazione. Secondo l’associazione, un Dash 8- 300 di Air Nostrum, volo IB 8856, proveniente da Barcellona avrebbe impattato uno stormo di un centinaio di gabbiani durante l’atterraggio a San Sebastian lasciando ben 46 carcasse sulla pista. L’aereo ha completato l’atterraggio senza conseguenze ma risulterebbe aver ricevuto danni sostanziali.

Il volo IB 8856 arriva normalmente intorno alle 21,30, cioè nella completa oscurità. L’aeroporto di San Sebastian si trova all’interno di una piccola insenatura ed è praticamente circondato dal mare. L’associazione piloti precisa inoltre che solo l’abilità dei piloti ha impedito una catastrofe. (cfr: http://www.copac.es/prensa/nota_prensa.asp?id=181 )
 
18 Novembre – Ancora un impatto con ingestione in entrambe i motori
Dopo il ben noto evento del 15 Gennaio 2009, quando un A320 fu costretto ad ammarare nel fiume Hudson a New Tork, un altro caso di impatto con ingestione di volatili in entrambe i motori si è verificato negli Stati Uniti. La sera del 14 Novembre 2009 un aeromobile A319 della Frontier in partenza da Kansas City ha impattato uno stormo di non meglio precisati uccelli (probabilmente oche canadesi migratrici) a circa 4000 ft. L’equipaggio è stato costretto a spegnere un motore ed a rientrare solo con l’altro che poi è risultato anch’esso danneggiato.

Secondo la stampa americana, a bordo si sarebbero avute scene di panico anche perché sembra che dal motore più danneggiato fuoriuscissero fiamme e che un forte odore di bruciato si fosse diffuso in cabina.

Entrambe le circostanze in realtà sono piuttosto usuali in caso di bird strike. L’aereo è felicemente rientrato a Kansas City nove minuti dopo.

La doppia ingestione, definita finora un evento molto raro e statisticamente trascurabile, sembra al contrario divenuta piuttosto frequente; in Italia si sono avuti ben due casi in dieci mesi, a Ciampino nel Novembre 2008 (B737 Ryanair) e a Trapani nel Settembre 2009 (anch’esso B737 Ryanair). Un terzo caso si era verificato a Fiumicino nel Luglio 2007 (B767 Delta).

Tuttavia mentre i casi americani si sono verificati ad una quota superiore a 3000 ft., quelli italiani sono avvenuti praticamente al livello del suolo ed all’interno degli aeroporti o nelle immediate vicinanze.
 
Eventi rilevanti di Ottobre 2009
Probabilmente ciascuno di questi eventi meriterebbe un’attenta analisi ed un commento; purtroppo il tempo e la mancanza di informazioni più dettagliate ci impedisce di farlo. Notiamo però che in un mese sono state riportate almeno 10 ingestioni delle quali una ad entrambe i motori (19 Ottobre, Irlanda); ricordiamo che fino a poche settimane alcune autorità aeronautiche sostenevano che l’ingestione di volatili in entrambe i motori (di un bimotore) è un evento rarissimo e statisticamente trascurabile. Purtroppo i fatti stanno dimostrando il contrario: cinque eventi in due anni (Burgas 2008, Roma Ciampino 2008, New York 2009, Knock 2009, Trapani 2009).
  • 5 Ottobre
    Westchester, Jetblu E190, impatto con uccelli scoperto ore dopo a terra;
  • 6 Ottobre
    Ajaccio, CCM A 319, interrompe il decollo ad alta velocità per ingestione di un uccello in un motore;
  • 6 Ottobre
    Los Angeles, Qantas B747, durante la salita iniziale un uccello colpisce il radome che viene danneggiato; rientro a LAX;
  • 8 Ottobre
    Eugene, Allegiant Airlines MD83, impatto con un grosso volatile in atterraggio; danni alle luci di atterraggio;
  • 11 Ottobre
    Fukuoka, JAL B 767, ingestione di un volatile nel motore destro durante la salita iniziale a circa 500 ft, rientro all’aeropoorto di partenza;
  • 11 Ottobre
    Rochester, Delta MD88, impatta al decollo con uno stormo di gabbiani e rientra in emergenza col motore sinistro in avaria;
  • 12 Ottobre
    Invercargill, Air Nelson DH8C, interrompe il decollo per urto dell’elica con un gabbiano;
  • 13 Ottobre
    Yellowknife, Canadian North B 737, bird strike al decollo, probabilmente con Zigoli delle nevi (Plectrophenax nivalis); problemi ad un motore e rientro in emergenza, motore sbarcato;
  • 14 Ottobre
    Ajaccio, CCM A 319, ingestione di un volatile in un motore subito dopo il decollo, rientro ad Ajaccio, tre fan blades danneggiate;
  • 14 Ottobre
    Ginevra, British Airways A 319, impatto durante la salita iniziale e rientro in emergenza; nessun danno;
  • 15 Ottobre
    Dakar, Brussels Airlines A330, ingestione di volatile durante la fase di avvicinamento ; fan blades danenggiate;
  • 19 Ottobre
    Oslo, Norwgian Air Shuttle B737, impatto multiplo con anatre in avvicinamento, ingestione di almeno una in un motore;
  • 19 Ottobre
    Knock, bmibaby B737, impatto con uno stormo di uccelli in decollo, dirotta su Shannon; ingestione di uccelli in entrambe i motori, danni sostanziali in uno di essi, minori nell’altro;
  • 19 Ottobre
    Vancouver, Air Canada E190, colpisce uno stormo di grossi uccelli a circa 500 ft. dopo il decollo, rientro precauzionale;
  • 19 Ottobre
    Teheran, Bukovyna Aviation MD-83, un uccello viene risucchiato in un motore immediatamente dopo il decollo; rientro precauzionale ad un solo motore;
  • 23 Ottobre
    Mosca, Rossiya A319, un uccello viene risucchiato da un motore immediatamente dopo il decollo; rientro precauzionale ad un solo motore;
  • 23 Ottobre
    Addis Abeba, Ethiopian B757, interrompe il decollo dopo aver ingerito un uccello in un motore;
  • 23 Ottobre
    Flint, AirTran B737, dichiara emergenza dopo un bird strike in decollo a circa 1000 ft. e rientra all’atterraggio;
  • 28 Ottobre
    Sacramento, Soutwest B 737, il motore destro impatta con volatile all’atterraggio;
  • 30 Ottobre
    London City, Swiss Avro RJ100, impatta uno stormo di uccelli dopo il decollo prima dell’alba; dirotta su Stansted e riporta danni a due motori su quattro;
  • 31 Ottobre
    Minneapolis, Northwest B757, impatta uno stormo di colombi in decollo, rientra all’aeroporto di partenza ma tutte le piste sono ancora invase da uccelli che ritardano tutte le operazioni;
 
29 Ottobre 2009 - Relazione 2008 del BSCI - Osservazioni e commenti
Il Bird Strike Committee Italy, che, come si sa, è ora un organo dell’ENAC, ha diffuso la relazione annuale per il 2008 sullo stato degli aeroporti italiani. Nella premessa il Committee osserva come lo scorso anno si sia riscontrato un aumento delle segnalazioni da parte dei soggetti interessati ed un miglioramento della risposta dei gestori nell’ottemperare agli obblighi procedurali posti dalla normativa vigente. Tuttavia ritiene sia inconfutabile anche un incremento della presenza di uccelli in prossimità degli aeroporti che richiede una risposta in termini di interventi sulle fonti attrattive interne. 
Il BSCI nota inoltre un incremento del numero delle segnalazioni (di impatti) anche a fronte di una diminuzione del numero di movimenti di aeromobili e nonostante dal punto di vista metodologico siano stati opportunamente inseriti nel conteggio i voli militari, di aviazione generale, e quelli “non tariffati” (leggi: scuola, Stato, Protezione Civile ecc...).
 
Gli impatti
Il numero totale degli impatti riportati è di 857, dei quali 646 (75,3%) sono avvenuti al disotto dei 300 ft. e 211 (24,7%) al di sopra. Rispetto all’anno precedente gli impatti complessivi sono aumentati del 21%, quelli sotto i 300 ft. del 18% e gli altri del 30%.
 
Eventi Diff. % fra 2007 e 2008
Impatti complessivi + 21%
Impatti sotto 300 ft. + 18%
Impatti sopra 300 ft. + 30%
Impatti con danni <300 ft. + 29%
Impatti multipli <300 ft. + 57%
Impatti con ingestione <300 ft. - 39%
Impatti con effetti sul volo <300 ft. + 22%
 
Preoccupa in questa tabella l’incremento molto consistente degli impatti multipli, mentre in qualche modo consola relativamente la riduzione delle ingestioni di volatili nelle turbine, anche se in numero assoluto si sono verificati 11 eventi, quasi uno al mese.
Inoltre un quinto di tutti gli impatti sotto i 300 ft. hanno determinato conseguenze, quali ritardi, cancellazioni, riprotezioni, per tacere delle riparazioni spesso molto costose.
 
Il rateo annuo degli impatti complessivi su 10.000 movimenti (d’ora in avanti x/10K mvt.) passa dal 3,88 del 2007 al 4,91 del 2008, mentre lo stesso valore riportato agli impatti sotto i 300 ft. passa da 2,98 a 3,70. Sono valori oggettivamente alti, anche considerando che la soglia di attenzione posta dall’ENAC a 5/10K è piuttosto generosa.
Meno significativa appare la comparazione fra i valori italiani e quelli di altri paesi europei, dalla quale sembrerebbe arguirsi che i nostri sarebbero addirittura più bassi; infatti i nostri sono aggiornati al 2008 e gli altri variano dal 2000 al 2005. Se si guarda invece agli Stati Uniti, che presenta dati aggiornati al 2007, il rapporto fra il nostro (media triennale) 4,71 e il loro 1,72 appare illuminante.
Inoltre non conosciamo nel dettaglio i criteri seguiti dagli altri paesi per il calcolo, per cui tali comparazioni ci sembrano inutili, se non fuorvianti.
 
Fasi di volo in cui avvengono gli impatti
Resta confermato che le fasi di volo più soggette ad impatto sono la corsa di decelerazione (50% degli impatti) e la corsa di decollo (29%); sostanzialmente il 79 % degli impatti negli aeroporti italiani avviene al suolo.
Non è quindi chiaro perchè, trattando delle quote in cui gli impatti si verificano, la relazione indichi quelli avvenuti al livello del terreno solo al 65%.
 
Evoluzione temporale degli impatti
Come prevedibile, gli impatti si concentrano principalmente nel periodo estivo, ad eccezione dei gabbiani che presentano rischi anche in autunno, mentre il picco giornaliero si verifica nelle prime ore della mattina per poi calare gradatamente fino alla sera.
Tali riscontri, unitamente alla collocazione geografica degli aeroporti, dovrebbero essere molto utili ai gestori aeroportuali per calibrare le strategie di prevenzione e di allontanamento anche in funzione dei costi.
 
Parti degli aerei danneggiate
La relazione riporta una tabella analitica circa le parti degli aerei colpite; notiamo come prima cosa che il numero complessivo degli eventi dei quali viene riportato il punto di impatto è di 342; se lo paragoniamo al numero degli impatti totali (857), ricaviamo che del 60% degli impatti non conosciamo il punto preciso.
Tuttavia, rielaborando la tabella, si ricava che il 14% degli impatti (47 eventi su 342) ha coinvolto i motori dell’aeromobile. In 12 casi su 47 (26%) vi è stato un danneggiamento degli stessi, mentre in almeno 6 casi sui 12 eventi vi è stata la rottura del motore. I danneggiamenti dei motori costituiscono poi il 46% del totale delle parti danneggiate.
 
Le specie coinvolte
La relazione prosegue elencando le specie di uccelli più coinvolte negli impatti, riscontrando così che il primato appartiene ancora, e purtroppo, a quelle non identificate (34%), seguite da rondini/rondoni (18%), dai gabbiani (18%) e dai gheppi (16%).
Aggiungiamo che il peso corporeo delle rondini/rondoni è di circa 25/80 gr., il gabbiano può superare il chilo ed il gheppio pesa sui 200/300 gr. E’ pertanto evidente che in termini di pericolosità è il gabbiano a costituire il maggior problema. Notiamo ancora come nel 2008 non si siano riscontrari impatti con cornacchie, nonostante la loro presenza sia abbastanza comune sui nostri scali. Ciò conferma l’assunto che tale specie sia in grado di “imparare” regole di comportamento che la tengano lontana dalle aree aeroportuali più soggette ad impatti.
Notevoli, per quanto fortunatamente pochi, due impatti con cigni, che possono raggiungere anche i 15/20 kg. e creare notevoli problemi ad un aereo in volo, e ben 14 con aironi dal peso che può superare abbondantemente il kg. Non è dato conoscere le circostanze di tali eventi.
Considerando anche la collocazione geografica degli aeroporti in funzione del peso del volatile impattato, osserviamo che gli aeroporti costieri (a meno di 30 km. dal mare) presentano più elevati coefficienti di rischio di danneggiamenti, dovuto alla maggior presenza di gabbiani rispetto alle altre specie critiche.

Le ricerche naturalistiche
La normativa vigente pone questo onere al verificarsi di alcuni eventi previsti dalla circolare APT 01 A. Di seguito presentiamo una tabella riepilogativa dello stato delle ricerche naturalistiche.

Aeroporti considerati % Non hanno presentato la ricerca % Ricerca valutata non idonea %
37 100 8 21.6 3 8.1
 
Si ricava pertanto che quasi un terzo degli aeroporti italiani (29,7%) non ha presentato alcuna ricerca o essa non è stata ritenuta idonea. Naturalmente qualcuno degli 8 aeroporti che non ha presentato la ricerca può essersi trovato sotto la soglia di attenzione di 5/10K mvt. o non ha riscontrato gli altri eventi previsti, cioè potrebbe non esservi tenuto, anche se, per conoscenza diretta, più della metà di quegli otto aeroporti hanno una situazione non idilliaca.

Il Piano di prevenzione
La ricerca individua la necessità che ciascun aeroporto si doti di uno specifico Piano di prevenzione. Questo è lo strumento operativo per condurre efficacemente la lotta contro l’avifauna sia in termini preventivi (es. gestione dell’habitat) che di allontanamento.

Aeroporti considerati % Piani non presentati % Piani approvati (su 27 presentati) %
37 100 10
27
12 44
 
Cioè a dire che quasi un terzo degli aeroporti italiani non possiede uno specifico Piano di prevenzione e che più della metà dei Piani presentati all’ENAC non è stata ancora valutata dall’Ente o non è stata ritenuta da questo idonea.
 
Gli aeroporti
L’elencazione aeroporto per aeroporto fatta dal BSCI è piuttosto analitica e non consente una lettura generale e complessiva del fenomeno; abbiamo quindi tentato di elaborare i dati secondo criteri diversi che ci consentano di proporre chiavi di lettura maggiormente significative.
Un primo commento è di natura metodologica: come più volte enunciato, il numero degli impatti da solo non può essere utilizzato per una descrizione della gravità del fenomeno. Cento impatti con uccelli di pochi grammi non sono più gravi di 5 impatti multipli con oche canadesi di 8 chili. Tuttavia in assenza di una matrice di rischio per ciascun aeroporto (vedi News del 23.6.2009), non abbiamo alcuna altra metodologia di lavoro (e del resto neppure l’ENAC).
Abbiamo quindi evidenziato quanti aeroporti si trovavano nel 2008 al di sopra della soglia di attenzione fissata dalla norma a 5/10K mvt. e quanti si trovavano ad un livello immediatamente inferiore, cioè con x/10K da 4 a 5.

Aeroporti considerati % >5/10K % Da 4 a 5/10K %
35 100 10
28.6
8 22.8
 
Mentre circa un terzo degli aeroporti italiani si trova al di sopra della soglia di attenzione legale, come detto già di per sè eccessivamente tollerante, se comprendiamo nel novero anche i casi con rateo leggermente inferiore, riscontriamo che oltre la metà (51,4%) degli aeroporti versa in una situazione che definiremmo preoccupante.
Inoltre a conferma che a qualcosa ricerche e piani servono, notiamo che dei dieci aeroporti sopra soglia, sei non dispongono nè di una ricerca nè di un piano, mentre degli 8 che si trovano un gradino più sotto, ben 7 non hanno visto per varie ragioni i propri piani approvati dall’ENAC.
 
La relazione annuale
Uno degli obblighi posti al gestore dalla APT 01 A è quello di predisporre ogni anno una relazione annuale sul fenomeno bird strike nel proprio aeroporto. La relazione è un pò il bilancio di un anno di attività ed è anche in genere la misura dell’attenzione che il gestore dedica al problema.
Su 35 aeroporti considerati solo 5 (14%) non hanno presentato la relazione annuale; purtroppo, e paradossalmente, due di essi sono aeroporti gestiti direttamente dall’ENAC.

La Bird Control Unit (BCU)
La solita circolare APT 01 A prevede che ogni aeroporto interessato si doti di una BCU, ovvero di un nucleo di personale più o meno specializzato incaricato di procedere, possibilmente senza altre incombenze, all’allontanamento degli uccelli , al monitoraggio ed alle ispezioni nelle aree operative.
Quattro aeroporti sui 35 considerati (11,4%) non risultano avere una BCU.
A conferma dell’utilità di tale strumento operativo ricordiamo che due dei quattro aeroporti in questione,
Trapani e Treviso, hanno ratei di impatto rispettivamente di 6,1 e di 18,3/10K mvt.
 
Le ispezioni nelle aree operative
Compito delle BCU è quello di effettuare le ispezioni nelle aree operative e, laddove presenti, scacciare i volatili avvalendosi dei mezzi di allontanamento di cui sono dotati.
Ma quante ispezioni vengono condotte giornalmente? La tabella sotto mostra i dati riferiti dagli stessi aeroporti.
 
 
Numero ispezioni giornaliere %
   
Nessuna ispezione 5,8
Da 1 a 6 39,7
Oltre 6 8,5
Ispezioni continue 46,0
  100
 
Sarebbe ovviamente incommentabile il fatto che il 6% degli aeroporti italiani non effettui alcuna ispezione pista; preferiamo pensare che si tratti di informazioni non trasmesse o di altri problemi di comunicazione e che in realtà qualche forma di controllo e osservazione esista. Consolante è invece quel dato del 46% di aeroporti (quasi la metà) che ha una struttura dedicata che opera a ciclo continuo.
 
Il trend dei ratei
Interessante può anche essere la verifica di quale sia l’andamento rispetto all’anno precedente del rateo x/10K mvt. Per tutti gli aeroporti.
 
Aeroporti considerati 35(100%)
   
Trend  in aumento 23   (65,7%)
Trend in diminuzione 11   (31,4%)
Trend invariato
1     (2,9%)
 
Si evidenzia così che due terzi degli aeroporti italiani ha un trend di impatti in crescita. Ma di quanto?
 
Trend in aumento 23 aeroporti 100 %
Da 0,1 a 1,0 8 34.8
Da 1,0 a 3,0 11
47.8
Oltre 3,0 4 17.4
 
Come è agevole osservare, il 65% degli aeroporti con trend in aumento ha crescite piuttosto consistenti con valori da 1 a oltre 3.
 
I mezzi di allontanamento
La relazione illustra quindi la frequenza di impiego dei principali mezzi di allontanamento conosciuti, evidenziando come i metodi più diffusi siano di tipo acustico, ed in particolare i distress call, veicolari o mobili, per una percentuale che si aggira sul 30% del totale.
E’ una rilevazione oggettiva della situazione in essere che nulla però ci dice sull’efficacia degli stessi in generale, ed in quel dato ambiente in particolare, così come per nessuno degli altri mezzi presi in considerazione.
L’argomento deve essere affrontato in sede di monitoraggio annuale del piano di prevenzione di ciascun aeroporto ed è demandato a ciascuna società di gestione di proporre modifiche ed integrazioni al piano stesso qualora esso si fosse dimostrato inadeguato. Abbiamo visto in precedenza che il 51,4% degli aeroporti viaggia con ratei annui preoccupanti, sopra la soglia di attenzione o immediatamente sotto, e che ben il 65,7 degli aeroporti italiani presenta incrementi nel rateo degli impatti annui: ci aspettiamo che l’ENAC ne tragga le conseguenze anche in termini di valutazione dei sistemi impiegati.
 
Provenienza delle segnalazioni
Il BSCI rappresenta che il 42% delle segnalazioni di bird strike proviene dalla soc. Alitalia, il 13% dalla Ryanair e l’8% da AirOne. Per avere un’idea delle compagnie “virtuose” sarebbe stato opportuno conoscere anche la suddivisione percentuale dei voli.
 
Conclusioni
Innanzi tutto la relazione dell’ENAC, a nostro giudizio, è ben fatta e rappresenta uno strumento idoneo a comprendere la realtà del nostro Paese. Purtroppo risente ancora di una certa carenza di dati e di informazioni, che devono pervenire dagli aeroporti e dagli operatori.
Inoltre l’impostazione il più delle volte analitica, specie quando si parla degli aeroporti, non consente a prima vista una valutazione generale del fenomeno.
Ciò premesso, ciascuno può farsi una propria idea leggendo sia la relazione integrale che queste brevi note di commento.
La nostra idea, per chiamare le cose col loro nome, è che la situazione sia oggettivamente preoccupante, in specie negli aeroporti medio-piccoli; troppi sono gli aeroporti sopra soglia a dieci anni dalla prima emissione della circolare APT 01, e troppi quelli con ratei positivi di crescita degli impatti; troppi quelli senza adeguati mezzi di prevenzione e, temiamo, ancora molti senza una adeguata cultura della sicurezza per quello che riguarda il fenomeno dei bird strikes.
I recenti inconvenienti gravi del 2009 ci inducono a ritenere che le cose non stiano migliorando; li ricordiamo brevemente:
Firenze, 14 Luglio: impatto multiplo con ingestione di volatili nel motore dx;
Parma, 1 Agosto: impatto multiplo con ingestione di gabbiani nel motore sx;
Trapani, 5 ottobre: impatto multiplo al decollo con danneggiamento di entrambe i motori.
Non possiamo quindi che condividere le iniziative che l’ENAC intende intraprendere per fronteggiare il fenomeno, sacrosante a nostro avviso, e che elenca puntualmente al termine della relazione.
26 Ottobre – Pubblicata la Relazione annuale 2008 del Bird Strike Committee Italy
Sul sito internet dell’ENAC (www.enac.gov.it) è stata pubblicata la Relazione Annuale 2008 del Bird Strike Committee Italy.

 
19 Ottobre 2009 – Si sta facendo abbastanza?
L’8 Ottobre scorso la FAA ha comunicato che i casi di grave runway incursion sono diminuiti del 50% nell’anno fiscale 2009 rispetto al corrispondente periodo del 2008. Una runway incursion si verifica allorché qualcosa o qualcuno entra in una pista senza autorizzazione; una incursion grave si ha quando si è sfiorata una collisione o vi è stato un potenziale rischio che ha richiesto un’azione correttiva immediata. E’ una notizia bella ed importante che premia il lavoro di anni, cospicui investimenti e dispiego di risorse in informazione, nuove procedure ed addestramento. Significa soprattutto che quando si vuole fermamente raggiungere un obbiettivo, i risultati alla fine si ottengono. Nel nostro campo, al contrario, dobbiamo rilevare una preoccupante stasi, nonostante il fenomeno bird strike sia in costante aumento, con alcuni casi anche clamorosi portati all’attenzione dell’opinione pubblica. Spesso ci capita di stimolare l’ENAC perchè dedichi maggiore attenzione al problema, ma, come vedremo, il panorama internazionale non è molto migliore.

A livello planetario le direttive per la prevenzione sono dettate dall’ICAO; l’ufficio competente è rimasto senza un direttore per molto tempo dopo il pensionamento del precedente, e solo di recente tale figura è stata nominata. Non vorremmo peraltro che il patrimonio di competenze ed esperienze precedentemente accumulato dovesse essere ricostruito praticamente da zero.

L’International Bird Strike Committee, massimo organo tecnico mondiale, è una associazione volontaria privata, composta da membri provenienti dalle più svariate organizzazioni; pur essendo presente ed attiva da anni, non riesce a risolvere le contraddizioni circa il proprio ruolo, i rapporti con l’ICAO e le amministrazioni dell’aviazione civile e degli aeroporti; quello che a nostro giudizio dovrebbe essere il consulente tecnico dell’ICAO e degli Stati rimanda di anno in anno la propria riorganizzazione e perfino l’elaborazione del proprio statuto, che dovrebbe finalmente vedere la luce nel 2010. Il suo sito internet è fermo al Giugno 2009, ma in quella data fu aggiornato solo per annunciare l’ultimo meeting poi tenutosi a York. In quella sede si decise di sostituire i Working Groups con dei Task Groups dei quali non si sa praticamente nulla e che non sono mai partiti. A livello di organizzazioni nazionali, la più importante di tutte, la FAA, aveva deciso di rendere riservati i dati degli impatti per non scontentare gli aeroporti, ed è stata costretta ad un rapido dietro front solo da una sollevazione popolare.

L’EASA non dispone di un esperto in bird strike e per il momento non intende disporne. L’Unione Europea non risulta si occupi di questo fenomeno, fatto salvo l’obbligo di comunicare gli eventi significativi per la sicurezza, inclusi i bird strikes, alle autorità nazionali. Insomma, il panorama non è dei migliori, e nonostante alcuni recenti eventi abbiano portato il problema all’attenzione del grande pubblico (in primis l’ammaraggio sull’Hudson), non si profila all’orizzonte un massiccio programma di iniziative ed investimenti per contrastare il fenomeno, quale invece si è visto in passato per altri problemi di sicurezza come il wind shear e le runway incursions, dalle quali eravamo appunto partiti.

 
5 Ottobre – NTSB emana nuove raccomandazioni per la prevenzione contro i bird strike
Il 4 Marzo 2008 un Cessna 500 Citation, circa due minuti dopo il decollo da Oklahoma City (PWA), precipitò e si distrusse al suolo a seguito di un impatto con uno stormo di pellicani bianchi americani (Pelecanus erythrorhynchos). Secondo l’Ente la causa probabile dell’incidente fu il danno sostenuto dalla struttura alare a seguito dell’impatto che determinò la perdita di controllo dell’aeromobile. Il National Trasportation Safety Board degli Stati Uniti ha perciò emesso a seguito dell’investigazione tecnica dieci nuove raccomandazioni, quattro delle quali riguardano espressamente il problema dei bird strike:
  • Revisione dei requisiti di certificazione degli aeromobili:
    Il NTSB ritiene che gli attuali standard di certificazione siano insufficienti in quanto non basati sui rischi effettivi legati ad un bird strike, visti gli attuali trend di crescita sia degli impatti stessi che della popolazione ornitica; inoltre tali standards consentono livelli di protezione inferiori per alcune strutture dello stesso aeroplano (attualmente i requisiti prevedono che il parabrezza ed altre strutture, incluse le ali, debbano resistere ad un impatto con un uccello del peso di 4 libbre, mentre l’impennaggio di coda deve sopportare un impatto con un volatile di 8 libbre).
  • Ottemperanza degli aeroporti al requisito che impone una valutazione del rischio di impatto con fauna selvatica.
    Il NTSB è preoccupato che per il fatto che alla FAA fosse sfuggito che l’aeroporto in questione non aveva prodotto un piano per la valutazione del rischio, considerando che lo stesso aeroporto è circondato da numerosi fattori attrattivi per la fauna e che la circostanza era nota alla FAA per aver approvato un analogo piano ad un aeroporto vicino.
  • Linee guida informative per ciascun aeromobile,
    a cura dei costruttori, per minimizzare la gravità degli effetti di un impatto con volatili. Poiché la gravità dei danni subiti dipende essenzialmente dall’energia cinetica applicata, ed essa è in funzione della massa dell’animale e della velocità dell’aereo, dovrà essere possibile per ciascun tipo di aeromobile prestabilire velocità, in funzione del peso del volatile, che risultino compatibili con gli standard di certificazione; sarà quindi possibile stabilire velocità minime di sicurezza in funzione del peso dell’aereo e del settaggio flap.
  • Comunicazione all’autorità di tutti gli eventi di bird strike.
    Il NTSB pone in rilievo il fatto che tali dati, incluse le specie coinvolte, sono essenziali per la valutazione del rischio e per la stessa prevenzione.

 
5 Ottobre 2009 – Bird strike multiplo a un B737 Ryanair a Trapani
Ancora un inconveniente grave ad un aeromobile Ryanair. L’ANSV ha aperto un’inchiesta tecnica per inconveniente grave occorso in data 29 settembre al Boeing 737/800 EI –DWD. Secondo quanto riportato dall’Agenzia, al momento del decollo per Charleroi il velivolo avrebbe impattato uno stormo di uccelli che avrebbero causato danni ad entrambe i motori. Alcune fonti locali riportano che l’aereo sarebbe atterrato immediatamente in emergenza sull’aeroporto di Trapani  dopo l'impatto con uno stormo di colombacci (Columba palumbus) con ingestione di alcuni di essi ed il danneggiamento di alcune palette in entrambe i motori. Secondo gli ultimi rilevamenti ENAC risalenti al 2007, l’aeroporto di Trapani non ha mai inviato la relazione annuale relativa agli eventi di bird strike, prevista come obbligatoria dal Regolamento per la Costruzione e l’Esercizio degli Aeroporti; in base alla documentazione in possesso dell’Ente, tuttavia, a fronte di un numero di 8700 movimenti, vi sarebbero stati 27 eventi di bird strike con un rateo di 31 impatti ogni 10.000 movimenti. Ricordiamo che la soglia di “attenzione” in Italia scatta al raggiungimento dei 5/10.000. Inoltre di tutti i 27 impatti il 61 % delle specie coinvolte non è stato identificato.

Trapani Birgi è un aeroporto militare il cui comando aveva a suo tempo predisposto un dettagliato piano BASH (Bird Aircraft Strike Hazard), con una serie di prescrizioni sia di carattere ambientale preventivo che per l’allontanamento dei volatili. In assenza di una relazione da parte del gestore civile Airgest, non si è in grado di conoscere quali misure siano attualmente in essere per la prevenzione dei bird strike, anche se il rateo annuo degli impatti lascia intendere che esse, ammesso che esistano, non si sono rivelate efficaci, almeno fino al 2007. L’ENAC ricorda infatti che il trend di impatti è in crescita dal 2005, passando da un rateo di 10,2/10K a 21,9 nel 2006 ed infine a 31 nel 2007. Pare che al momento siano in corso trattative fra gestore privato e Aeronautica Militare per la predisposizione congiunta di misure preventive.

Ci asteniamo da ogni commento.

Ci aspettiamo invece che l’ENAC prenda al più presto le misure necessarie per riportare la situazione sotto controllo, anche perché, secondo alcune fonti, l’aeroporto di Trapani risulta essere stato appena certificato da parte dell’ENAC come “conforme” al proprio Regolamento.

 
Settembre 2009
  • 2 Settembre
    Rio de Janeiro, GOL B 737, bird strike al decollo, rientro all’aeroporto di partenza per ingestione volatile in un motore;
  • 4 Settembre
    Adelaide, Tiger Airways A320, decollo interrotto per impatto con stormo di Cacatua rosati (Eolophus roseicapillus) ed ingestione in un motore di almeno uno con danni ingenti;
  • 4 Settembre
    Recife, BA Cityflyer ERJ170, bird strike dopo il decollo e ritorno a Recife; danni al muso;
  • 4 Settembre
    Miyazaki, Skynet Asia B737, trovata ammaccatura sul flap destro dopo l’atterraggio dovuta a bird strike;
  • 7 Settembre
    Oita, ANA B 737, decollo interrotto ad alta velocità per ingestione uccello nel motore sinistro;
  • 11 Settembre
    Bangkok, Finnair MD 11, risucchia un volatile nel motore destro al decollo, rientro a Bangkok;
  • 11 Settembre
    Sanya, China Eastern B737, decollo interrotto ad alta velocità per impatto con uccelli su un ala; ammaccatura e squarcio sul bordo d’attacco;
  • 12 Settembre
    Mumbai, Air India A321, costretto al riattaccare per la presenza di un cane in pista;
  • 17 Settembre
    Sabiha Gokcen, Turkish Airlines B737, decollo interrotto per impatto di un volatile su un motore, nessun danno;
  • 22 Settembre
    Dalian, China Eastern B 737, ingestione di un volatile nel motore dx dopo il decollo, rientro a Dalian con un solo motore;
  • 27 Settembre 2009
    Dusseldorf, Germania B737, impatto con uno stormo di storni immediatamente dopo il decollo, ingestione di uccelli nel motore destro e rientro a Dusseldorf;
  • 28 Settembre
    Greenville, Air Wisconsin CRJ2,riporta un impatto con volatile a 14.000 ft., lievi danni ad un pannello sotto il parabrezza;
  • 28 Settembre
    Quingdao, China Eastern B 737, impatto con volatile durante l’avvicinamento;
  • 29 Settembre
    New York (La Guardia), Delta MD88, bird strike in finale, danni al muso;
  • 29 Settembre
    Trapani, Ryanair B737, impatto multiplo al decollo con danni ad entrambe i motori; atterraggio di emergenza a Trapani;

 
23 Settembre – Conferenza Bird Strike Committee Nord America
Come annunciato, BC & T ha partecipato con un proprio delegato alla Conferenza dei Bird Strike Committees del Nord America, che si è tenuta dal 14 al 17 Settembre 2009 nella splendida città canadese di Victoria (B.C.), sull’isola di Vancouver.

Al meeting hanno preso parte 260 delegati provenienti da 20 paesi. Complessivamente sono state svolte circa 40 presentazioni. La conferenza era articolata in otto sessioni: Risks and Strategies to Reduce Risks, Aircraft Design & Consequences, Population, Managent and the Courts, Radar Technology, Methodology, Habitat Management and Land Use, Wildlife Management, Raptor Relocation.

Come era prevedibile, poche sono state le presentazioni che non hanno menzionato il volo US Airways 1549 ammarato sull’Hudson il 15 Gennaio di quest’anno, segnale evidente di quanto questo evento abbia toccato alcuni nervi scoperti e messo in luce anche alcune lacune organizzative (in questo senso tutto il mondo è paese). Fra i molti interventi significativi ricordiamo quello di Paul Eschenfelder (USA), che ha illustrato la minore intensità dell’approccio alla questione bird strike da parte degli enti preposti, rispetto a problemi come wind shear, ceneri vulcaniche o deicing; o quello di Tom Kelly (Irlanda) sulla possibilità che il tipo di aeromobile possa influire sulle probabilità di impatto. Argomento molto dibattuto è stato anche l’utilizzo di radar per l’individuazione a distanza di stormi di uccelli sui sentieri di decollo e atterraggio. Gli italiani erano pochini ma hanno fatto la loro figura, anche se purtroppo non era presente alcuna delegazione istituzionale.

Valter Battistoni (nella foto), delegato BC&T, ha presentato l’analisi di una sentenza in materia di bird strike, il c.d. processo Antonov di Genova, peraltro ampiamente documentato e commentato in questo stesso sito. La presentazione è stata particolarmente apprezzata e sono state richieste diverse copie delle slides (l’intervento è peraltro pubblicato integralmente on line agli atti del convegno).

Molto interessante, anche in vista di un utilizzo pratico, è stata la presentazione di ulteriori dati sui tempi di reazione e fuga degli uccelli all’apparire del “Falco Robot GBRS”™, esposta da Paolo Iori, Alessandro Montemaggiori (La Sapienza, Roma) e Esteban Fernandez Juricic (Purdue University, Indiana), che hanno raccolto ed elaborato i dati provenienti da mesi di sperimentazioni su discariche in USA e Europa. Il falco radiocomandato ha dimostrato di essere in grado di liberare completamente dai volatili una discarica in massimo 10 secondi, tempo eccezionale se si pensa al forte potere attrattivo che i rifiuti alimentari esercitano sugli uccelli. Negli aeroporti i tempi sono addirittura inferiori. Anche in questo caso l’apprezzamento è stato notevole e diverse sono state le richieste di contatto per possibili accordi commerciali. Ricordiamo che il “Falco Robot GBRS”, idea italiana e sviluppo italo-spagnolo, viene attualmente sperimentato dalla nostra Aeronautica Militare, mentre è già in uso in alcuni aeroporti del sud America. Curiosamente il dispositivo, che è stato definito come la novità più significativa degli ultimi vent’anni a livello mondiale, dopo alcuni test condotti con successo a Genova, e Fiumicino (quest’ultimo documentato anche in questo sito), non sembra interessare molto gli aeroporti civili italiani.

Dopo il convegno lo staff della Bird Raptor Internacional S.A., che cura la produzione e la commercializzazione del dispositivo si è trasferito nel vicino aeroporto di Seattle Tacoma per una serie di test, su invito dell’amministrazione dell’aeroporto. Per una più completa disamina degli interventi ed ulteriori notizie si rimanda al sito www.birdstrikecanada.com.

 
3 Settembre – Un caso da meditare
L’Autorità Bulgara per l’investigazione degli incidenti aerei ha rilasciato la relazione finale su un evento occorso in data 3 Agosto 2008 sull’aeroporto di Burgas, che vale la pena di riportare e commentare.

Il fatto - Un A320 della BH Balkan Holidays decolla di primo mattino alla volta di East Midlands con 175 persone a bordo. Immediatamente dopo che le ruote del carrello principale si sono staccate dal suolo, ad un’altezza di circa 3 metri l’aereo impatta uno stormo di gabbiani reali, un certo numero dei quali viene risucchiato da entrambe i motori. Vengono inoltre riportati danni agli slats, a tutti i circuiti idraulici del carrello sinistro e alle luci di atterraggio. Nonostante le vibrazioni dei motori ben al di là dei limiti operativi, l’equipaggio riesce ad accelerare l’aeroplano ed a effettuare un atterraggio di emergenza per pista opposta a quella di decollo oltre il peso massimo previsto.

Le cause - L’Agenzia conclude la relazione indicando come probabili cause: a) una collisione con uccelli che ha causato danni all’aeromobile; b) un inefficace controllo della fauna avicola da parte dell’aeroporto di Burgas.

Fattori contributivi: 1) mancanza di un adeguato programma per la determinazione del rischio derivante dalla presenza di uccelli intorno all’aeroporto; 2) mancanza di strutture organizzative per la definizione di chiare responsabilità circa il controllo della fauna selvatica.

L’aeroporto di Burgas è molto vicino al lago Atanasov, che dà rifugio a più di 100 specie di uccelli, anche migratori. Inoltre dista poche centinaia di metri dalla costa del Mar Nero. La zona circostante l’aeroporto è intensivamente coltivata; sul prolungamento della pista di decollo vi era stata da poco una profonda aratura del terreno, che aveva creato una particolare attrattiva per i volatili in un punto in cui gli aerei passano ad un’altezza di 30/40 metri. Tutto intorno vengono coltivati girasoli che di per sé costituiscono una forte attrattiva per gli uccelli. Sul prolungamento della pista opposta, a circa 3 km. dalla soglia è ubicata una discarica di rifiuti solidi urbani, fuorilegge secondo la normativa locale, ma tuttavia operativa.

Dall’analisi dell’incidente emerge netta la considerazione che i bird strikes non possono essere definiti in assoluto casi fortuiti od eventi imprevedibili. Essi hanno quasi sempre una precisa origine e causa. Nel caso in questione si parte dall’ubicazione stessa dell’aeroporto, sito fra il mare, un lago e terreni agricoli intensamente coltivati, oltre che trovarsi nei pressi di importanti rotte migratorie. Segue l’organizzazione per la gestione del rischio, a partire dal risk assessment, e per le misure di prevenzione ed allontanamento, responsabilità a quanto pare suddivise fra tre enti aeroportuali, ed affidate a sei cannoni a gas, due dei quali inefficienti al momento dell’incidente. Infine la totale mancanza di controllo sull’intorno aeroportuale, fra usi agricoli e discariche abusive.

Quanti aeroporti italiani si trovano, più o meno, nella stessa condizione? Quanti progetti di nuovi aeroporti, o di espansione degli attuali, vengono portati avanti senza un adeguato studio naturalistico? Spesso ci si preoccupa più dell’impatto paesaggistico che della sicurezza aerea.

Quanti aeroporti non hanno sviluppato un risk assessment e, prima ancora, dove sono i criteri e le linee guida che l’Autorità aeronautica dovrebbe porre per una comune ed univoca valutazione del rischio in tutti gli aeroporti? Quanti aeroporti possono sostenere, provandolo con dati alla mano, di disporre di “un efficace controllo della fauna”? Quanti hanno adottato un solo sistema di allontanamento, e che accade quando questo per qualsivoglia ragione non funziona? In quanti aeroporti, specie in quelli minori, non si fa praticamente niente, confidando nella buona sorte? Quanti aeroporti italiani hanno segnalato all’ENAC condizioni di rischio esterne al sedime relativamente ai volatili e quali azioni vengono intraprese per la loro rimozione o controllo? Sui prolungamenti delle piste di quanti aeroporti italiani si continua ad arare il terreno ed a seminare quello che si vuole perfino a ridosso della recinzione? Casi fortuiti? Eventi imprevedibili? Malasorte? Non cerchiamo scuse.
 
3 Settembre – Eventi significativi del mese di Agosto 2009
Riportiamo come di consueto gli impatti significativi raccolti dalla stampa specializzata.
Segnaliamo come particolarmente rilevanti gli eventi dei giorni 1, 3, 5,8,16 23 relativi ad impatti con stormi di uccelli, ovvero la condizione più pericolosa per i danni che possono derivarne. Inoltre notevoli sono anche i casi verificatisi nei giorni 11, 17 (2 eventi), 23 e 30 a causa della necessità di interrompere il decollo ad alta velocità, condizione anch’essa critica. Addirittura nell’evento del 30 vi è stata l’interruzione del decollo dopo la rotazione.
  • 1 Agosto
    Parma, Windjet A319, impatta uno stormo di gabbiani al decollo con ingestione di un certo numero nel motore sinistro e rientra a Parma con un solo motore;
  •  2 Agosto
    Dhaka, Livingston A330, risucchia un volatile in un motore dopo il decollo e rientra all’aeroporto di partenza;
  •  2 Agosto
     Antalya, Belair B757, risucchia un volatile nel motore sinistro e rientra all’aeroporto di partenza;
  • 3 Agosto
    Derry, Ryanair B737, dirotta su Dublino dopo aver impattato uno stormo di uccelli, aeroplano sottoposto a controlli;
  •  5 Agosto
     Santa Barbara, Mesa Airlines CRJ2, impatto con stormo di oche in decollo, danni ad un’ala ed al muso;
  •  5 Agosto
    Presidente Prudente, GOL B 737, motore risucchia un avvoltoio, presumibilmente un Urubù;
  • 7 Agosto
    Saarbrucken, Luxair DH8D, impatto multiplo in avvicinamento
  •  8 Agosto
     Londra, Norwegian Air Shuttle B737, durante la salita impatta uno stormo di uccelli (cicogne) con ingestione di una nel motore sinistro;
  •  9 Agosto
    Raleigh Durham, Northwest A320, colpisce un uccello durante la corsa di decollo, qualche minuto dopo perde il motore sinistro e rientra all’aeroporto di partenza;
  •  11 Agosto
     Glasgow, British Airways A320, bird strike all’atterraggio, persa la copertura di una luce esterna;
  • 11 Agosto
     Frankfurt, Lufthansa B747, decollo interrotto ad alta velocità per ingestione volatili in un motore;
  • 16 Agosto
     Fargo, Linx DH8D, impatta con uno stormo di uccelli al decollo, rientra dopo aver consumato carburante per 30’;
  •  16 Agosto
     Paris, Cathay Pacific A340, a FL 310 decide di rientrare a Parigi per una ingestione di volatili;
  • 17 Agosto
     Copenhagen, Malev B737, ingsestione di un volatile nel motore destro e rientro all’aeroporto do partenza; tre fan blades danneggiate;
  • 17 Agosto
     Toronto, Air Canada A320, decollo interrotto ad alta velocità per impatto con un Falco Coda Rossa (Buteo jamaicensis);
  • 17 Agosto
     Charlotte, Republic E170, decollo interrotto ad alta velocità per impatto multiplo con stormo di oche con ingestione nel motore destro;
  • 22 Agosto
     Osaka, ANA B737, al decollo un volatile entra nel vano carrello anteriore e danneggia un condotto idraulico; il danno si manifesta in volo e costringe ad un dirottamento; 23 Agosto, Wilmington (NC), Atlantic Southeast CRJ2, decollo interrotto per impatto con più volatili;
  • 23 Agosto
    Mumbai, Cathay Pacific A 330, probabilmente durante l’avvicinamento un uccello colpisce il carrello sinistro e causa danni al sistema idraulico;
  • 30 Agosto
     Calgary, Air Canada A 320, interrompe il decollo dopo la rotazione e si ferma sulla pista a causa di un bird strike;


 
18 Agosto – Quale sistema anti-volatile “funziona” meglio?
Ancora una volta l’eccellente sito www.aerohabitat.eu ci offre la possibilità di riflettere su uno dei temi più rilevanti nel campo della prevenzione anti-volatili. Prendendo lo spunto da un appalto degli aeroporti di Puglia per un servizio di allontanamento volatili tramite falconeria, il commentatore si chiede infatti se detto sistema sia davvero efficace, alla luce anche della normativa ENAC (Regolamento C.E.A. e circolare APT 01 A). La domanda posta è infatti: “quale efficacia risolutiva assume il sistema di falconeria tra gli altri dissuasori di volatili?” almeno agli occhi dei dirigenti degli aeroporti pugliesi, tanto, aggiungeremmo, da essere oggetto di un appalto discretamente oneroso. A nostro parere la domanda è corretta ed opportuna, ma andrebbe idealmente preceduta da altre due: 1) esiste un sistema risolutivo di per sé? 2) come si valuta l’efficacia di un sistema di allontanamento?

Alla prima domanda la scienza e l’esperienza fino a oggi rispondono di no, non esiste, altrimenti il problema bird strike non avrebbe assunto l’ampiezza che conosciamo per la potenzialità di effetti dannosi che può provocare. Tutti i sistemi finora impiegati trovano resistenze basate principalmente sull’assuefazione, ovvero dopo un po’ gli uccelli smettono di considerarli una reale minaccia. Si opta quindi, in genere, per l’integrazione e l’alternanza di più sistemi in cui tuttavia la presenza umana sia il vero valore aggiunto di deterrenza.

La seconda domanda chiama in causa direttamente la sperimentazione sul campo. Un metodo può definirsi scientificamente efficace se è in grado di realizzare una diminuzione del numero degli impatti (o delle presenze di volatili) in un dato luogo, rispetto a rilevazioni di dati storici precedenti il suo impiego o successivi ad esso. Naturalmente i protocolli di impiego e di raccolta dati vanno rigorosamente ed oggettivamente predeterminati e ciò richiede un lungo e delicato lavoro di specialisti di vari settori, statistica, biologia, ecc… Fondamentale è poi il concetto che una sperimentazione condotta con i medesimi criteri deve poter riprodurre gli stessi risultati anche se gestita da altri ricercatori. Ogni altra valutazione non può che essere soggettiva quando non autocelebrativa; se allo stesso soggetto vengono affidati i compiti di allontanare i volatili e di misurare i risultati…beh, c’è da diffidare. A tutt’oggi questo tipo di sperimentazione è stata svolta su larga scala pochissime volte, tanto che risulta di fatto impossibile sostenere con dati alla mano che in generale un dispositivo è più efficace di altri. A ciò va aggiunto il fatto che ogni aeroporto è una realtà a sé e che ogni specie può reagire in maniera diversa allo stesso sistema.

Per venire infine alla falconeria, l’ENAC è stata piuttosto chiara in proposito; nel suo leaflet “Considerazioni sull’uso dei falchi negli aeroporti”, allegato alla circolare APT 01 A, dichiara esplicitamente che la falconeria va considerata né più né meno che uno dei diversi metodi che possono essere utilizzati nell’ambito della prevenzione…., la cui efficacia è legata alle specifiche condizioni ornitologiche-ambientali di ciascun aeroporto.” Tale affermazione, che condividiamo in pieno, trova uno dei suoi fondamenti nell’unica sperimentazione seria sull’uso dei falchi condotta all’aeroporto di New York una decina di anni fa e che non portò a risultati particolarmente brillanti e risolutivi. La nostra risposta alla domanda principale sarà dunque la seguente: finora non esiste alcuna prova che la falconeria applicata negli aeroporti abbia un’efficacia risolutiva nella prevenzione contro i bird strike.

In conclusione, la scelta di uno o più sistemi dovrebbe essere preceduta da una attenta analisi della situazione ambientale locale, da una valutazione dei dati storici dell’aeroporto e dallo studio dell’efficacia di quel dato sistema maturato in realtà similari. Questa fase preparatoria dovrebbe essere svolta da agenzie indipendenti rispetto ai produttori dei sistemi o ai fornitori dei servizi.

Infine, a proposito di falconeria e di scarsità di sperimentazioni, vorremmo citare quella, tuttora in corso, del c.d. Falco Robot GBRS”, un sofisticato aeromodello telecomandato in forma di astore (Accipiter gentilis) che concentra competenze biologiche e tecnologie robotiche e che altre volte è stato oggetto di analisi in questo sito (vedasi alla pagina “documenti”). C’è molta attesa per un’ulteriore serie di dati sui tempi di reazione dei volatili bersaglio che verranno presentati alla conferenza di Vancouver del BSC USA/Canada fra meno di un mese. Naturalmente B.C. & T. ci sarà.

 
11 Agosto – Bird strike a Firenze il 14 Luglio.
Si apprende che in data 14 Luglio 2009 sull’aeroporto di Firenze è avvenuto un bird strike multiplo con ingestione di volatili nel motore destro.
Alle ore 21,37 decollava l’a/m Meridiana A 319 marche EI-DFA diretto a Cagliari. Immediatamente dopo il decollo l’aeromobile impattava con uno stormo di gabbiani, di specie non identificata; l’equipaggio avvertiva subito rumori insoliti e vibrazioni provenienti dal motore nonché il consueto odore di carne bruciata in cabina; decideva pertanto di rientrare a Firenze dove nel frattempo venivano attivate le misure di sicurezza. Una prima ispezione pista permetteva di ritrovare tre carcasse di gabbiano sulla testata 05 ed altre lungo la via perimetrale. L’aereo atterrava senza ulteriori problemi circa 15’ dopo il decollo. Una successiva ispezione al motore determinava la necessità di sostituire 12 fan blades.

Dato il luogo del ritrovamento si presume che l’impatto sia avvenuto a quota molto bassa; significativo è anche l’orario, dopo il tramonto del sole e quindi in condizioni di luce ridotta. Inevitabilmente, come già accaduto in casi precedenti, si porrà il problema se i gabbiani stazionassero o meno sulla pista e se fossero visibili dalla TWR, elementi determinanti per l’individuazione di eventuali responsabilità ai fini del risarcimento dei danni. Non risulta al momento che l’ANSV abbia aperto un’inchiesta sull’episodio. Il rateo di impatti su 10mila movimenti a Firenze era di 4,5 nel 2007, pari a 16 eventi, in calo dopo il 5,2 e 5 degli anni precedenti. I sistemi di allontanamento in uso prevedono una combinazione di distress call e di pistola a salve. Non risulta che all’ora dell’evento la BCU fosse attiva. Secondo i dati ENAC, il gabbiano non era finora una delle specie in genere responsabili degli impatti.

 
4 Agosto – Windjet annuncia una richiesta di risarcimento danni contro l’aeroporto di Parma
L’AD di Windjet ha annunciato in una conferenza stampa che la compagnia intende presentare istanza di risarcimento danni per 7 milioni di Euro contro l’aeroporto di Parma a seguito del bird strike con ingestione che ha interessato un suo aereo il giorno 1 Agosto (vedi infra).
Qualora l’aeroporto (o meglio la società che lo gestisce) acconsentisse in via extragiudiziale, magari trattando sulla cifra, la vertenza si esaurirebbe fuori dai Tribunali. Ma in caso di resistenza, si tratterebbe del terzo caso di procedimento civile per risarcimento danni da bird strike in Italia. Vi proponiamo in sintesi i due precedenti. Per chi volesse saperne di più, ampi resoconti e sentenze commentate si trovano sulla pagina “documenti” di questo sito.

Caso TNT, Tribunale di Genova, sentenza del 2001. Un Bae 146 impatta al decollo con uno stormo di gabbiani che si presume fossero posati sulla pista. Danni per 7,4 mln di dollari. Condannati al risarcimento: 50% Ministero dei Trasporti, 30% Soc Aeroporto di Genova, 20 % Consorzio del Porto. Impianto accusatorio sostanzialmente confermato in appello.

Caso Antonov, Tribunale Genova, sentenza del 2006. Dinamica dell’evento pressochè uguale al precedente caso. Danni per circa 2,5 mln di dollari. Condannati al risarcimento: 35% Società di gestione, 35% ENAV, 22,5% Autorità Aeronautica pro tempore (MdT), 7,5% Consorzio del Porto. L’appello si terrà nel prossimo autunno.

In entrambe i casi è evidente la chiamata in causa di enti pubblici, Ministero Trasporti ed ENAV (ma solo perché all’epoca di entrambe i fatti l’ENAC non era ancora stata costituita) anche per consistenti percentuali di risarcimento. Le motivazioni (entrambe le sentenze sono state fisicamente emesse dallo stesso giudice) parlano di mancanze nella predisposizione di mezzi di prevenzione contro i bird strike, inadeguatezza dei controlli a livello centrale e locale sulla loro applicazione, mancanze nella segnalazione ai piloti del pericolo.

Risultano infine due casi pendenti, l’uno a Pescara per un impatto ancora con TNT protagonista, l’altro a Ciampino per il noto evento Ryanair dello scorso Ottobre. Il primo pare verrà risolto con una transazione; per il secondo è viva l’attesa considerato il valore della causa (l’aeromobile è stato radiato).

 
3 Agosto – Due casi di bird strike ad aeromobili italiani
Il giorno 1 Agosto sull’aeroporto di Parma l’a/m A319 della Windjet in servizio per Palermo come volo IV 209 con circa 100 passeggeri a bordo ha impattato con uno stormo di gabbiani subito dopo il decollo risucchiando un certo numero di volatili nel motore sinistro. L’aeromobile è rientrato a Parma con il solo motore destro. Il giorno successivo, 2 Agosto, un A330 della Livingston, marche I-LIVL, in servizio per conto della Kuwait Airways da Dhaka a Kuwait con 229 passeggeri ha ingerito un volatile durante la fase di salita. Il velivolo è rientrato all’aeroporto di partenza.

Secondo i dati pubblicati da ENAC nel 2007, il rateo annuo di impatti su 10.000 movimenti dell’aeroporto di Parma si attestava a 4,7, mentre nel 2006 era di 5,9 (5 è la soglia legale di attenzione iin Italia). La relazione ENAC aggiunge testualmente: “E’ importante sottolineare, infine, come l’attività di allontanamento dei volatili e, più in generale, della fauna selvatica presente nell’area aeroportuale venga effettuata attraverso l’ausilio di una combinazione di sistemi di dissuasione, come il distress call mobile e veicolare, la pistola a salve, i falconidi addestrati e le sirene bitonali.”

 
3 Agosto- Ammaraggio sull’Hudson: erano migratrici e non stanziali le oche di New York
L’accurata analisi delle piume ritrovate nei motori dell’Airbus A320, ammarato nel fiume Hudson lo scorso Gennaio, hanno permesso di scoprire che la specie coinvolta nell’impatto era sì l’oca canadese (Branta canadensis), ma gli esemplari risucchiati dalle turbine non erano stanziali bensì migratori. Anche in questo sito avevamo a suo tempo rimarcato come il sentiero di decollo dal LaGuardia passasse proprio sopra riserve e parchi naturali ove tali uccelli abitualmente risiedono. Invece l’esame del DNA ha permesso di identificare che le piume appartenevano ad animali che a suo tempo si erano nutriti con erba tipica della regione del Labrador. La scoperta non è irrilevante in quanto ora le Autorità dovranno risolvere due problemi, sia quelli legati all’individuazione delle rotte migratorie delle oche, con le modifiche dei sentieri di arrivo e partenza, e forse con una rimodulazione degli orari dei voli, e sia quelli connessi con la presenza stanziale di oche locali, con il controllo della popolazione ornitica, modifiche dell’habitat e rimozione di esemplari.

Questa notizia viene da qualche giorno riportata sul sito ufficiale dell’ENAC. Notiamo con piacere come l’ente stia, come si dice, sulla notizia, e soprattutto informi i cittadini sulle proprie attività istituzionali. Infatti nel sito troviamo anche le azioni intraprese a seguito delle raccomandazioni dell’ANSV per l’incidente Delta del 2007, unitamente al rapporto finale dell’autorità belga sull’incidente di Kalitta Air del 2008, del quale avevamo dato notizia in questo sito. Non è sempre stato così, e ne diamo volentieri testimonianza. Attendiamo ora di conoscere il rapporto 2008 sui bird strike in Italia.

 
3 Agosto – Eventi significativi occorsi nel mese di Luglio 2009
Sempre più spesso riscontriamo tra gli specialisti l’uso del termine “bird/wildlife strikes”, a significare che la sicurezza del volo deve fare i conti col rischio di impatto non solo con uccelli, ma con altri tipi di fauna selvatica. Non sfuggiranno in questo mese appena trascorso impatti con volpi, pesci e perfino maiali, si presume domestici. Non sfuggiranno neppure eventi potenzialmente catastrofici, oppure altri che ricordano nella descrizione eventi gravi del recente passato, e che solo per pura fortuna sono finiti decisamente meglio.
  • 4 Luglio
    Islamabad, Shaeen B737, un uccello ha colpito un motore durante la salita iniziale, ritorno precauzionale e volo cancellato;
  • 5 Luglio
    Ostenda
    World Airways MD11, ingestione di un gabbiano, spegnimento motore, scarico carburante in mare e rientro all’aeroporto di partenza;
  • 5 Luglio
    Kansas City, Frontier A319, impatto in avvicinamento con un grosso volatile, vistosa ammaccatura sull’ala destra;
  • 7 Luglio
    Parigi, Air France A340, ingestione di un uccello in un motore che è stato spento, scarico di carburante e ritorno al CDG, volo cancellato;
  • 7 Luglio
    Baltimora, Southwest B 737, impatto con uno stormo di uccelli in decollo, rientro immediato e successivo ritrovamento di circa 40 carcasse sulla pista (presumibilmente storni);
  • 8 Luglio
    Djamena, Air France A 319, ingestione di un uccello nel motore durante la salita; rientro all’aeroporto di partenza;
  • 8 Luglio
    Matsuyama, ANA Dash 8, investe una volpe durante la corsa di decollo che viene interrotta;
  • 11 Luglio
    Porto, TAP A 330, impatto con uno stormo di volatili dopo il decollo, rientro precauzionale, danni e volo cancellato;
  • 14 Luglio
    Goa, Spicejet B737, in atterraggio impatto con un volatile che rimane incastrato nel carrello anteriore;
  • 16 Luglio
    Islamabad, PIA B 747, ingestione di un uccello in un motore un minuto dopo il decollo, il volo prosegue a destinazione con tre motori;
  • 16 Luglio
    Ahmedabad, GoAir A320-200, ingestione di un rapace nel motore destro e decollo interrotte, alcune palette danneggiate;
  • 17 Luglio
    Nagpur (India), Kingfisher ATR72, impatto in atterraggio con maiale che ha attraversato la pista, nessun danno evidente ma aereo ispezionato;
  • 17 Luglio
    Charlotte, USAir B737, impatto dopo il decollo a 8000ft.
  • 20 Luglio
    Amsterdam, Transavia B737, impatto con un falco durante la salita; rientro all’aeroporto di partenza;
  • 21 Luglio
    Rio de Janeiro, Delta B767, impatto con uccello all’atterraggio, nessun danno;
  • 22 Luglio
    Alexandroupolis, Olympic B737, ingestione di un uccello in un motore e rientro all’aeroporto di partenza; volo cancellato;
  • 23 Luglio
    Reggio Calabria, Air Malta A319, impatto con volatile in avvicinamento; a/m rientrato a Malta in ferry flight;
  • 25 Luglio
    New Delhi, Emirates B777, impatto col motore destro senza ingestione durante la corsa di atterraggio; volo successivo ritardato di 12 ore;
  • 25 Luglio
    London (Can.), Jazz DH8A, impatta in decollo con un pesce caduto dagli artigli di un falco pescatore che sorvolava la pista; decollo interrotto;
  • 29 Luglio
    Madrid, Iberia A320, ingestione di un volatile in un motore a 3000 ft. dopo il decollo, ritorno all’aeroporto di partenza;
  • 29 Luglio
    St. Louis, American MD83, ingestione di un volatile subito dopo il decollo nel motore destro, emergenza dichiarata e rientro all’aeroporto;
  • 29 Luglio
    New York, Delta B767, decollo interrotto per bird strike multiplo, alcuni pneumatici scoppiati;

 
17 Luglio 2009 – Gheppio abbatte Boeing 747: conclusa l’inchiesta tecnica
La competente autorità belga ha rilasciato la relazione di inchiesta sull’incidente occorso il 25.5.2008 sull’aeroporto di Bruxelles ad un Boeing 747 200 di Kalitta Air. A seguito dell’ingestione di un gheppio (Falco tinnunculus) nel motore n. 3, l’aeroplano abortì il decollo e proseguì la sua corsa 300 mt. oltre il fine pista spaccandosi in tre tronconi. L’equipaggio subì fortunatamente solo danni fisici di scarsa entità.

La relazione evidenzia il fatto che il bird strike è stata una delle concause dell’incidente, anche se l’elemento determinante è stata la decisione di interrompere il decollo 12 nodi oltre la velocità V1. Tra le raccomandazioni emesse vi è l’invito a rafforzare la Bird Control Unit dell’aeroporto, almeno il responsabile della quale in particolare dovrebbe dedicarsi esclusivamente a questo compito. Inoltre viene evidenziato che l’addestramento del personale della BCU dovrebbe ricomprendere tutti gli aspetti relativi alla fauna selvatica in un contesto aeroportuale, piuttosto che al semplice possesso di una licenza di caccia, come finora avvenuto. Peraltro l’uso di mezzi letali per il controllo dei volatili risulta pesantemente condizionato dalla legge belga, così come l’abbattimento di specie protette, come quella oggetto dell’incidente. La relazione auspica perciò una deroga a tali normative.

Ricordiamo che l’impiego di una BCU dedicata esclusivamente alla prevenzione dei bird strike è anche una delle raccomandazioni dell’ANSV a seguito dell’incidente Delta a Fiumicino del 2007. Siamo inoltre del parere che all’interno di un aeroporto non dovrebbero circolare armi da fuoco, e che per prevenire i bird strike ci sia una quantità di altre cose da fare prima di imbracciare un fucile.
 

 
9 Luglio – ENAC risponde alle raccomandazioni ANSV dopo l’incidente di Fiumicino del 7.7.2007
L’ENAC risponde con una propria “Follow-up Action” alle raccomandazioni dell’ANSV seguite all’inchiesta tecnica per l’incidente del 7.7.2007 a Fiumicino, quando un B767 Delta impattò con uno stormo di gabbiani reali molti dei quali vennero risucchiati in entrambe i motori al momento del decollo. L’argomento è stato ampiamente trattato anche in questo sito (si vedano in Archivi 2009, 21 Aprile e 5 Maggio, le raccomandazioni dell’Agenzia).

Per quanto riguarda l’eliminazione degli elementi attrattivi, in particolare ristagni d’acqua all’interno ed all’esterno dell’aeroporto, l’Ente ha in previsione la pubblicazione di un documento relativo alle fonti di attrazione di volatili ed altra fauna selvatica. Tali linee guida identificheranno i praticabili metodi di mitigazione del rischio di bird strike od impatto con altra fauna selvatica all’interno ed in prossimità del sedime aeroportuale. Allo stesso tempo i gestori verranno sollecitati ad intervenire sulle fonti di attrazione presenti all’interno del sedime aeroportuale.

In merito al servizio di Bird Control Unit, l’ ENAC ribadirà ai gestori l’opportunità di prevedere, almeno sugli aeroporti principali, una BCU alla quale assegnare compiti esclusivi di controllo e di allontanamento volatili come peraltro già raccomandato dalla circolare APT-01 A. Noi preferiremmo che la parola “opportunità” venisse sostituita da “obbligo”. Circa la sollecitazione agli equipaggi affinchè allertino la TWR in caso di osservazione di avifauna sul campo, l’ENAC provvederà a sensibilizzare, attraverso il Bird Strike Committee Italy e le proprie strutture periferiche, gli Operatori affinché gli equipaggi segnalino tempestivamente al fornitore del servizio di traffico aereo attivo sull’aeroporto la presenza di uccelli od altra fauna selvatica .

Infine sull’adozione delle matrici di rischio per effettuare un corretto risk assessment, ENAC si farà a breve promotore di una proposta in tal senso in seno all’International Bird Strike Committee, al fine di giungere ad indici che vengano accettati a livello internazionale, in maniera tale da rendere confrontabili i dati scaturiti dai vari aeroporti. Su tutte le quattro raccomandazioni lo status attribuito alla pratica è quello di “aperto”, nel senso che le azioni necessarie per rispondere alle raccomandazioni non sono ancora state completate.

I commenti e qualche osservazione alle raccomandazioni ANSV sono stati esposti nei precedenti articoli citati, per cui è superfluo ripeterli in questa sede. Si resta ora in attesa di conoscere nel dettaglio i documenti che ENAC produrrà e le successive azioni poste in essere.

 
6 Luglio – Nuovo dispositivo elettronico.
Su un sito internet australiano leggiamo che la compagnia aerea Qantas avrebbe testato e successivamente adottato sulla sua flotta destinata al traffico nazionale un apparecchio elettronico, tra l’altro relativamente economico, che ridurrebbe in modo significativo la frequenza dei bird strike. Si tratta di un particolare accorgimento che rende le luci di atterraggio lampeggianti con una frequenza di 45 accensioni al minuto, più o meno come le luci di emergenza sulle auto. Il sistema permetterebbe una migliore visibilità alla distanza e darebbe più tempo agli uccelli per scansare il pericolo. Il sistema sarebbe stato sperimentato per un anno su alcuni Boeing 737 400 e 800 i quali, rispetto agli altri senza il dispositivo, avrebbero subito un calo dei bird strike fino al 66% per 1.000 partenze. Le statistiche avrebbero convinto Qantas ancora prima della fine dei test ad adottare il sistema sull’intera flotta dei 737 e dei Dash 8 (di Qantaslink). Senza scomodare W.Churchill, per il quale esistevano “lies, damned lies and statistics”, lo scarno comunicato non ci permette di valutare la bontà della metodologia di sperimentazione: di fatto non possiamo conoscere le differenze di impiego degli aeromobili con il dispositivo rispetto a quelli senza (diurno, notturno, aeroporti frequentati, fermi macchina ecc…), le modalità di registrazione dei dati, le fasi del volo in cui si sono verificati gli impatti, i ratei antecedenti e validi sull’intera flotta ecc… per cui preferiamo sospendere il giudizio.
 
Aggiungiamo solo che il sistema era già stato presentato nel 2005 al Meeting del Bird Strike Committee USA/Canada senza destare (sembra) particolare clamore. Per completezza di informazione, già uno studio del 2002 (Blackwell e Bernhardt, Efficacy of Aircraft Landing Lights in Stimulating Avoidance Behavior in Birds) aveva concluso che il sistema di luci lampeggianti appariva dapprima efficace solo con i Molotri neri (Molothrus ater), peraltro non con continuità; in seguito neanche questa specie sembrava più reagire in maniera significativa. Le altre specie oggetto del test (Oche canadesi, Storni, Gabbiani e Tortore americane) invece reagivano poco o per nulla agli stimoli lampeggianti.

 
6 Luglio – Impatti significativi del mese di Giugno 2009
Come di consueto, presentiamo gli impatti più significativi occorsi nel mese precedente; tra essi segnaliamo un impatto avvenuto in Italia, ed un altro che ancora una volta ha coinvolto l’aeroporto La Guardia di New York, già teatro dell’impatto che poi ha costretto un A320 ad ammarare nel fiune Hudson. Ma soprattutto appare di rilevante gravità l’evento dell’8 Giugno a Vancouver, che anche questa volta coinvolge le temibili oche canadesi.
  • 6 Giugno
    Darwin, Jetstar A320, decollo abortito a seguito di impatto con volatili al motore sinistro;
  • 7 Giugno
    Lampedusa, Windjet A319, ingestione di volatili nel motore sinistro in avvicinamento;
  • 7 Giugno
    Cincinnati, American Eagle ERJ 145, impatto con volatile in atterraggio, luci di atterraggio danneggiate;
  • 8 Giugno
    Vancouver, Air Canada B 777, impatto con uno stormo di oche canadesi durante una riattaccata per presenza volatili, danni rilevanti inclusa ingestione uccelli nel motore destro;
  • 10 Giugno
    Riga, Fokker 70, aborto di decollo per impatto con volatile sul lato destro;
  • 14 Giugno
    Diyarbakir, Tailwind Airlines B 737, impatto su un ala durante l’avvicinamento finale, riattaccata ed atterraggio;
  • 19 Giugno
    Bujunbura, Brussels Airlines A330, impatto con un’antilope durante la corsa di atterraggio, danni al carrello;
  • 21 Giugno
    Montreal, Air Canada ERJ190, uccelli impattano l’ala destra, danneggiano lo slat e costringono ad un atterraggio di emergenza;
  • 26 Giugno
    Chattanooga, Pinnacle CRJ200, impatto con volatile subito dopo il decollo, ritorno all’aeroporto di partenza;
  • 30 Giugno
    La Guardia NY, American B737, bird strike in finale a 900 ft., danni al carrello anteriore con perdita di liquido idraulico;

 
23 Giugno 2009 – A proposito di matrici di rischio
I lettori di questo sito si saranno accorti che recentemente (21 Aprile e 15 Giugno) si è parlato di risk assessment mediante elaborazione di matrici di rischio. Ma che significa ?

All’inizio coloro che tentavano di definire un indice di pericolosità del fenomeno bird strike si limitavano al conteggio degli eventi occorsi in un determinato ambito (aeroporto) ed in un determinato periodo (anno). Un aeroporto con 10 impatti annui era così “più pericoloso” di uno con 9. Immediatamente ci si rese però conto che i valori assoluti non davano un’immagine fedele del fenomeno in quanto largamente influenzati dal traffico aereo; è infatti assai più probabile che un aeroporto molto trafficato abbia un numero più elevato di impatti di uno meno trafficato, a parità (ipotetica) di presenza di volatili. L’indice si arricchì quindi di una relazione con il numero dei movimenti annui, basandosi sulla formula “impatti/10.000 movimenti.

Ben presto ci si accorse che anche questo rateo non dava una visione soddisfacente in quanto ancora ci diceva poco sull’effettiva pericolosità: una cosa sono infatti n impatti/10K con passeri di pochi grammi, ed un’altra lo stesso rateo di impatti con gabbiani da un chilo. Occorreva dunque che le diverse circostanze, numero impatti, frequenza, peso volatile, impatti singoli o multipli ecc… venissero in qualche modo “pesate” per arrivare ad un indice di pericolosità attendibile. Ricordiamo che stabilire un indice di pericolosità è fondamentale, ad esempio, per l’adozione dei piani di prevenzione e nell’assegnazione delle relative risorse: l’aeroporto ove una o più specie costituiscano un rischio potenziale dovrebbe adeguare il proprio budget di conseguenza, sia per iniziativa autonoma che per intervento dell’autorità. Oggi alcuni aeroporti sui quali si sono verificati eventi anche eclatanti si giustificano asserendo di essere pur sempre sotto la fatidica soglia di 5/10K stabilita dall’ENAC come indice di attenzione ma, per le ragioni appena dette, tale indice non offre un quadro realistico della situazione.

La valutazione mediante matrice di rischio fornisce invece un quadro molto più adeguato. La matrice stabilisce soglie di rischio che richiedono interventi da parte dell’aeroporto per mitigare il rischio individuato. Un esempio classico di matrice di rischio standard applicata ai bird strike è il seguente, tratto da J.Allan et al. “The development of birdstrike risk assessment procedures, their use on airports, and the potential benefits to the aviation industry” del 2003 Si identificano dapprima, con i dati dell’aeroporto considerato, le specie di volatili che hanno più probabilità di causare danni ad un aeromobile (in genere una media sugli ultimi 5 anni):
 
Aeroporto di ……               Specie considerata: Gabbiano reale
Numero impatti annui (*)
>10
3-10
1-2,9
0,3 -0,9
0,2 - 0
Categoria della PROBABILITA’
Molto alta
Alta
Moderata
Bassa
Molto bassa
(*) una variante della matrice standard prevede invece l’uso di ratei per 10K movimenti
 
 
Poi si stabilisce un indice di severità, in funzione delle percentuali di impatti riferiti a quella specie che hanno storicamente causato danni ad aeromobili, tratti dal database nazionale
% di impatti con danni (dati nazionali)
>20%
10-20%
6-9,9%
2-5,9%
0-1,9%
Categoria della SEVERITA’
Molto alta
Alta
Moderata
Bassa
Molto bassa
A questo punto si ripete l’operazione per tutte le specie critiche e si collocano le specie nelle caselle come nell’esempio della tabella seguente (la tabella è di pura fantasia)
 
 
Tutte le specie collocate in fascia rossa (rischio inaccettabile) richiedono immediate azioni aggiuntive di mitigazione del rischio; per quelle situate in zona gialla (rischio marginale) occorre rivedere le attuali misure e mettere allo studio misure addizionali, mentre per quelle in zona verde (rischio accettabile) è sufficiente il sistema di prevenzione in essere.
 

La matrice standard del rischio


Livelli di rischio                                           Probabilità
Severità  Molto alta  Alta Moderata  Bassa  Molto Bassa
Molto alta Gabb. reale Inaccettabile Inaccettabile Gabb. com. Marginale
Alta Pavoncella Poiana Inaccettabile Marginale Marginale
Moderata Gheppio Inaccettabile Marginale Accettabile Civetta
Bassa Inaccettabile Marginale Rondone Accettabile Accettabile
Molto bassa Marginale Accettabile Passero Accettabile Accettabile
 
 
I vantaggi di questo risk assessment sono molteplici: sono tenuti in considerazione molti più parametri; si focalizza l’attenzione sulle specie a maggior rischio, il controllo delle quali incrementa la sicurezza, potendo all’occorrenza razionalizzare i costi della prevenzione ed incrementandone gli effetti (se si rileva, ad es. che la presenza di gabbiani raggiunge un picco estivo, si potranno rafforzare le misure in quel periodo ed identificare -ed eliminare- le ragioni di tali presenze); si eliminano le incongruenze di valutazioni basate su numeri assoluti evidenziando le reali pericolosità.
 
 
Per realizzare un risk assessment basato su matrici di rischio su ogni aeroporto è però essenziale disporre sia di una banca dati aeroportuale, quanto più accurata possibile, sia di un database nazionale che raccolga dati sul lungo periodo (venti/trenta anni), sia di una politica di identificazione delle specie impattate. Questa è la ragione dell’enfasi posta dagli specialisti sulla necessità del reporting continuo di tutti gli impatti e sull’esatta identificazione delle specie coinvolte. Accurati ed aggiornati database, così come lo studio degli andamenti degli impatti, consentiranno inoltre di modificare, se necessario, i valori arbitrari posti a base della matrice.
L’applicazione pratica di matrici di rischio in Italia è però resa difficoltosa dalla dimensione del database nazionale (la raccolta sistematica dei dati è iniziata nel 2002) e dalla mancanza, che si auspica possa essere presto colmata, di una normativa specifica in materia.
 
 
 
16 Giugno 2009 – Meeting europeo dell’International Bird Strike Committee
Nei giorni 9 e 10 Giugno si è tenuto presso il Food and Environment Research Agency (FERA) di York (UK) il meeting europeo dell’IBSC. L’incontro era stato fortemente voluto dai molti che non avevano potuto prendere parte per vari motivi all’ultima conferenza di Brasilia nel Novembre 2008. Erano presenti una cinquantina di esperti provenienti da tutta l’Europa; l’Italia era rappresentata dal responsabile ENAC del settore Politiche Ambientali, ing. Eminente e dal consulente biologo dott. Montemaggiori. Anche la B.C. & T. ha inviato un proprio delegato, il Dott. Valter Battistoni. Oltre ad una serie nutrita di qualificate presentazioni scientifiche, sono state proposte alcune modifiche dell’organizzazione interna del Committee, in particolare superando i vecchi Working Groups sostituiti da quattro Task Groups, Training, Risk Assessment, Outreach e Habitat Management.

Per quanto riguarda in particolare il primo, sono stati posti sul tappeto i problemi relativi alla qualificazione e certificazione degli istruttori, ai destinatari della formazione, ed ai programmi di formazione, sui quali argomenti l’ICAO non ha fornito finora linee guida.

Sul Risk Assessment sono stati presentati interessanti contributi circa l’individuazione degli elementi costitutivi delle matrici di rischio da adottare.

E’ stato anche preso in considerazione lo stato di applicazione delle Best Practice dell’IBSC, sostanzialmente recepite già da IFALPA, ACI, CAA UK, ma non ancora formalmente dall’ICAO. Inoltre è stato discusso il ruolo dell’EASA, visto che l’Agenzia si appresta ad emanare anche in questo campo regole valide per gli aeroporti europei, ed il tipo di collaborazione da instaurare con la predetta Agenzia.

Il prossimo meeting si terrà a Cairns (Australia) nel Settembre 2010, probabilmente per coinvolgere l’immenso bacino aeronautico del lontano oriente; sono in molti tuttavia a chiedersi quanto nutrita potrà essere la rappresentanza europea, visti i costi connessi a tale trasferta, e soprattutto quando verrà attuata una politica intesa ad avvicinare il continente africano, del quale si sa ancora poco o nulla in materia di bird strike.


 
8 Giugno 2009 – L’Aeronautica Militare Italiana testa il Falco Robot GBRS
Riportiamo integralmente il comunicato stampa dell’A.M.I. pubblicato sul sito istituzionale della Forza Armata.

“Si è tenuto mercoledì 3 Giugno, nei cieli della Base Aerea di Galatina, sede del 61° Stormo, la prova del falco robot della Gbrs, l'ultimo espediente tecnologico messo a punto per tenere lontani dalle piste degli aeroporti i volatili che possono minacciare la sicurezza del volo.
Il problema del Bird-strike, ovvero del rischio di impatto uccelli-aeromobili, è noto da tempo ed ha messo in luce come i maggiori rischi siano legati alle fasi di decollo ed atterraggio su aree aeroportuali dove è piuttosto frequente la presenza di avifauna.
L'aeromodello radiocomandato, che ha le sembianze e le movenze di un rapace, è stato progettato per sommare all'efficacia del predatore naturale, in termini di deterrenza alla presenza di uccelli, tutta la versatilità ed i bassi costi tipici di un prodotto tecnologico”.

Il Falco Robot GBRS era stato già sperimentato con successo nel Luglio 2008 presso l’aeroporto di Roma Fiumicino; i risultati dei test erano stati oggetto di una pubblicazione presentata all’International Bird Strike Committee di Brasilia nel Novembre scorso. Il testo integrale del documento può essere scaricato da questo sito alla pagina “documenti”. Chi volesse saperne di più può visitare il sito www.birdraptor.com.
Gli aeromobili militari sono particolarmente esposti agli impatti con volatili soprattutto per la frequenza di missioni operative a bassa quota, ove maggiore è la presenza di uccelli, ma anche per l’elevata velocità che possono raggiungere e per l’impiego in contesti ambientali la cui fauna selvatica è spesso sconosciuta.


 
8 Giugno –Traffico ritardato all’aeroporto di Linate per presenza di uccelli
Il “Corriere della Sera” riporta la notizia che l’aeroporto di Milano Linate è rimasto chiuso per un’ora circa dalle 09,00 del 5 Giugno per la presenza di uno stormo di rondoni sulla pista. Ancora alle 12,00 l’Alitalia informava che le operazioni di volo su Linate stavano subendo sospensioni e che le conseguenze si sarebbero prolungate per tutto il corso della giornata. In tutto sono stati dirottati cinque voli (2 a Bergamo e 3 a Milano Malpensa), mentre 10 voli in partenza da Linate hanno subito ritardi. Non disponiamo di ulteriori notizie ma poiché i rondoni si nutrono esclusivamente di insetti aerei, ci sarebbe da ritenere che gli uccelli siano stati attirati appunto da una grossa concentrazione di insetti, il che farebbe spostare l’indagine sui fattori attrattivi di questi ultimi quali, ad esempio, il tipo di vegetazione, uno sfalcio erba recente ecc… L’episodio ci conferma l’assunto che la gestione ecologica di un aeroporto, ai fini della sicurezza aerea, è una questione piuttosto complessa ed interdisciplinare che va affrontata con l’ausilio di specialisti.
 
 
 
 
5 Giugno – Nuove frontiere della sicurezza dalla rilevazione a distanza dei volatili
L’uso del radar per identificare stormi di uccelli che possano attraversare i sentieri di volo degli aeromobili non è una scoperta attuale, anche se in Italia se ne è parlato poco. Si possono infatti adottare tutte le strategie possibili all’interno di un aeroporto per evitare di attrarre uccelli, ma nessun controllore di volo è in grado di avvisare della presenza di uno stormo a chilometri di distanza se non attraverso un sistema di rilevazione remota. Paradossalmente, i primi radar post-bellici presentavano il difetto di rilevare echi falsi, confondendo aeromobili ed uccelli; ora proprio quel difetto viene valorizzato ed i tecnici lavorano per perfezionare i sistemi affinchè rilevino solo gli uccelli escludendo gli aerei. Negli Stati Uniti alcune aziende stanno infatti sperimentando nuovi e raffinati software di lettura dei dati sotto la supervisione della FAA.

Qual è il vantaggio della rilevazione remota? Intanto essa consente di “vedere” i volatili con un certo preavviso, e se possibile manovrare per evitarli. Inoltre essa permette di valutare la loro massa fisica e di effettuare una valutazione del rischio di impatto. Ma soprattutto consente di studiare e misurare i loro percorsi di volo e le quote al fine di predirne i futuri movimenti, almeno quelli abituali. Il problema critico è allo stato attuale quello di ottenere una chiara interpretazione dei dati eliminando tutti i falsi allarmi, nonché rendere accessibile ed operativo il sistema per gli addetti al controllo del traffico aereo. Il successivo inevitabile sviluppo sarà quello di utilizzare la potenzialità del radar per interventi di gestione del territorio e l’allontanamento fisico dei volatili.


 
3 Giugno 2009 – Impatti significativi occorsi nel mese di Maggio 2009
Di seguito riportiamo gli impatti più rilevanti con volatili ed altra fauna riportati nel corso del mese appena trascorso. Cogliamo l’occasione per ricordare che tale elencazione non ha alcuna pretesa di essere esaustiva e dipende esclusivamente dalle comunicazioni ufficiali (e dalla trasparenza) delle compagnie aeree, delle amministrazioni dell’aviazione civile e dai gestori aeroportuali.
  • 5 Maggio
    Calgary, Westjet B737, impatto con tre anatre durante la corsa di decollo, ingestione nel motore sinistro e rientro precauzionale. Danni alle palette della turbina.
  • 7 Maggio
    Hamilton (N.Z.), Pacific Blue E190, ingestione di pivieri nel motore destro durante il decollo, abortito, danni a tre palette del motore.
  • 9 Maggio
     Mumbai, Air India A321, ingestione di un volatile al decollo, rientro all’aeroporto di partenza.
  • 12 Maggio
    Amsterdam, Windjet A320, ingestione di un volatile al decollo, rientro all’aeroporto di partenza.
  •  14 Maggio
    Salvador, Webjet B737, un avvoltoio (probabilmente un Urubù, Coragyps atratus ) impatta l’ala sinistra durante l’avvicinamento e rimane incastrato.
  • 16 Maggio
    Konya (Turchia), Turkish A320, ingestione di uccelli in un motore dopo il decollo, ritorno all’aeroporto di partenza;
  • 21 Maggio
     Mosca, Aeroflot A319, ingestione di uccelli in un motore dopo il decollo, ritorno all’aeroporto di partenza;
  • 23 Maggio
     Orlando, Southwest B737, impatto con volatile durante il corto finale, danni minori;
  • 25 Maggio
    Jinan, Sichuan Airlines A320, impatto di volatili in avvicinamento a 2000 ft. sul carrello principale destro con estesi danni tali da provocare una riattaccata e successivo atterraggio di emergenza;
  • 26 Maggio
    Atlanta, Airtran, B737, impatto durante la corsa di atterraggio;
  • 27 Maggio
    Indore, Kingfisher A320, ingestione di un volatile in un motore durante la salita iniziale, ritorno all’aeroporto di partenza;
  • 28 Maggio
    Fairbanks, ConocoPhillips B737, impatto multiplo dopo il decollo, danni al parabrezza ed alla copertura motore, rientro precauzionale;
  • 30 Maggio
     San Francisco, Lufthansa A340, ingestione volatile motore n. 2 in avvicinamento;
  • 30 Maggio
    Oslo, SAS B737, un grosso insetto (bombo, bombus terrestris) ostruisce un tubo di pitot e causa il malfunzionamento di un anemometro con rientro all’aeroporto di partenza;
  • 30 Maggio
    Mosca, Aeroflot B767, impatto con uno stormo di uccelli al decollo, volo proseguito fino a Los Angeles dove i tecnici hanno riscontrato danni al motore destro.


 
2 Giugno 2009 – Disperso in Atlantico un Airbus A 330 dell’Air France
Mentre sono ancora in corso le ricerche del relitto dell’Airbus, esprimiamo tutta la nostra solidarietà ai familiari delle vittime. Ancora non sappiamo praticamente quasi nulla, ma certamente il nostro campo di attività e ricerca, per le circostanze di tempo e luogo, sembra estraneo all’incidente. Tuttavia, come per tutte le organizzazioni coinvolte a vario titolo nella sicurezza del volo, un evento come questo ci impone di interrogarci se e dove il sistema abbia fallito. Auspichiamo che l’investigazione tecnica possa presto far luce sulle cause ed impedire che eventi simili possano ancora accadere.


 
27 Maggio 2009 – Continua la querelle Ryanair vs. ENAC
Riportiamo integralmente il testo di un comunicato stampa dell’ENAC del 25 Maggio u.s.
“L’ENAC informa che il TAR del Lazio ha rigettato la richiesta di sospensiva avanzata dalla compagnia Ryanair nei confronti di due note del Direttore Generale dell’Ente di risposta al vettore irlandese sugli adempimenti posti in essere in merito alla problematica del bird strike sull’Aeroporto di Roma Ciampino. In particolare, il giudice amministrativo, nel respingere l’istanza cautelare proposta dal vettore irlandese, ha sottolineato che l’ENAC, in qualità di autorità del settore, competente a regolamentare la materia del bird strike e a controllare che le società di gestione eseguano correttamente e scrupolosamente la disciplina per evitare incidenti ed inconvenienti aerei, ha dichiarato che gli accorgimenti adottati dal gestore aeroportuale sono idonei a fronteggiare le situazioni di pericolo paventate dalla ricorrente.

Nel ricordare, inoltre, che il monitoraggio continuo effettuato dell’ENAC trova costante riscontro nelle relazioni annuali sul bird strike pubblicate dell’Ente anche sul proprio sito, l’ENAC richiama la compagnia irlandese al rispetto dei doveri di segnalazione degli eventi aeronautici in osservanza della normativa vigente e del ruolo dell’Autorità italiana.” In buona sostanza, a fronte di un ricorso di Ryanair (che ha perduto un aeromobile nel noto incidente) circa presunte inadempienze di ENAC nel prevenire il fenomeno bird strike a Ciampino, ci sembra di capire che il Tribunale abbia accolto come buone, e senza entrare nel merito, le dichiarazioni dell’Ente circa l’idoneità dei mezzi di prevenzione adottati da Aeroporti di Roma contro il rischio bird strike. Date le circostanze, non vi sarebbero dunque ragioni per sospendere l’efficacia di alcun provvedimento dell’Ente.

Merita invece un commento il rapporto che l’ENAC evidenzia fra il proprio monitoraggio continuo e le relazioni annuali sui bird strike, come se l’attività di vigilanza e controllo fosse dimostrata dalla redazione di un documento riepilogativo annuale. L’ultima relazione annuale ENAC relativa all’aeroporto di Ciampino, nel denotare un incremento del 43% del numero degli impatti rispetto all’anno precedente, tenta di spiegare le ragioni dell’aumento stesso imputandole, come al solito, all’aumento dei voli, alla maggiore attenzione al problema ed all’aumento di alcune popolazioni di volatili sinantropici a livello regionale. Conclude poi sottolineando come “ l’attività di allontanamento dei volatili……venga effettuata attraverso l’ausilio di una combinazione di sistemi di dissuasione, come il distress call mobile e veicolare, la pistola a salve, il veicolo fuoristrada e le sirene bitonali.”

Tutto questo in 15 righe, nelle quali dovrebbe “trovare riscontro” il “monitoraggio continuo” dell’Ente. Non vediamo un giudizio di efficacia sui sistemi adottati, specie a fronte di un aumento così consistente degli impatti. Non vediamo almeno una menzione della valutazione dei rischi e dei fattori attrattivi interni ed esterni all’aeroporto. Non sappiamo di iniziative con gli enti locali del territorio per valutare (e possibilmente contrastare) questi aumenti di popolazioni ornitiche. Non viene data notizia di alcuna gestione ambientale dell’aeroporto. Soprattutto non sappiamo quante ispezioni siano state condotte sul sistema di prevenzione e quali risultati abbiano dato. Ora i casi sono due: o l’ENAC presenta una relazione annuale striminzita che non riporta le problematiche, le iniziative assunte, e non rende in definitiva merito alla propria azione, o dobbiamo ritenere che tutto questo monitoraggio continuo si riduca poi al solo conteggio degli impatti e ad una generica e banale elencazione di mezzi di allontanamento.

Oggi ENAC è l’unica Autorità nazionale di aviazione civile; non c’è dubbio quindi che l’art. 2 della Legge 157/92 (obbligo di controllare le popolazioni di volatili in area aeroportuale) si rivolga a detta Autorità.

Leggiamo ora quanto affermato nel 2007 nella sentenza del c.d. “processo Antonov” a proposito di responsabilità dell’Autorità: “È di tutta evidenza che “controllo della popolazione” non significa istituire una specie di anagrafe (dei volatili, N.d.R.), ma piuttosto monitorare la consistenza e le abitudini della particolare avifauna che può essere pericolosa per il traffico aereo ed assumere determinazioni che contemperino le esigenze di protezione dell’ambiente, con l’esigenza prioritaria di tutelare l’incolumità delle persone che utilizzano gli aeroplani per i loro spostamenti”. Se non è ancora chiaro, si richiede “un onere di adeguamento costante anche oltre la normale diligenza, che può richiedersi al corretto operatore aeroportuale in virtù del tipo di attività disimpegnata, il quale onere……..si misura in termini di efficacia e idoneità dei mezzi e delle procedure rispetto allo scopo primario.” Monitorare per (o per fare) assumere iniziative “idonee ed efficaci” ai fini della sicurezza. Per inciso, sia l’Autorità che il gestore in quel procedimento sono stati condannati al risarcimento dei danni.


 
19 Maggio 2009 – I bird strikes nel Rapporto ENAC 2008 sull’Aviazione Civile Italiana
L’Autorità Nazionale dell’Aviazione Civile (ENAC) ha pubblicato il Rapporto 2008; il documento può essere scaricato dal sito dell’ente www.enac.gov.it. Segnaliamo che alla materia dei bird strikes viene dedicato un paragrafo (pag. 111 e seguenti).

Apprendiamo dunque che in Italia nel 2008 sono stati segnalati 936 impatti (dati non ancora definitivi) dei quali 728 sotto i 300 ft. e quindi riferibili a contesti aeroportuali secondo la circolare APT 01 A. Nel 2007 gli impatti erano stati rispettivamente 708 e 546. Ciò significa che c’è stato un incremento nel numero totale di impatti di circa il 32%. Non viene fornito il numero dei movimenti aerei del 2008 su cui basare un indice di severità del fenomeno, ma dubitiamo molto che il traffico aereo italiano sia aumentato di una pari percentuale nel corso dello scorso anno. Anzi la stessa ENAC lascia intendere che almeno nel secondo semestre del 2008, per effetto della crisi mondiale, il traffico aereo dovrebbe essere rimasto stabile o addirittura diminuito. Pertanto se nel 2007 il rateo degli impatti totali afferenti l’aviazione commerciale era di 4,52 su 10.000 movimenti (fonte ENAC), non è azzardato supporre che nel 2008 si sia raggiunta e superata la soglia critica dei 5, fissata dallo stesso ente, e che noi abbiamo ritenuto già troppo alta (vedi Archivi 21 Aprile 2009).

Nel rapporto l’ENAC giustifica tale aumento con l’incremento del traffico aereo (ma non era diminuito per colpa della crisi?) e con la “maggiore attenzione e sensibilizzazione degli operatori al problema”. Sono argomentazioni che però sentiamo ripetere sempre uguali da almeno dieci anni, manca solo l’abnorme aumento numerico di alcune specie per le pratiche conservazioniste e per i divieti di caccia. La realtà di cui bisogna prendere atto è che il fenomeno bird strike è davvero in continuo, oggettivo, progressivo e preoccupante aumento.

Per quanto riguarda gli elementi attrattivi dei volatili, nel rapporto si legge anche: “In particolare, in tale ambito, tra le attività del BSCI, comincia a rivestire un ruolo significativo la valutazione del rischio introdotto dalla presenza di discariche site in prossimità degli aeroporti per le evidenti ricadute sulla popolazione e sulla sicurezza del trasporto aereo”. Meglio tardi che mai, e speriamo che questo ruolo diventi centrale.

Inquietante è infine l’inciso: “si è in particolare lavorato per realizzare il desiderato monitoraggio della situazione dei diversi aeroporti che si vuole completare nel corso del 2009, cercando di coinvolgere sempre più attivamente i gestori nella predisposizione e trasmissione di relazioni annuali integrate con i dati raccolti ed elaborati secondo un adeguato piano di monitoraggio, che preveda una raccolta di informazioni in maniera continua e standardizzata nel corso degli ultimi 12 mesi”. Dal che sembra dedursi che l’ENAC non ha ancora un quadro preciso della situazione dei bird strike degli aeroporti italiani anche perchè i gestori inviano dati e relazioni in modo discontinuo e non standardizzato. E ciò a dieci anni dalla emissione della prima circolare APT 01.

Vorremmo osservare che inserire le problematiche dei bird strikes, ma anche del rumore e dell’inquinamento ambientale, in un rapporto generale ( e pubblico) sullo stato dell’aviazione civile italiana appare oggi un fatto scontato e doveroso, ma era assolutamente impensabile appena quattro o cinque anni fa, quando al problema venivano dedicate briciole di attenzione e i segnali di allarme erano inascoltati. Qualcosa sta evidentemente cambiando. Il problema è che l’autorità aeronautica sconta anni di (colpevole) inerzia: è desolante infatti constatare che sia in grado di fornire dati strutturati sugli impatti solo a partire dal 2002; è la velocità del cambiamento a preoccupare, che le esigenze della sicurezza richiederebbero un po’ più sostenuta. 

 
5 Maggio 2009 – Ancora commenti alla relazione finale ANSV sull’incidente di Fiumicino
Scorrendo su internet i vari siti più o meno specializzati in materia di bird strike si può notare una serie di reazioni e riflessioni dopo la relazione finale dell’ANSV sull’incidente di Fiumicino (vedi Archivi, 21 Aprile 2009). L’elemento comune a tutti i commenti è ancora la scarsa conoscenza del fenomeno bird strike da parte persino degli addetti ai lavori. Viene raccontato di piloti americani esperti che non sanno che negli aeroporti c’è (o ci dovrebbe essere) un apposito servizio di prevenzione e di allontanamento, col risultato che quando serve non chiedono alla TWR di farlo intervenire; o di piloti e regolatori che di bird strike sanno solo quello che scrivono i giornali o dice la TV. Viene messo in luce il fatto che persino presso le maggiori compagnie aeree non esistano precise istruzioni e procedure cui i piloti debbano attenersi sia prima che dopo un bird strike, così come il fatto che quasi tutte le autorità aeronautiche del mondo non abbiano impartito alcuna disposizione in merito. Viene citata come lodevole eccezione l’Australia, dove un vettore locale ha recentemente emesso una direttiva per i propri piloti del seguente tenore: “ In caso di bird strike accertato ed allorchè vi siano evidenti segnali di danneggiamenti, si deve atterrare sul più vicino aeroporto”, spiegando poi che per evidenti danni si intendono vibrazioni, modifiche dei parametri del motore, differenze fra i parametri dei motori (saremmo curiosi in proposito di conoscere quali procedure adotti la maggiore compagnia aerea nazionale).

Viene posto in rilievo che la questione bird strike ricalca un po’ quella del wind shear, fino a poco tempo fa pressoché sconosciuta e che ha cominciato ad essere studiata, almeno negli USA, solo dopo alcuni incidenti gravi ed il conseguente finanziamento delle ricerche. Emerge in conclusione la necessità di un approccio complesso e multidisciplinare al problema in cui l’addestramento e la formazione giochino un ruolo chiave.

In Italia la situazione non appare molto diversa; forse i nostri piloti hanno maggior consapevolezza del rischio, ma la sola attività visibile da parte dell’autorità nazionale sembra ancora essere il conteggio degli eventi. Ha fatto, è vero, delle buone normative per gli aeroporti, ma poco per la formazione specifica e l’addestramento del personale navigante. Le discariche continuano ad essere presenti intorno agli aeroporti e non si comincia nemmeno a tentare di farle spostare, nonostante la legge lo preveda. Tutto tace inoltre sul versante delle regole del volo: in Canada c’è una proposta per ridurre le velocità degli aerei in partenza sotto i 250 kts per diminuire gli effetti di eventuali impatti, da noi non si pubblicano nemmeno le cartine di rischio presenza volatili negli aeroporti (vedi news del 6 Marzo). Negli USA un ornitologo deve far parte dello staff di ciascun aeroporto, da noi si fa fatica ad averne uno all’ENAC, tra l’altro -ovviamente- precario. Un autorevole esperto americano rileva che a distanza di tre mesi dall’incidente dell’Hudson, la NTSB non ha ancora emanato direttive o raccomandazioni su come debbano comportarsi i piloti in presenza di volatili e scrive: “shame”, vergogna! E continua: “Aspettano forse che gli avvocati bussino alla loro porta per muoversi?” Qui da noi dal 2003 a oggi ci sono stati quattro casi potenzialmente simili a quello (Linate, Pescara, e due a Roma), dove solo per un concorso di fortunate circostanze le perdite di vite umane sono state solo due, e l’ENAC è stata condannata per due volte a risarcire danni per milioni di euro (del contribuente)….
 
4 Maggio 2009 – Impatti significativi occorsi nel mese di Aprile 2009
  • 2 Aprile
    Luanda, TAP A340, ingestione di volatili in un motore durante la salita, rientro all’aeroporto di partenza.
  • 4 Aprile
    Madrid, Air Nostrum DH8C, impatto in avvicinamento, nessun danno;
  • 6 Aprile
    Orlando, Allegiant Air MD83, impatto con un’aquila testabianca (Haliaeetus leucocephalus) al decollo, rientro precauzionale, danni al muso;
  • 9 Aprile
    Sacramento, UA A320, impatto con volatile dopo il decollo, rientro all’aeroporto di partenza, nessun danno riportato;
  • 9 Aprile
    Salvador (BR), TAM A320, impatto con l’ala sinistra in atterraggio;
  • 10 Aprile
    Vancouver, Air Canada A320, ingestione di un uccello nel motore sinistro durante la corsa di decollo, decollo abortito, motore da sostituire;
  • 15 Aprile
    Dallas, American B757, impatto con ingestione motore destro durante atterraggio;
  • 17 Aprile
    Iasi (Romania), Tarom ATR42, impatto con stormo di volatili in atterraggio, danni al radome.
  • 17 Aprile
    Atlanta, Atlantic Southeast CRJ2, impatto con grosso volatile al decollo, rientro precauzionale, danni minori;
  • 24 Aprile
    Orlando, Southwest B737, impatta con due grandi volatili durante la corsa di atterraggio;


 
30 Aprile 2009
Nelle news del 31 Marzo avevamo scritto che finora le principali autorità aeronautiche avevano ritenuto estremamente improbabili bird strike che potessero danneggiare più di un motore causando una significativa o totale perdita di potenza, ed erano anzi, secondo taluni, entità trascurabili. Di seguito riportiamo alcuni dati che attestano invece il contrario, e ci limitiamo agli anni successivi al 2004:
  • 26 Giugno 2004
    Wau Airport (Sudan), Sarit AN12 (4 motori), colpiti i motori 3 e 4, 4 feriti, aeroplano distrutto;
  • 14 Luglio 2004
    Pescara, TNT Bae 146 (4 motori), in atterraggio colpiti i motori 2 e 3,motore 3 sostituito;
  • 28 Marzo 2006
     Payam (Iran), Phoenix Avia AN12 (4 motori) , colpiti i motori 1, 3 e 4 al decollo, aeroplano distrutto;
  • 7 Luglio 2007
    Roma Fiumicino, Delta B767 (bimotore), entrambe i motori colpiti;
  • 29 Luglio 2007
    Mosca Domodedovo, Aviatrans AN12 (4 motori), colpiti i motori 3 e 4, 7 morti, aeroplano precipitato;
  • 10 Novembre 2008
     Roma Ciampino, Ryanair B737 (bimotore), entrambi i motori colpiti in atterraggio (a quanto si apprende l’aeroplano è irrimediabilmente danneggiato);
  • 15 Gennaio 2009
     New York, US Airways A320 (bimotore), colpiti entrambi i motori, ammaraggio nel fiume Hudson, aeroplano radiato.
Sette impatti multipli negli ultimi cinque anni, 7 morti, un numero imprecisato di feriti, 5 aeroplani distrutti o radiati non sono davvero “entità trascurabili”. Preoccupante il fatto che due degli eventi si siano verificati in poco più di un anno nella città di Roma, anche se in aeroporti diversi e con specie di uccelli diverse.


 
24 Aprile – La FAA rinuncia a mantenere segreti i dati dei bird strike
Dal sito del Department of Transportation USA si apprende che la FAA renderà pubblico a partire da oggi il proprio database sui bird strike registrati dal 1990 in poi. La FAA ha quindi ritirato la propria proposta di mantenere segreti i dati dopo le numerose critiche e commenti negativi pervenuti (vedi archivi 2009, 31 Marzo). Nello stesso tempo l’ente americano studierà il modo di migliorare e incrementare il reporting degli impatti. Secondo l’Aviation Herald ciò significa che essi verranno nel futuro resi obbligatori.


 
21 Aprile 2009 - Conclusa l’inchiesta tecnica sull’incidente del 7.7.2007 a Fiumicino
L’ANSV ha concluso l’inchiesta tecnica sull’incidente occorso il 7 Luglio del 2007 sull’aeroporto di Roma Fiumicino ad un B 767 della Delta (marche N834MH) in decollo per Atlanta. L’aereo aveva impattato uno stormo di gabbiani reali (Larus michaellis) giovani dei quali almeno una trentina erano stati risucchiati da entrambi i motori. Immediatamente si erano avvertite forti vibrazioni ed un aumento della temperatura in uno di essi. Il Comandante decideva per un immediato rientro in emergenza a Fiumicino dopo aver scaricato a mare gran parte del carburante per rientrare nei limiti di peso per l’atterraggio. La manovra riusciva perfettamente ed una successiva ispezione permetteva di rilevare cospicui danni ad entrambe i propulsori.
Dopo aver analizzato l’evento, l’Agenzia conclude sostenendo che sull’aeroporto di Fiumicino “erano stati impiegati tutti (sic) i mezzi disponibili attivi di allontanamento volatili previsti” e che “tali mezzi possono comunque essere storicamente considerati complessivamente adeguati a mantenere il fenomeno numericamente al di sotto della soglia di allarme nazionale (5 impatti su 10.000 movimenti, NdR)”. Tuttavia l’Agenzia individua alcuni elementi critici nel sistema relativamente all’insufficiente manutenzione dei canali di drenaggio delle acque, alla depressione di talune aree del sedime ed alla movimentazione terra per lavori esterni all’aeroporto. Ciò crea la presenza di ristagni d’acqua e comunque le condizioni per la presenza e la sosta dei gabbiani.

A ciò va aggiunto come fattore causale la sottovalutazione da parte dell’equipaggio del rischio legato alla presenza dei volatili, che pur erano stati osservati prima del decollo. Da non sottovalutare inoltre la presenza di una grande discarica di rifiuti a pochi chilometri dall’aeroporto. Infine l’ANSV raccomanda all’ENAC di adottare più stringenti iniziative atte ad eliminare i fattori attrattivi interni ed esterni (eliminazione ristagni d’acqua), di imporre la modifica del servizio di controllo e allontanamento volatili non assegnando alle unità preposte altri compiti, di sensibilizzare gli equipaggi a riportare alla TWR la presenza di volatili ed infine di procedere ad un risk assessment per mezzo di una matrice di rischio che prenda in considerazione non solo il numero degli impatti ma anche “l’entità dei danni prodotti” e le specie ornitiche coinvolte.

B.C. & T. osserva preliminarmente che l’evento è stato potenzialmente catastrofico ma che, stranamente, ha avuto scarsissima eco sui media in Italia. Al contrario, negli Stati Uniti è stato ampiamente enfatizzato. Esso inoltre contraddice palesemente le teorie statistiche che affermano che un impatto che interessa entrambe i motori sarebbe estremamente raro; infatti oltre a questo si sono verificati almeno altri tre casi dal 2005 al 2007.

Una prima osservazione riguarda l’affermazione circa l’uso a Fiumicino di “tutti” i mezzi disponibili attivi di allontanamento volatili previsti (distress call e cannoncini a propano); per la verità i mezzi possibili sarebbero ancora molti, basta pensare alla falconeria, all’uso di pistole lanciarazzi, alle armi a salve e non, ecc…. Diciamo che erano in uso alcuni di quelli più noti ed efficaci. La questione non è meramente linguistica in quanto l’uso di “tutti” i mezzi disponibili per evitare il danno nelle attività pericolose (e tale è secondo la giurisprudenza la gestione aeroportuale) solleverebbe, secondo l’art. 2050 CC, dall’obbligo di risarcire il danno. Sarebbe quindi fuorviante ed anche pericoloso ritenere, solo sulla base di tale affermazione, che il gestore aeroportuale non sarebbe tenuto al risacimento in caso di citazione in giudizio. Quanto al fatto che essi possano essere considerati “adeguati”, è una rispettabilissima opinione; di certo se l’aeroporto è perfettamente conforme alla normativa, la stessa ANSV ammette che dal 2002 al 2006 gli impatti a Fiumicino sono aumentati del 77%: non sarà il caso di provare anche con qualcos’altro? Del resto il gestore aeroportuale nel 2008 ha sperimentato con esiti soddisfacenti il nuovo dispositivo “Falco Robot GBRS” (vedi in “documenti” la relazione sulla sperimentazione).

Una seconda osservazione concerne la c.d. “soglia di allarme nazionale” fissata (dal 1999) in 5/10.000 mvt. Chi scrive ha attivamente preso parte alla stesura della prima versione della APT 01 e ricorda che quel limite fu fissato in base alla media degli impatti riportati in Europa nel decennio precedente. Era, ed è , un limite arbitrario posto all’alba delle iniziative messe in campo per contrastare il fenomeno dei bird strike, fino ad allora pressochè inesistenti. Dieci anni dopo sarebbe il caso di abbassare quella soglia, o possibilmente di abolirla del tutto, come avviene in molti altri paesi, togliendo alibi e tentazioni di nascondere i dati e ponendo l’obbligo della ricerca naturalistica e del piano di prevenzione come uno dei presupposti naturali della certificazione di aeroporto. Una terza osservazione deve essere fatta circa i fattori attrattivi interni; bene il richiamo alle manutenzioni ed al riempimento delle depressioni (a Luglio c’erano pozze d’acqua in aeroporto?), ma poca, pochissima enfasi viene posta sui fattori attrattivi esterni. La discarica di Malagrotta esercita sempre un forte richiamo per i volatili, che dal mare attraversano le piste per raggiungerla. Chiunque poi atterri per 34R si rende conto della presenza di stagni e laghetti a ridosso dell’aeroporto che costituiscono l’habitat ideale per molte specie, come osservato correttamente dall’ANSV. Tutto ciò in presenza, ormai da tre anni, degli artt. 711 e 714 del Cod.Nav, che offrono la possibilità all’ENAC di impedire nuove installazioni attrattive e di far cessare quelle esistenti. Forse una raccomandazione”più forte” in questo senso sarebbe stata utile.

Quarta osservazione: benissimo la raccomandazione affinchè il servizio di BCU (Bird Control Unit) sia svolto in via esclusiva, anche perché l’esperienza insegna che spesso ci sono mille altri impegni da assolvere in aeroporto prima di effettuare un’ispezione volatili. Del resto le raccomandazioni dell’International Committee prevedono che in un aeroporto come Fiumicino la BCU sia costantemente in attività lungo le piste. Solo benino invece il richiamo alla sensibilizzazione del solo personale navigante affinchè riporti la presenza di volatili; manca del tutto un accenno al ruolo e alla funzione del controllore di Torre il quale non deve e non può limitarsi a ricevere ed a ritrasmettere informazioni, ma deve farsi parte attiva, guardare fuori a 360° avvalendosi della propria ubicazione privilegiata, “cercare” i volatili, assumere cioè una funzione proattiva.

Trascurare ciò significa anche rischiare fastidiose condanne a risarcire parte dei danni, come nel caso della sentenza di Genova (caso Antonov, 2006, vedi pagina “documenti”). In questo senso avremmo visto volentieri una raccomandazione anche all’ENAV.

Dalla relazione di inchiesta si intuisce una sorta di latente biasimo sui piloti, “rei” di aver visto i gabbiani, di aver pensato di chiedere il loro allontanamento, ma di aver lasciato perdere dopo la seconda autorizzazione al decollo della TWR e visto il già notevole ritardo del volo. E’ il solito vecchio problema, la pressione sul pilota; anche qui avremmo visto bene una raccomandazione alle compagnie aeree finalizzata ad una maggiore sensibilizzazione dei piloti sui rischi conseguenti dai bird strike, ad una maggiore enfatizzazione di questo aspetto nel ciclo addestrativo, senza escludere un richiamo alla procedura prevista dall’art. 806 CN 1° e 2° comma, in buona sostanza il potere/dovere dell’Autorità di interrompere le operazioni di volo in presenza di un numero di volatili incompatibile con la sicurezza. Ultima osservazione: approvazione incondizionata per il richiamo ad un risk assessment mediante matrice di rischio (finalmente qualcuno ne parla). In conclusione la relazione di indagine tecnica sull’incidente da parte dell’ANSV (a quanto ne sappiamo la prima per un incidente da bird strike) pone in luce molti aspetti importanti e fornisce molte e positive linee di azione. A nostro giudizio, tuttavia, è necessario che si affermi la consapevolezza che il rischio bird strike, per la sua frequenza ed imprevedibilità, costituisce forse al giorno d’oggi la minaccia più seria alla sicurezza del volo, una volta che la tecnica e l’esperienza hanno ormai quasi risolto gli altri aspetti critici. Restiamo ora in fiduciosa attesa del rapporto di inchiesta relativo all’incidente di Linate del 1.6.2003 (I-ERJC), dove purtroppo questa volta per un impatto con volatili due piloti hanno perso la vita.


 
2 Aprile 2009
Come di consueto, presentiamo gli eventi di bird strike più significativi verificatisi nel mese appena trascorso.
  •  6 Marzo 2009
    Bermuda American, Airlines B 737, impatto in atterraggio;
  • 8 Marzo 2009
     Windhoek, Air Namibia A340 probabile bird strike dopo il decollo; rotazione aeromobile sconvolta per qualche giorno;
  • 9 Marzo 2009
    Tessalonica, Easyjet A319, bird strike multiplo al decollo con danni a motore;
  • 12 Marzo 2009
    Atlanta, Atlantic Southeast CRJ 200, impatto con due oche in fase di salita, rientro all’aeroporto con danneggiamenti al muso ed alle ali.
  • 14 Marzo 2009
    Shangai, JAL B747, ingestione di uccelli dopo il decollo e dirottamento su altro aeroporto della città cinese.
  • 16 Marzo 2009
    New Orleans, Delta B757, impatto durante la salita e rientro precauzionale all’aeroporto di partenza;
  • 17 Narzo 2009
    Orlando, Southwest B737, impatto durante la decelerazione dopo l’atterraggio; piccoli danni.
  • 18 Marzo 2009
    Toronto, Canadair CRJ100, costretto a riattaccare perché un altro aeromobile ha rifiutato l’autorizzazione al decollo per presenza di uccelli;
  • 20 Marzo 2009
     Bandar Lampung,Sriwijaya B737, decollo abortito per ingestione volatili motore sinistro;
  • 21 Marzo 2009
    Bologna,Eurofly A320, bird strike in avvicinamento, piccoli danni ad un flap; 21 Marzo 2009 Newark, Continental B737, bird strike con ingestione in finale a circa 220 ft. di quota; flame out al motore destro.
  • 25 Marzo 2009
    Larnaca,Aegean A321, bird strike multiplo al decollo con ingestione di 4 uccelli nel motore destro. Rientro ad un solo motore sull’aeroporto di partenza.


 
31 Marzo 2009
Secondo l’Associated Press, la FAA (Federal Aviation Administration) sta proponendo di impedire la divulgazione al pubblico dei propri dati riguardanti luoghi e modalità dei danneggiamenti subiti da aeromobili commerciali a seguito di un bird strike. L’Agenzia teme che alcuni aeroporti e compagnie aeree possano interrompere il reporting di tali eventi per evitare una pubblicità negativa, o comunque che i dati possano essere interpretati non correttamente. Si ricorderà che negli USA il reporting è un’attività volontaria e che la FAA dieci anni fa ha respinto una raccomandazione del NTSB (National Transportation Safety Board) per renderlo obbligatorio. La FAA sembra preoccupata del fatto che il pubblico possa comparare i dati complessivi degli impatti sui vari aeroporti, senza possedere le conoscenze necessarie per elaborarli e trarre conclusioni sullo stato della sicurezza degli stessi. La proposta ha tuttavia suscitato un’ondata di critiche negli USA e qualcuno ha perfino asserito che ciò potrebbe compromettere la stessa sicurezza, ad esempio nei confronti del gran numero di possessori di aerei privati o d’affari che rimarrebbero di fatto esclusi dalle informazioni. Dopo l’incidente dell’Hudson, la FAA si è affrettata a comunicare che la perdita di potenza ad entrambe i motori per un bird strike è un evento molto raro, ma l’affermazione sembra contraddetta da almeno quattro incidenti avvenuti tra il 2005 ed il 2007 nei quali tale evento si è invece verificato; uno di questi ha avuto luogo all’aeroporto di Fiumicino il 7 Luglio 2007 ad un B767 della Delta che fu costretto ad un atterraggio di emergenza subito dopo il decollo. Il fatto provocò enorme sensazione negli Stati Uniti, molto meno in Italia, ove passò quasi inosservato. In Italia vige il regime della obbligatorietà delle segnalazioni di impatto con volatili già dal 1999; iI corretto adempimento di questo obbligo è un requisito per il mantenimento della certificazione di aeroporto. Annualmente l’ENAC pubblica un rapporto sui bird strikes contenente i dati di tutti gli aeroporti nazionali. La circolare ENAC APT 01 A del 2007, coerentemente con le indicazioni dell’International Bird Strike Committee, mette in rilievo il fatto che il numero totale degli impatti su un aeroporto non può in assoluto essere considerato come un indice del rischio o dell’efficacia delle misure di controllo dei volatili , in quanto un corretto risk assessment deve tener conto anche dell’ubicazione dell’aeroporto stesso, del numero dei movimenti che vi si effettuano,della massa e del peso dei volatili, del numero degli esemplari coinvolti ecc…

 
24 Marzo 2009
I visitatori di questo sito vorranno perdonarci se per una volta usciamo dall’argomento dei bird strike per addentrarci in una breve riflessione su questioni aeronautiche di più ampia portata. L’occasione ci viene dalla recente sentenza di 1° grado relativa all’incidente dell’ATR72 Tuninter, ammarato forzatamente il 16.08.2005 nelle acque della Sicilia e nel quale hanno perso la vita 16 persone. Pilota e copilota sono stati condannati a pene severissime (10 anni ciascuno), così come una serie di altri soggetti appartenenti a vario titolo alla compagnia aerea tunisina, seppure con pene inferiori. Questa sentenza riporta immediatamente alla memoria quelle per l’incidente di Linate (2001) che tanto clamore hanno suscitato anche a livello internazionale, così come molti altri casi precedenti nei quali gli operatori aeronautici, ed i piloti in particolare, hanno dovuto affrontare processi, sentenze e condanne che hanno fatto emergere perplessità sull’effettiva utilità di condanne penali in casi di incidente aereo. Dopo la sentenza di Linate un autorevolissimo periodico (Flight International) parlò di “rough justice”, giustizia sommaria, sostenendo tra l’altro che non si può fare pagare ai singoli le manchevolezze del sistema nel quale lavorano. Se la sentenza di Linate, anche sotto la pressione dei media, comminò in primo grado pene mai viste prima per incidenti nei trasporti, questa addirittura le supera; ma non ci toglie dalla testa che sia sfuggito ancora una volta il fatto che un incidente aereo è frutto di un concorso di fattori organizzativi nei quali il pilota, il controllore, chi più in generale sta in posizione di front line, è solo l’ultimo anello della catena e non merita di certo la sanzione più pesante, salvo i casi di dolo o di colpa gravissima. Leggeremo attentamente le motivazioni di questa sentenza, ma sin da ora ci chiediamo quale possa essere l’impatto di essa nel mondo dell’aviazione civile. La lezione che la storia dell’aviazione ci impartisce è chiara: solo un’accurata investigazione tecnica sui disastri aerei consente all’industria aeronautica di sperare di capire come prevenirli nel futuro. Ma è altrettanto chiaro che una tale investigazione non può aver luogo se i protagonisti di un incidente, per paura di una condanna, tendono a nascondere quello che sanno, i propri errori inclusi . “La necessità di ottenere la testimonianza di coloro che sono stati coinvolti in un incidente – anche se ciò può rivelare errori che possono portare ad una incriminazione – supera di gran lunga qualunque risultato che possa derivare da un processo penale” ammonisce Paul McCarthy dell’IFALPA. Stuart Matthew della Flight Safety Foundation è ancora più esplicito: “Quando dopo un incidente ci preoccupiamo più di trovare qualcuno da punire piuttosto che capire cosa non ha funzionato e perché, stiamo creando le condizioni per il ripetersi della tragedia e per la perdita di altre vite umane”. La criminalizzazione o meno degli incidenti aerei era già all’attenzione del legislatore negli Stati Uniti una decina di anni fa: autorevoli studiosi già allora asserivano che la criminalizzazione degli incidenti aerei non era necessaria per creare la deterrenza; le compagnie aeree e i soggetti interessati hanno già abbondanti deterrenti. Gli equipaggi rischiano le proprie vite, le linee aeree devono vedersela con una massiccia pubblicità negativa, mentre le figure professionali aeronautiche come i piloti, i meccanici, i controllori e gli ispettori sono spesso i primi ad essere fatti fuori nella spietata assegnazione di colpe che segue ad un incidente aereo. Un pilota sosteneva: “Ritenere che la minaccia di un’azione penale mi possa dissuadere dal fare o non fare qualcosa è ridicolo. Di norma, se mi capita un incidente aereo sono destinato a morire anch’io, e quella è tutta la motivazione che mi serve per fare bene il mio lavoro. In mancanza di prove circa un comportamento volontario o un sabotaggio, la criminalizzazione dell’aviazione non ha alcuno scopo utile”. Un recentissimo studio, citato ancora da Flight international, sugli effetti dell’azione penale nei confronti di piloti e controllori del traffico aereo a seguiito di un incidente, ha concluso che essa ha un preciso effetto negativo sulla sicurezza del volo ma che oltretutto non ha alcun effetto deterrente sulla commissione di errori. Anzi, il sapere che un errore involontario può portare ad una incriminazione genera uno stato di stress che renderebbe più probabile la commissione di errori. Perfino l’ICAO ha ufficialmente raccomandato di evitare l’apertura automatica di procedimenti penali a carico di operatori aeronautici coinvolti in un incidente in quanto tale prassi comprometterebbe il rapido svolgimento delle inchieste tecniche.Condividiamo tale linea così come l’urgenza, ai fini della sicurezza del volo, di una diversa (e più benevola) considerazione dell’errore umano in settori operativi caratterizzati da elevata complessità organizzativa e dalla necessità di tempi di reazione immediati.
 
6 Marzo 2009
Molti paesi (Cile, Slovenia, Corea, Singapore ecc…) hanno realizzato carte di concentrazione volatili negli aeroporti e le hanno pubblicate sul loro AIP; è un semplice strumento a costo zero per informare permanentemente i piloti della possibile presenza di volatili intorno agli aeroporti (clicca qui per la carta di Santiago del Cile). Non risulta un’analoga iniziativa in Italia. Certo, è necessario che le autorità locali facciano anche qualcosa per eliminare o ridurre la presenza di volatili così vicino alle piste, ma intanto ci pare un provvedimento da imitare. Chissà se avrebbe potuto in qualche modo essere d’aiuto nel recente caso di bird strike multiplo a Ciampino, che ha causato la perdita fortunatamente “solo” di un Boeing 737?
 
1 Marzo 2009
Segnaliamo i bird strike più rilevanti del mese di Febbraio:
  • 01.02.2009

    Teresina (Brasile,) GOL B737/800, bird strike al decollo con ingestione (piccioni), rientro all’aeroporto di partenza
  • 03.02.2009
    Denver, United Airlines B757 bird strike al decollo con ingestione, rientro all’aeroporto di partenza.
  • 13.02.2009
    Tacloban (Filippine), Cebu Pacific Airbus 320, ingestione di volatile in atterraggio, aeromobile bloccato per manutenzione.
  • 16.02.2009
    S.Josè (USA), United Airlines B757 decollo abortito a 120 Kts per impatto multiplo con gabbiani
  • 25.02.2009
    Napoli, Air One B737, impatto con gabbiano in finale, ammaccatura radome (vedi foto)
 
24 Febbraio 2009
Volano le polemiche dopo il bird strike multiplo di Ciampino dello scorso 10 Novembre. L’A.D. della Ryanair, Michael O’Leary, ha esplicitamente accusato l’ENAC di non aver ancora risolto il problema degli storni a Roma, che ha causato la perdita totale del loro Boeing 737/800 EI- DYG, fortunatamente senza causare vittime. Il Direttore Generale ENAC, Silvano Manera, ribatte (17.02.2009) che ogni giudizio è prematuro in quanto le cause dell’incidente sono tuttora in corso di accertamento da parte dell’Agenzia per la Sicurezza del volo ANSV. Quest’ultima aveva rilasciato in data 12.02.2009 un comunicato stampa nel quale si informava che a seguito del disassemblaggio del motore destro, era stata confermata la presenza di materiale organico (uccelli) lungo i diversi moduli del motore e che almeno 90 storni avevano impattato contro l’aeromobile. Da ultimo l’agenzia di informazione Avionews, riprendendo una notizia diffusa a suo tempo sul sito internet Aerohabitat.org, rivela come la Direzione ENAC di Ciampino non avrebbe provveduto a rinnovare il notam (avviso agli aeronaviganti) relativo alla possibile presenza di storni sull’aeroporto, scaduto il 21.01.2007, e che si sarebbe decisa a rinnovarlo solo il 25.11.2008, ad evento ormai accaduto. Così non sarebbe stato permesso ai piloti di valutare correttamente il potenziale pericolo. Tutto lascia intendere che si stia preparando il più grande processo per risarcimento danni a seguito di bird strike della storia giudiziaria italiana. Ricordiamo che i precedenti giudiziari nel nostro paese sono state le tre sentenze di Genova (due in primo grado ed una in appello), tutte concluse finora con la condanna al risarcimento dei danni a carico del gestore aeroportuale, ENAC, Consorzio del Porto di Genova e, in un caso, anche dell’ENAV. Le motivazioni delle due sentenze di primo grado possono essere reperite alla pagina “documenti” di questo sito. In altri casi, non riportati dalla stampa, le società di gestione hanno preferito risolvere le controversie extragiudizialmente, pagando una cifra concordata. BC&T deve rilevare che i giudizi dei Tribunali non risolvono i problemi della prevenzione, anche perché non sembra che a seguito delle condanne ci sia stata una massiccia risposta da parte ENAC e degli aeroporti in termini di incremento delle misure di sicurezza (a parte gli aeroporti direttamente coinvolti). L’unico obbiettivo che rischia di essere raggiunto è quello di un aumento dei premi assicurativi pagati dai gestori aeroportuali per tutelarsi in caso di incidente (cosa che pare stia già avvenendo), il che non può certo rassicurare gli utenti del trasporto aereo.

 
1 Febbraio 2009
Nel mese di Gennaio 2009 si sono registrati diversi casi clamorosi di bird strike conclusisi fortunatamente senza gravi conseguenze per le persone. Di seguito riportiamo i più importanti.
  • 5.01.2009
    Bangkok, British Airways B744, bird strike multiplo all’atterraggio
  • 10.01.2009
    Firenze, Alitalia A319, bird strike in decollo
  • 15.01.2009
    New York, US Airways A320, ammaraggio sul fiume Hudson per bird strike
  • 16.01.2009
    Istanbul, Lufthansa A321, bird strike al decollo, rientro a un   motore
  • 16.01.2009
    Guadalajara, Interjet A320, bird strike al decollo, rientro a un motore
  • 17.01.2009
    Tokyo, Star Flyer A320, flaps danneggiati per bird strike in atterraggio.
  • 21.01.2009
    Ahmedabad, Finnair B752, bird strike in atterraggio
  • 26.01.2009
    Istanbul, Turkish Airlines A321 bird strike al decollo, rientro a un motore
Inutile dire quanti milioni di Euro sono costati o costeranno alla fine questi eventi, ciascuno può fare le proprie stime. Di sicuro enormemente di più di un buon piano di prevenzione su ciascuno degli aeroporti interessati.
 
27 Gennaio 2009
Un altro Airbus A321 ed ancora ad Istanbul. Questa volta il bird strike al decollo è occorso all’a/m marche TC-JRE con destinazione Copenhagen con a bordo 143 passeggeri. L’aereo è rientrato all’aeroporto Ataturk ad un solo motore dopo che quello sinistro aveva ingerito volatili non meglio precisati. Nessun problema ai passeggeri a parte un ritardo di più di due ore.

 
16 Gennaio 2009
Non si era ancora attenuata l’eco dell’incidente sul fiume Hudson, quando è pervenuta un’altra notizia di un bird strike significativo, trascurato per lo più dagli organi di informazione. A Guadalajara (Messico) ancora un Airbus A320 della Interjet con 106 passeggeri a bordo ha impattato uno o più esemplari di Urubù (Coragyps atratus), un avvoltoio, riportando l’ingestione del volatile nel motore sinistro. L’equipaggio ha immediatamente spento il propulsore e l’aereo è rientrato all’aeroporto di partenza con un solo motore circa venti minuti dopo il decollo. Una procedura per così dire “normale”. Lo stesso giorno ad Istanbul un A321 della Lufthansa ha avuto un problema analogo, sempre al motore sinistro, ed il tutto si è risolto fortunatamente con il fermo macchina e la riprotezione dei passeggeri su altri voli. Se aggiungiamo l’episodio di Ryanair a Ciampino, ne vien fuori una situazione piuttosto preoccupante di tragedie sfiorate che non inducono all’ottimismo: i bird strike sono in continuo aumento, sia per il numero che per la gravità degli effetti. Di converso, la risposta degli organi preposti alla prevenzione appare debole. Per rimanere al nostro Paese, a fronte di una situazione normativa e di regolazione all’avanguardia in campo mondiale, basti pensare alla portata “rivoluzionaria” dell’art. 711 del Cod.Nav., i controlli sul campo appaiono scarsi, così come le risorse investite, delegando ai soli gestori aeroportuali il compito di fronteggiare un fenomeno molto complesso e che richiede sforzi congiunti (anche ENAC, ENAV, A.M., vettori, devono avere un ruolo) che vanno ben al di là della pistola scacciacani o del clacson che ancora viene usato per disperdere (?) gli uccelli. La questione bird strike deve diventare prioritaria per l’Autorità aeronautica, come lo è stato per le c.d. “runway incursions” o per i controlli ispettivi sugli aeromobili dei paesi dell’est dopo la caduta del muro. Gli USA possiedono sistemi di allertamento dei piloti sulla presenza di volatili in rotta e sugli aeroporti, che forniscono in tempo reale consistenza degli stormi, direzione velocità, percentuali di rischio; in Europa si stanno facendo i primi passi in alcuni paesi del Nord, in Italia la mappatura dei rischi è ancora lontana. Ci accontenteremmo che si affrontasse subito e con decisione almeno la questione delle discariche e della gestione dell’habitat aeroportuale, visto che in questo campo almeno le leggi ci sono.


 
15 Gennaio 2009

Un Airbus A320 dell’US Airways in decollo dall’aeroporto La Guardia di New York alla volta di Charleston NC con 155 persone a bordo ha impattato uno stormo di uccelli, molto probabilmente oche selvatiche, ed ha subito la perdita di potenza ad entrambe i motori, che devono aver risucchiato qualche volatile. L’impatto sembra essere avvenuto subito dopo il decollo. L’aereo è riuscito comunque a raggiungere una quota di 3000 ft. ma, dopo aver tentato un dirottamento sull’aeroporto di Teterboro NJ, è stato costretto ad un ammaraggio sul fiume Hudson. Tutti i passeggeri sono stati evacuati ed immediatamente soccorsi. Tuttavia almeno 78 passeggeri sono rimasti feriti uno dei quali ha avuto entrambe le gambe fratturate. Molti sono stati sottoposti a trattamento contro l’ipotermia, dato che la temperatura esterna era di – 6° e quella dell’acqua non molto più alta. Sotto il sentiero di decollo per pista 04 dell’aeroporto La Guardia, quella usata dall’ A320, sono presenti numerose riserve naturali e faunistiche, tra le quali Rikers Island, Clason Point Park, Hunts Point Riverside Park, e secondo alcuni commentatori, proprio per questo motivo questo incidente era un evento annunciato (fonte The Aviation Herald). In Italia, come più volte sottolineato, esiste forse la migliore legislazione del mondo in materia di eliminazione dei siti attrattivi intorno agli aeroporti (vedi pagina “Normative”), ma troppe discariche e troppo vicine alle piste (es. Scarpino a Genova e Malagrotta a Fiumicino) determinano ancora, unitamente ad altri fattori, una pericolosa presenza di volatili.
 
 
 
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