La notizia non riguarderebbe il nostro campo di attività se non fosse per il fatto che il veicolo in questione era impegnato a scacciare gli uccelli dalla pista. Il giorno 29 Agosto 2013 un A320 della Wizzair era sul punto di decollare dall’aeroporto di Debrecen (Ungheria) quando l’equipaggio, avendo notato durante il precedente atterraggio una grossa concentrazione di volatili, richiedeva un’ispezione pista a titolo precauzionale. Dopo l’intervento di allontanamento eseguito dalla squadra di bird control, l’aereo veniva autorizzato al decollo. Tuttavia l’equipaggio osservava ancora la presenza di un stormo a circa metà pista e comunicava alla torre di controllo che non sarebbero decollati finché gli uccelli non se ne fossero andati del tutto. Durante il decollo tuttavia il veicolo attraversava la pista costringendo l’aereo ad interrompere la manovra. Per quanto l’evento sia una “normale” runway incursion, va sottolineata l’attenzione dell’equipaggio al problema, la tenacia nel pretendere l’allontanamento completo degli uccelli e purtroppo anche la scarsa attenzione del controllore di torre che non si è accorto autonomamente della presenza di uno stormo di volatili posati sulla pista.
D’altronde è ben nota la cura che Wizzair dedica alla prevenzione degli impatti, dimostrata anche da un loro apprezzatissimo intervento alla conferenza WBA di Stavanger nel 2012.
Il Tribunale Federale Civile e Commerciale di prima istanza di Buenos Aires ha emesso una importante sentenza relativamente a una controversia per il risarcimento dei danni causati da un bird strike. La compagnia aerea argentina Austral aveva citato in giudizio la soc. Aeropuertos Argentina 2000 per ottenere il risarcimento dei danni subiti da un proprio aeromobile B737 che aveva impattato con uno stormo di uccelli (colombi) nell’aeroporto Newbery di B.Aires. Si era trattato di colombi da competizione per cui era stato chiamato in causa anche il proprietario dei volatili identificato tramite l’anello di riconoscimento di uno degli uccelli ritrovato all’interno di un motore. Con una approfondita motivazione il giudice ha considerato l’evento un caso fortuito ed ha rigettato l’istanza di risarcimento nei confronti sia dell’aeroporto che dell’allevatore.
Nell’invitare alla sua lettura quanti fossero interessati, facciamo presente che come ogni anno proponiamo qui alcune osservazioni e commenti alla relazione.
Un breve commento sugli eventi di questo mese; ancora una volta un pilota di elicottero è rimasto ferito a seguito dell’impatto di un uccello sul parabrezza e costretto ad un atterraggio forzato. Non è il primo caso quest’anno e la questione dovrebbe suscitare preoccupazione e soprattutto una riflessione sull’adeguatezza ed efficacia degli attuali requisiti di certificazione di queste macchine.
Nessuna novità invece circa la presenza di cervi sulle piste minori americane; trattasi purtroppo di eventi frequenti.
Questa foto è stata scattata il 28 Ottobre 2013 intorno alle 08:00 nell’aeroporto di Milano Linate. Uno stormo di storni si alza in volo per attraversare il prolungamento della pista mentre un piccolo jet è in avvicinamento finale. Ne abbiamo tratto alcune considerazioni che potete leggere qui
La Corte Federale tedesca di giustizia di Karlsruhe ha sancito che i bird strike devono essere considerati “circostanze straordinarie” che non danno luogo a responsabilità del vettore per gli eventuali danni subiti dai passeggeri.
La Corte ha preso in esame i ricorsi di due turisti rimasti bloccati in Gambia e alle isole Canarie a seguito dell’ingestione di uccelli nei motori degli aerei che dovevano riportarli in patria.
In entrambe i casi i ricorrenti erano riusciti a tornare a casa solo il giorno dopo la data prevista.
Il giudice ha sentenziato che le compagnie aeree non possono mantenere un aereo di scorta in ogni aeroporto in caso di bird strike ed ha aggiunto che non possono essere ritenute responsabili dei ritardi derivanti dalla necessità di far arrivare un altro aereo in sostituzione.
La decisione ci appare corretta e coerente; non altrettanto sarebbe stato l’esonero generalizzato della responsabilità dell’aeroporto, cui i passeggeri danneggiati non hanno ritenuto di doversi rivolgere. Infatti, a nostro giudizio, la questione andrebbe valutata caso per caso in quanto un impatto di un aereo con uccelli in un aeroporto non può sempre e comunque essere considerata un evento straordinario.
In Italia finora le poche cause civili in materia di danni da bird strike si sono sempre concluse con il riconoscimento della responsabilità (anche) del gestore aeroportuale.
La IAF (Indian Air Force) ha bandito una gara d’appalto per la fornitura di 45 sistemi radar antivolatile da installare nelle proprie basi, spesso circondate da mattatoi e discariche a cielo aperto. Le autorità indiane calcolano che i bird strike siano responsabili di circa il 10% degli incidenti ad aerei militari, particolarmente sensibili quando sono impegnati in missioni a bassa quota. Un “avian radar” della portata di 10 km. è in grado di fornire ai piloti preziose informazioni sulla presenza di stormi di uccelli sulla traiettoria dell’aereo prima del decollo e dell’atterraggio; inoltre costituisce un valido supporto per l’azione di allontanamento degli operatori a terra.
Attualmente, dato il basso costo della manodopera locale, il servizio di avvistamento e allontanamento degli uccelli è affidato esclusivamente a risorse umane: il solo aeroporto di Nuova Delhi impiega circa 80 addetti per allontanare gli uccelli dalle piste con l’uso di artifizi pirotecnici.
L’impiego in ambito militare (dove uno stesso soggetto gestisce le operazioni di volo, l’aeroporto ed il controllo del traffico aereo) risolve una delle questioni più problematiche legate agli “avian radar”, ovvero quella dell’individuazione degli utilizzatori del sistema. E’ noto infatti che gli enti ATC civili non vedono di buon occhio ulteriori incombenze al proprio personale, così come eventuali presenze estranee in Torre di Controllo.
Nessuna iniziativa che riguardi gli “avian radar” è comunque al momento allo studio in Italia.
E’ fortunatamente raro il caso di un impatto con volatili che abbia come conseguenza il ferimento di piloti o passeggeri; questo mese è tuttavia accaduto due volte, il giorno 12 e il 28. In entrambe i casi si è trattato di piccoli aeromobili per i quali non sono richiesti gli stessi rigorosi requisiti di certificazione dei velivoli da trasporto pubblico. Questi eventi a nostro giudizio dovrebbero però indurre a riconsiderare la questione.
Da considerare in questo mese (7) anche la perdita di un elicottero a causa di una brusca manovra per evitare uno stormo di uccelli.
Infine torniamo ancora una volta sul comportamento degli equipaggi a seguito di un bird strike, specie con ingestione di volatili in un motore. Su 9 eventi di questo mese 7 equipaggi hanno optato per un atterraggio più o meno immediato. Due invece hanno deciso di proseguire in assenza di parametri anormali: in entrambe le circostanze l’aereo aveva invece ricevuto danni ed anzi in un caso (28) è stato costretto ad atterrare in un aeroporto alternato. Uno dei problemi collegati a queste diverse scelte è la mancanza di chiare indicazioni nei manuali delle compagnie aeree sul come comportarsi in caso di bird strike/ingestion. Fortunatamente la grande maggioranza dei piloti opta per scelte prudenziali.
Una breve notazione finale sullo stato dell’arte nel nostro paese: l’ultima relazione annuale dell’ENAC sul fenomeno dei bird strike risale al 2011. L’ANSV dedica invece al fenomeno due rassicuranti paginette riguardanti il 2012 del suo Rapporto informativo sulla sicurezza dell’aviazione civile in Italia, dove si sostiene che la situazione è ora “maggiormente sotto controllo rispetto al recente passato”, qualunque cosa ciò voglia significare. La stessa ANSV non ha però ancora rilasciato il rapporto di inchiesta per l’incidente occorso a Linate nel Giugno 2003, dove morirono due persone in seguito all’ingestione di piccioni in un motore di un Lear 45. Sarebbero state invece utili le raccomandazioni che l’Ente avrebbe dovuto tempestivamente emanare per evitare il ripetersi di eventi simili.
Ogni tanto cambiano le specie degli animali presenti ed impattati sulle piste; questa volta sono mucche in Indonesia (giorno 6): un aeroporto non dovrebbe mai essere privo di adeguata recinzione.
Uno dei problemi ricorrenti è la percezione degli impatti con volatili da parte degli equipaggi: viene sempre raccomandato in caso di ingestione di uccelli nei motori di rientrare immediatamente ed accertare gli eventuali danni. Ma talvolta le ingestioni non sono immediatamente percepibili dagli equipaggi che, in assenza di parametri anomali, proseguono il volo fino a destinazione, dove alla fine i danni vengono rilevati. E’ probabilmente il caso occorso a Richmond il 21.
La stampa ha diffuso la notizia che l’amministrazione dell’aeroporto O’Hare di Chicago sta impiegando svariate specie di mammiferi per gestire la vegetazione spontanea in aree decentrate e recintate del sedime. Un altro risultato che l’aeroporto si propone è quello di allontanare altre specie potenzialmente pericolose per la navigazione aerea, quali ad esempio, il coyote.
Negli ambienti degli esperti di wildlife strike la notizia è stata presa con un certo scetticismo, ricordando che l’introduzione di animali in un habitat per varie ragioni problematico come un aeroporto andrebbe sempre preceduta da studi naturalistici e che il rimedio potrebbe perfino rivelarsi peggiore del male; infatti secondo gli esperti questi animali potrebbero alterare l’ecosistema attirando altre specie, ad esempio uccelli, precedentemente non presenti nell’area.
La Commissione di inchiesta Nepalese ha rilasciato la relazione finale sull’incidente occorso in data 28.9.2012 ad un Do 228 della SITA che in fase di decollo dall’aeroporto di Kathmandu impattò con un volatile e precipitò al suolo causando la morte di tutti i suoi occupanti.
Le risultanze dell’inchiesta contraddicono sostanzialmente le prime informazioni fornite dalle autorità nepalesi, a cominciare dalla specie del volatile impattato (Nibbio bruno, Milvus migrans), di cui avevamo a suo tempo dato conto (cfr. Archivio 2012).
Una prima considerazione riguarda ancora una volta la presenza di discariche di rifiuti urbani in vicinanza degli aeroporti (in questo caso Barranquilla in Colombia – 6 Giugno -) . Ricordiamo che l’ICAO prevede una distanza minima di 13 chilometri tra tali insediamenti e un aeroporto. E’ evidente che qualsiasi mezzo di allontanamento (in questo caso la falconeria) non produce gli effetti voluti se non è inserito in un habitat bonificato e controllato.
Un seconda osservazione riguarda l’evento del giorno 25 a Cardiff: un’ingestione di un volatile in un motore al decollo che apparentemente non causa alcun effetto, salvo scoprire in seguito che aveva prodotto danni alle fan blades; sarebbe bastato che un piccolo pezzo di metallo si fosse staccato per compromettere forse irrimediabilmente tutto il motore.
Infine desta sconcerto l’evento del giorno 23 a Dallas, allorché con i passeggeri già imbarcati e l’aereo pronto alla partenza, qualcuno da terra finalmente nota un vistoso foro in un ala causato dall’urto con un uccello. Date le dimensioni non sembra probabile che il danno sia stato causato a bassa quota e velocità, ed è singolare che non sia stato notato dall’equipaggio né in volo né a terra.
Dopo una breve malattia il 21 Giugno è prematuramente mancato all’età di 46 anni Alberto Paparo, l’aeromodellista bolognese che nel 1997 realizzò il prototipo dell’aeromodello Falco Robot, espressamente dedicato all’allontanamento dei volatili dagli aeroporti. Nato da un’idea di Paolo Iori, un dentista con la passione dell’ornitologia, il Falco Robot GBRS inizialmente presentava alcuni difetti aerodinamici che creavano problemi al volo; Paparo eliminò progressivamente tutti i difetti strutturali, utilizzò materiali più idonei e, grazie altresì alla sua straordinaria abilità di “pilota a distanza”, ne fece un formidabile strumento deterrente.
Dopo diverse prove in privato, il dispositivo venne ufficialmente presentato nel 2006 sulla discarica di Novellara al Presidente del BSCI, il quale ne rimase favorevolmente impressionato e lo segnalò all’ENAC. Seguirono ulteriori esibizioni sull’aeroporto di Genova ed un periodo di sperimentazione a Fiumicino, i cui esiti furono poi riassunti e presentati al convegno dell’IBSC di Brasilia nel 2008 (il documento completo si trova in queste stesso sito nella pagina “Documenti” col titolo “Oltre la falconeria fra tradizione e modernità”).
Pur non essendo un’idea del tutto nuova, prototipi erano già stati realizzati negli anni 70 ed 80, il Falco Robot GBRS presentava notevoli innovazioni in termini di incredibile rassomiglianza con l’astore (Accipiter gentilis), di motorizzazione, di materiali usati e di controllo remoto, aspetti cui Alberto Paparo si dedicò con pazienza e dedizione, oltre che con straordinaria capacità tecnica, insieme al progettista Paolo Iori.
Nel corso degli anni venne poi avviata la produzione di serie con ulteriori miglioramenti tecnici.
Nonostante l’indubbia efficacia tattica (nessun altro mezzo riesce a disperdere gli uccelli in pochi secondi dall’area su cui viene impiegato dirigendone la fuga nella direzione voluta), il dispositivo non incontrò tuttavia molto successo in Italia mentre suscitò grande interesse in diversi altri paesi tra i quali Spagna, America Latina, Israele e Canada. A frenarlo furono principalmente le diffidenze e le continue richieste di sempre ulteriori dati e sperimentazioni da parte dei possibili utilizzatori, che invece accettano pedissequamente sistemi di efficacia inferiore ma che forse godono di sponsor più convincenti.
Alla famiglia, ai colleghi ed agli amici di Alberto Paparo giungano le condoglianze di BC & T.
E’ stato di recente annunciato un drastico intervento di riduzione del numero di oche selvatiche intorno all’aeroporto di Amsterdam Schipol. In base a tale decisione dovrebbero essere eliminati mediante gassazione circa 10.000 esemplari appartenenti a varie specie che vivono nel raggio di 20 km. Questa grave decisione trae probabilmente origine da un incidente che ha coinvolto un B737 della Royal Air Maroc che nel 2010 durante il decollo investì in pieno un grosso stormo di oche sulla pista.
La commissione di inchiesta accertò che l’equipaggio aveva compiuto diversi errori durante la manovra di rientro che avevano comportato il sorvolo a bassissima quota (inferiore addirittura ad alcuni edifici), di zone intensamente abitate. L’evento si concluse tuttavia senza danni alle persone. Per la verità il rapporto omise di chiarire come sia stato possibile che uno stormo così consistente di uccelli di grossa taglia si trovasse sul bordo di una pista attiva senza essere stato osservato ed allontanato, ma comunque la notizia destò apprensione. La commissione concluse il rapporto sollecitando le pubbliche amministrazioni ad adottare provvedimenti drastici per una significativa diminuzione del numero degli esemplari. I gruppi animalisti olandesi si sono battuti per evitare tale conclusione, anche a livello giudiziario, ma evidentemente ne sono usciti sconfitti.
Nel capitolo dedicato alla Safety (http://www.enac.gov.it/repository/Content
Management/information/N1951129853/ENAC_Rapporto_Bilancio_Sociale_2012
_Capitolo3.pdf pag. 82), ed in attesa dei dati definitivi a cura del Bird Strike Committee Italy, si legge intanto che il numero totale di impatti del 2012 ammonta a 906, dei quali 801 al di sotto dei 300 ft. e 105 al di sopra. Rispetto al 2011 (881, 802 e 79) si nota un aumento del 2,8% degli impatti totali, ma a fronte di una diminuzione del traffico aereo pari al 4,5%. L’ENAC attribuisce questo oggettivo incremento degli impatti “probabilmente” all’aumento della presenza di fauna selvatica in ambito aeroportuale.
L’affermazione è rilevante perché per molti anni la stessa ENAC aveva invece enfatizzato l’aumento delle segnalazioni soprattutto come conseguenza della maggiore sensibilità al problema da parte degli operatori aeroportuali.
Immediatamente dopo peraltro il rapporto sottolinea che il problema non è ovviamente solo nostro, citando uno studio della FAA secondo il quale negli Stati Uniti gli impatti si sarebbero quintuplicati negli ultimi decenni nonostante l’evoluzione delle tecniche di allontanamento.
Il paragrafo si conclude citando i compiti e le attività svolte dal BSCI nel corso dell’anno.
A prescindere dai paragoni con realtà ben diverse dalle nostre (e comunque da noi gli impatti si sarebbero triplicati in un solo decennio), gli americani, tra molte critiche, stanno tuttavia reagendo ed il loro problema principale riguarda la fauna migratoria di grossa taglia. Da noi il problema è praticamente solo aeroportuale. Allora la domanda che ci poniamo è la seguente: se la presenza di fauna selvatica negli aeroporti è in costante aumento, e con essa gli impatti, quale aspetto della prevenzione, dalla strategia generale, ai ruoli degli stakeholders, alle misure applicative, va migliorato, se non addirittura cambiato? Aspettiamo di leggere analisi approfondite e proposte concrete nel rapporto del BSCI di prossima pubblicazione.
L’ANSV ha diffuso la sua relazione annuale 2012 sulla sicurezza dell’aviazione civile in Italia. All’interno di questa ha trovato spazio una breve rassegna commentata di eventi significativi sulla base dei 95 report pervenuti all’Agenzia. Nell’anno in esame l’ANSV non ha comunque riconosciuto applicabili a nessun evento segnalato le condizioni per l’apertura di un’investigazione formale. Ciò ha portato l’Agenzia a definire corroborata la percezione generale di un fenomeno che, complessivamente, risulta al momento maggiormente sotto controllo rispetto al recente passato.
Ricordiamo peraltro che non è ancora stato diffusa la relazione annuale 2012 del Bird Strike Committee Italy.
Francamente ci risulta difficile comprendere la sottovalutazione almeno dell’evento occorso a Genova il 24.9.2012 allorché un B737 della British Airways in decollo ha attraversato uno stormo di gabbiani. Alcuni uccelli sono stati risucchiati da entrambi i motori e mentre il sinistro ha iniziato a vibrare in modo piuttosto consistente tanto da dover essere spento in volo, il destro, che non ha mai smesso di funzionare, è stato invece spento dopo l’atterraggio di emergenza per la presenza di parametri anormali. L’aereo ha dovuto essere trainato al parcheggio da un mezzo di rampa. Doppie ingestioni si erano già verificate in passato a Genova: questo è il terzo caso (conosciuto) ma il primo che interessa un bimotore. Gli altri due hanno riguardato un Bae 146 cargo di TNT (1989) e un An124 (1997) anch’esso cargo. L’analisi dell’incidente, e soprattutto le raccomandazioni dell’Agenzia, sarebbero state invece utili in relazione a situazioni locali quali ad esempio la discarica di Scarpino e la gestione della diga foranea.
L’autorità investigativa sudcoreana (ARAIB) ha pubblicato due rapporti di inchiesta relativi a due inconvenienti gravi verificatisi nell’aeroporto Gimpo di Seul (Corea del Sud) nel mese di Dicembre 2011 e finora sconosciuti.
Il più grave è quello occorso in data 4 Dicembre ad un Boeing 737 della Jeju Air. Dopo il decollo, ad una quota di circa 190 ft. l’aereo si è trovato improvvisamente ad attraversare uno stormo di germani reali (Anas platyrhynchos) alcuni dei quali sono stati risucchiati da entrambe i motori causando gravi danni e parziale perdita della spinta in entrambe i propulsori. Grazie ad abili manovre e principalmente grazie all’ulteriore riduzione della spinta, l’equipaggio riesce a guadagnare la quota di 3200 ft. ed a portarsi all’atterraggio di emergenza che riesce perfettamente.
La Commissione di inchiesta ha accertato che l’aeroporto di Gimpo possiede un programma di controllo della fauna, che prevede un servizio di bird control e l’uso di mezzi di allontanamento. Tuttavia le pattuglie possono contare solo su osservazioni ad occhio nudo che poi devono essere riportate alla Torre che può a sua volta bloccare o ritardare i voli se necessario. I mezzi di allontanamento consistono in cannoni a gas e armi da fuoco. Tuttavia queste misure si dimostrano insufficienti anche a causa della situazione ambientale dell’aeroporto circondato da aree agricole.
L’equipaggio era comunque a conoscenza della presenza di volatili grazie ad un messaggio ATIS.
L’Autorità investigativa conclude sostenendo che le probabili cause dell’inconveniente sono da ricondursi al mancato avvistamento dello stormo di uccelli ed alla conseguente mancata sospensione del decollo, nonché all’inefficiente sistema di avvistamento degli uccelli. Raccomanda infine che l’aeroporto di Gimpo sviluppi ed introduca più efficienti sistemi di rilevamento a distanza dei volatili e di informazioni ai piloti sull’attività della fauna avicola, così come misure di contenimento dell’attrattività dell’ambiente circostante l’aeroporto.
Il secondo rapporto riguarda invece un Airbus A330 della Asiana Airlines che il 25 Dicembre decollò alla volta di Tokyo. Ad un’altezza di circa 600 ft. l’equipaggio vide sei oche della specie Anser albifrons ma non poté evitare che almeno una fosse risucchiata nel motore destro che perse potenza ed iniziò a vibrare. L’equipaggio proseguì con le normali procedure di salita fino a 4000 ft. ma, dopo ulteriori incrementi delle vibrazioni, contattò la propria base, mentre l’ATC in assenza di una dichiarazione di emergenza e pur essendo a conoscenza del bird strike, autorizzò la salita fino a 23.000 ft. L’equipaggio fu invece istruito dalla compagnia a fermarsi ad 8000 ft. ed a rientrare immediatamente all’atterraggio.
La Commissione di inchiesta ha concluso anche in questo caso che le probabili cause dell’incidente sono il mancato ritardo del decollo nonostante la presenza di uccelli sul sentiero di salita, e la mancanza di un efficace sistema di avvistamento volatili nell’aeroporto. Ha pertanto reiterato le medesime raccomandazioni a seguito dell’inconveniente precedente.
Se dedichiamo ampio spazio in questo sito alle conclusioni delle commissioni di inchiesta (vedi pagina Investigazioni e Processi) è perché anzitutto in quella sede vengono analizzate con relativa profondità le precondizioni, le probabili cause e le concause di ogni evento, ma soprattutto perché le commissioni impartiscono ai vari soggetti coinvolti delle “raccomandazioni”, che in alcuni casi sono di fatto dei veri e propri ordini ad ottemperare. In un contesto tuttora piuttosto vago e negletto quale quello dei bird strike, rappresentano perciò un fondamentale strumento di prevenzione ai fini della sicurezza.
Non si può dire che l’aeroporto di Gimpo trascuri la questione del rischio volatili: ecco al riguardo cosa riporta l’AIP (aggiornato ai giorni nostri, non conosciamo la versione in vigore al momento degli inconvenienti) che presenta anche una Bird Concentration Chart.
Bird concentrations in the vicinity of the airport
Intense activities of sedentary birds (pigeons and magpies) and seasonal activity of various migrants (wild geese, ducks, white heron and etc..) take place around the runways and the airport boundary during landing and take-off procedures. Between October and March of the coming year, migrant birds (mainly wild geese and ducks) build nests on Han river downstream (24 KM north from Runway 14). The flock's main activity apt to occur around the Gul-po stream close to the runway 14R and 14L area. Some part of the flock enter into the aerodrome for resting and feeding about an hour before sunrise till sunset. Sometimes the flock flies across the middle of the runways for their group movement in the daytime. The flying height varies from 200 FT to 1 000 FT. Also, White Heron appears from July to October, which is migrant. They build nests randomly on any field around the airport. Due to the resting and feeding activity, the flock activity in the aerodrome occurs from sunrise to sunset. Careful attention is needed during landing approach and take-off.
Aerodrome operator estimates the bird activities and hazard to inform control tower of the possible hazard. Then the tower directly warns the aircraft pilots of the hazard. Dispersal activities for the birdstrike prevention performed by the aerodrome control team include random playback of distress noise (AV-alarm and Gas canon), elimination of the wildlife hazard using firearms and environmental control such as prohibiting wide farming activity.
In breve, e per non sottrarci ad un commento, ci sembra che dai due rapporti di inchiesta emergano due importanti considerazioni: a) la sequenza tradizionale che prevede - rilevazione da terra della presenza di uccelli – comunicazione alla TWR – azione per ritardare il decollo o l’atterraggio - ha fatto il suo tempo perché eccessivamente lenta e non più adeguata al traffico aereo attuale e b) ha fatto il suo tempo lo stesso sistema di avvistamento ad occhio nudo, specie su aeroporti con più piste o con piste distanti tra loro. Per quanto riguarda a), occorre a nostro parere coinvolgere maggiormente nell’osservazione diretta il personale ATC, o studiare anche forme di presenza di qualche unità bird control in TWR, che rimane pur sempre un posto di osservazione privilegiato, per operare a stretto contatto con le unità a terra.
Per quanto concerne b) è ormai divenuto improcrastinabile l’utilizzo di nuove tecnologie di avvistamento (leggi avian radar) ubicate in TWR e gestite o dallo stesso personale ATC (vincendo le loro storiche resistenze) o da unità bird control. In ogni caso è strettamente necessario che chi opera in TWR sia adeguatamente formato sui rischi connessi con un bird strike e con l’ingestione di volatili nei motori, anche al fine di imporre (non solo suggerire) la sospensione di atterraggi e decolli qualora vi sia l’accertata presenza di uccelli sul sentiero di avvicinamento o salita. Infine non conosciamo in particolare la policy delle due compagnie coinvolte in merito ai bird strike, ma sospettiamo che sia simile a quelle di tutte le altre, cioè praticamente zero. A fronte di ciò ed a tutto quello che ne consegue in termini di addestramento, briefing pre volo, gestione dell’emergenza, rischia così di essere inutile il pur vasto campionario di informazioni fornito (quando viene fornito) ai piloti sulla possibile presenza di volatili.
L’autorità investigativa indonesiana NTSC ha pubblicato il rapporto preliminare di inchiesta relativo ad un inconveniente occorso sull’aeroporto di Pontianak in Indonesia il 22 Novembre 2012 allorché un Boeing 737 della Batavia impattò con un cervo sulla pista al momento della rotazione.
Sin dagli albori della prevenzione contro il rischio bird strike in Italia, iniziata in maniera organica e scientifica a fine anni ‘80, si è data da subito grande importanza alla sensibilizzazione sia del personale aeroportuale che di quello navigante. Per quanto sia un aspetto tuttora alquanto negletto nella formazione di queste ultime figure professionali, la conoscenza da parte dei piloti della possibile presenza di uccelli in un dato aeroporto consente loro di attivare almeno alcune basilari misure di prevenzione.
La circolare ENAC APT 01 del 1999 recitava infatti: “Inoltre l'informazione deve essere rivolta anche al personale navigante: necessaria è perciò anche la sensibilizzazione degli Enti ATS, così come la previsione e l'organizzazione per una adeguata azione informativa ai piloti tramite BIRDTAM, AIC, briefing pre-volo, o anche con comunicazioni t/b/t.”
L’ultima versione della circolare (2011) è ancora più esplicita: “Nel caso di presenza continua e consistente di volatili o altra fauna nell’aeroporto o nelle sue immediate vicinanze, tale circostanza deve essere segnalata in AIP, precisando altresì l’eventuale stagionalità delle presenze, le specie problematiche, le quote di presenza, l’orario di presenza ed ogni altra notizia ritenuta utile.
In ogni altro caso - cioè per presenze non continue o per fenomeni particolari - dovrà essere emesso apposito NOTAM, con chiara determinazione temporale. Si sconsiglia, perché di nessuna utilità, il NOTAM permanente.
Qualora venga fornita l’informazione a mezzo AIP, si suggerisce di elencare i mezzi di dissuasione e di allontanamento esistenti, invitando il personale navigante a richiedere al gestore aeroportuale l’attivazione degli stessi prima del decollo o dell’atterraggio qualora se ne presenti la necessità. Analogo invito dovrebbe essere rivolto dall’ente ATS direttamente al pilota in ogni caso ciò si presenti necessario o anche solo opportuno.”
Abbiamo quindi esaminato le informazioni contenute nell’AIP Italia riguardanti i principali aeroporti allo scopo di verificare se e come essi si siano adeguati alle prescrizioni ed ai suggerimenti dell’ENAC. Abbiamo anche indicato per ciascuno il numero degli impatti occorsi nel 2011 (ultimi dati disponibili) e l’indice BRI2 che misura il rischio di impatto, ricordando che “la soglia di attenzione” dello stesso viene stabilita dall’ENAC nella misura di 0,5 su una scala da 0 a 2.
Ciascuno può pertanto rendersi immediatamente conto se su un dato aeroporto esista o meno la necessità di una informativa ai piloti a fronte del rischio di impatto, e valutare anche la qualità dell’informazione fornita.
AEROPORTO
|
INFORMAZIONE IN AIP |
IMPATTI 2011 |
BRI2
|
ALBENGA
|
|
n.d.
|
n.d.
|
ALGHERO
|
|
11
|
0,5
|
ANCONA
|
Al fine di verificare l’efficacia delle onde elettromagnetiche riguardanti l’allontanamento degli uccelli dall’area di manovra, è richiesto ai piloti di attivare l’equipaggiamento radar meteo prima del decollo e dell’atterraggio. Atterraggi e decolli con precauzione per presenza volatili sull’area di movimento |
10
|
0,27
|
BARI
|
(Pubblica un numero di telefono per le problematiche “wild-strike”, N.d.R.) |
20
|
0,27
|
BERGAMO
|
|
62
|
0,11
|
BOLOGNA
|
Al fine di verificare l’efficacia delle onde elettromagnetiche riguardanti l’allontanamento degli uccelli dall’area di manovra, è richiesto ai piloti di attivare l’equipaggiamento radar meteo prima del decollo e dell’atterraggio. (Pubblica anche un numero di telefono per le problematiche bird strike, N.d.R) |
24
|
0,1
|
BRESCIA
|
Aeroporto utilizzabile con precauzione a causa della concentrazione di gabbiani; al fine di verificare l’efficacia delle onde elettromagnetiche riguardanti l’allontanamento degli uccelli dall’area di manovra, è richiesto ai piloti di attivare l’equipaggiamento radar meteo prima del decollo e dell’atterraggio. |
14
|
0,17
|
BRINDISI
|
Aeroporto utilizzabile con precauzione a causa della presenza di gabbiani, pavoncelle e storni. Nel pomeriggio sul finale RWY 31 (nella zona più esterna del porto) elevata concentrazione di gabbiani. |
12
|
n.d.
|
CAGLIARI
|
Sulla pista potrebbe verificarsi la presenza di cani randagi. Concentrazione di volatili per tutto l’anno in pista, vie di rullaggio e piazzale sosta aeromobili. |
42
|
0,18
|
CATANIA
|
Presenza di uccelli sull’area di manovra e vicinanze: attività di monitoraggio ed allontanamento in atto (circolare ENAC serie APT n. 01A) La circolare non è più in vigore, sostituita dalla APT 01B (N.d.R.) |
25
|
0,13
|
CUNEO
|
Atterraggi e decolli da effettuarsi con prudenza a causa della presenza di volatili sull’area di manovra. |
n.d.
|
n.d
|
FIRENZE
|
|
18
|
0,24
|
FORLI’
|
|
6
|
0,28
|
GENOVA
|
Servizio controllo ed allontanamento volatili, orario H24, espletato mediante: 1 persona dedicata, 3 sistemi fissi, 3 sistemi mobili. Concentrazione di volatili per tutto l’anno in pista, via di rullaggio e piazzali sosta aeromobili. |
10
|
0,53
|
LAMEZIA
|
Concentrazione di volatili sull’area di manovra.
|
37
|
0,45
|
LAMPEDUSA
|
Presenza gabbiani RWY 08/26
|
0
|
0,03
|
MILANO LINATE
|
Presenza volatili nell’area di manovra e nelle vicinanze; attività di monitoraggio/allontanamento in atto (Circolare ENAC APT 01B)
|
31
|
0,12
|
MILANO MALPENSA
|
|
72
|
0,45
|
NAPOLI
|
|
21
|
0,3
|
OLBIA
|
|
17
|
0,08
|
PALERMO
|
Presenza di volatili sull’area di manovra e nelle sue immediate vicinanze. Servizio controllo ed allontanamento volatili, orario H24, espletato mediante una persona con sistemi di dissuasione: a) Distress call e sistemi elettronici (DBDS) mobili e fissi; b) Pistole a salve c) Cannoni a gas d) Sirene. Segue una dettagliata elencazione delle specie più presenti accompagnata da indicazione sui periodi di presenza, ore di presenza, quota media di concentrazione dei volatili, direzione di movimento dei volatili, grandezza degli stormi ed aree di rischio. E’ pubblicata anche una birdconcentration chart (N.d.R.). |
18
|
0,2
|
PANTELLERIA |
|
7
|
0,37
|
PARMA
|
Presenza di volatili sull’area di manovra e dintorni; disponibile sistema di azione deterrente |
4
|
0,08
|
PESCARA
|
Atterraggi e decolli con precauzione per presenza di uccelli sull’area di movimento |
7
|
0,3
|
PISA
|
Concentrazione di volatili sull’aerodromo
|
29
|
0,09
|
REGGIO CALABRIA
|
Concentrazioni di volatili sull’area di manovra
|
15
|
0,85
|
ROMA CIAMPINO
|
Attenzione: presenza di cornacchie grigie, su tutto il campo, durante l’intero anno. Servizio controllo ed allontanamento volatili (BCU) espletato con personale BCU in orario HR e sistemi di dissuasione: a) 2 impianti Digital Bird Dispersal System su autovetture BCU b) 2 impianti Digital Bird Dispersal System semoventi su carrelli trainabili posizionati in area di manovra e segnalati con luce ostacoli ICAO. c) Pistole a salve Segue una dettagliata elencazione delle specie più presenti accompagnata da indicazione sui periodi di presenza, ore di presenza, quota media di concentrazione dei volatili, direzione di movimento dei volatili, grandezza degli stormi ed aree di rischio (N.d.R.). |
15
|
0,02
|
ROMA FIUMICINO
|
Presenza di uccelli su tutta l’area di manovra degli aeromobili, durante tutto l’anno. Presenza stagionale di varie specie: storno, pavoncella, gabbiano reale mediterraneo, gabbiano comune, cornacchia grigia, rondone, germano reale, piccione domestico. Attrezzature/procedure regolarmente gestite da BCU (Bird Control Unit): a) 5/7 ispezioni programmate del sedime al giorno; b) N. 2 impianti Digital Bird Dispersal System sulle autovetture del BCU; c) N.1 impianto fisso Digital Bird Dispersal System sulle piste 16/R 34/L e 07/25; d) N. 2 impianti fissi di “Sistemi acustici ad alte frequenze” sulle piste 07/25 e 16/R 24/L; e) N.90 cannoncini a gas fissi sulle piste 07/25, 16/L 34/R e 16/R 34/L; f) Sistema di telecamere radiocomandate su tutte le piste; Segue una dettagliata elencazione delle specie più presenti accompagnata da indicazione sui periodi di presenza, ore di presenza, quota media di concentrazione dei volatili, direzione di movimento dei volatili, grandezza degli stormi ed aree di rischio (N.d.R.). |
114
|
0,38
|
TORINO
|
Atterraggi e decolli con precauzione a causa della presenza di volatili sull’area di manovra. E’ disponibile l’unità di controllo volatili. In caso di necessità, prima delle operazioni di atterraggio e decollo, il pilota deve contattare la TWR per attivare l’unità di controllo volatili. |
11
|
0,19
|
TRAPANI
|
Concentrazione di volatili sull’aerodromo.
|
34
|
0,48
|
TREVISO
|
Aerodromo utilizzabile con precauzione a causa della concentrazione di gabbiani. Per verificare l’efficacia delle onde elettromagnetiche per l’allontanamento dei volatili dall’area di manovra, i piloti devono accendere il radar meteo prima del decollo e dell’atterraggio. |
2
|
0,2
|
TRIESTE
|
E’ pubblicato un numero di telefono ed un indirizzo email per i bird strike reports (NdR) |
6
|
n.d.
|
VENEZIA
|
Vista l’efficacia delle onde elettromagnetiche per l’allontanamento dei volatili dall’area di manovra, i piloti devono accendere il radar meteo prima del decollo e dell’atterraggio. |
47
|
0,2
|
VERONA
|
|
25
|
0,08
|
Osserviamo intanto che su 34 aeroporti ben 11 non forniscono alcuna informazione. Tra questi non si può fare a meno di citare Alghero, che presenta un indice di rischio pari alla soglia di attenzione, e Malpensa con un dato di poco inferiore.
Per quanto riguarda la qualità e la completezza dell’informazione fornita spicca l’aeroporto di Palermo, l’unico finora che, oltre a recepire pienamente le indicazioni dell’ENAC, pubblica anche una Bird Concentration Chart, ovvero una cartina che in modo immediato fornisce al pilota indicazioni sui punti di maggior presenza di volatili all’interno ed all’esterno dell’aeroporto. Aeroporti in questo senso “virtuosi” sono anche Ciampino e Fiumicino.
Tutti gli altri forniscono informazioni più o meno dettagliate, secondo criteri non univoci, utilizzando le più varie espressioni alcune delle quali di antica e consolidata inutilità: affermazioni quali “Atterraggi e decolli con precauzione”, o addirittura “con prudenza” infatti non costituiscono un apprezzabile ausilio per il pilota, quasi che senza tale avviso costoro fossero avvezzi ad operare “imprudentemente”.
Nel corso della ricerca ci siamo tuttavia imbattuti in una singolare circostanza: in quattro aeroporti (Ancona, Bologna, Brescia e Treviso) è evidentemente in corso una sperimentazione circa l’efficacia delle onde elettromagnetiche, emesse dai radar meteo di cui alcuni aeromobili (non tutti) sono dotati, per allontanare gli uccelli. Ma c’è di più: sull’aeroporto di Venezia la sperimentazione deve essersi evidentemente conclusa con risultati soddisfacenti talché non si parla più di sperimentazione ma si dà per scontato che il radar meteo sia un efficace strumento di allontanamento.
Premesso che il Bird Strike Committee, da noi consultato, non sa assolutamente nulla di tali sperimentazioni, in atto o concluse, giova ricordare quale sia lo stato dell’arte in merito all’uso del radar meteo in funzione anti-volatili e alla sua presunta efficacia.
La questione ebbe inizio in Italia nel Luglio 1994 con la nota 3226 della DGAC nella quale si comunicava che proprio a Venezia l’uso del radar meteo di bordo si sarebbe dimostrato di qualche efficacia nell’allontanamento di rondini e rondoni (non quindi di tutti i volatili in genere). La DGAC suggerì pertanto di estendere la sperimentazione anche ad altri aeroporti. Nel corso degli anni non furono tuttavia acquisiti significativi elementi probatori per includere il radar meteo fra i mezzi di allontanamento di una qualche efficacia per cui il suo uso venne del tutto abbandonato, anche se negli anni successivi divenne una sorta di leggenda metropolitana basata sul “sentito dire” ma senza alcuna valenza scientifica.
Analoghe sperimentazioni furono condotte all’estero, a partire da studi negli anni ‘50, con gli stessi risultati negativi. Abbiamo perciò raccolto alcune note critiche, provenienti dalle più autorevoli fonti internazionali, in merito all’uso del radar meteo.
Air Line Pilot Association, 2000 - Do not expect birds to respond to your efforts to hasten their departure. When loafing on the ground, birds face into the wind and, therefore, will probably not see your aircraft or its lights as the airplane enters the runway. Airborne weather radar has no demonstrated effect on birds because they do not hear in the X-band frequency.
Civil Aviation Authority UK - 2002 There are other risk mitigations that could potentially reduce the risk of a bird strike, such as more lengthy use of landing lights, the use of weather radar or ultra-violet paint. All are postulated as increasing the ability of birds detecting and thus avoiding aircraft. There is no scientific evidence for their effectiveness however. Collectively these measures are not expected to have a major impact on the risk.
Minister of Transport, Canada, 2004 - Aircraft weather radar are not effective as a means of warning birds, they do not sense the low power emissions and frequencies of these units.
A number of widespread misconceptions about bird strikes may give pilots a false sense of security and prevent them from reacting appropriately to the threat of a bird strike or an actual event. These misconceptions include:
Birds can detect airplane landing lights and weather radar and avoid the airplane.
In fact, none of these statements is scientifically proven.
Pilots should not rely on onboard weather radar, landing lights, airplane markings, time of day, or visibility to prevent bird strikes.
Non ci pare occorra aggiungere altro. Saremmo peraltro lieti, insieme – supponiamo - all’intera comunità ornitologica internazionale, di conoscere su quali studi scientifici e ricerche sperimentali si basi l’informazione fornita dall’aeroporto di Venezia, così lontana da quanto va affermando il resto del mondo aeronautico. Allo stesso modo siamo ansiosi di conoscere i risultati della sperimentazione in corso sugli altri quattro aeroporti, quando essa si sarà conclusa.
Fino ad allora riteniamo che si tratti di un’informazione non solo errata ma anche fuorviante, potendo indurre i piloti ad effettuare operazioni di volo in presenza di volatili confidando in un mezzo universalmente ritenuto non idoneo per la protezione dell’aeromobile e dei suoi occupanti.